Domotica: la casa in punta di telecomando

Scritto da Giovanni Del Zanna il 16-06-2010

Chissà se in futuro ci sarà un giorno in cui con un unico telecomando – magari il telefonino che abbiamo in tasca! – potremo accendere la tv, ma anche aprire la porta, alzare le tapparelle, regolare il riscaldamento o le luci della casa.
Il telecomando ormai è un oggetto tecnologico di uso comune e in effetti è molto comodo, specialmente per chi ha qualche difficoltà nei movimenti. Come dice la parola, il “tele-comando” ci permette di inviare un comando da lontano (tele = a distanza).
Così, standocene tranquillamente sdraiati sul divano, possiamo accendere la tv, spegnerla, cambiare canale, alzare o abbassare il volume. Quella che è solo un comfort per alcuni, diventa invece per altri una necessità. Questo ci riporta, in parte, ad alcune considerazioni sugli oggetti d’uso, sul sottile confine tra utensile e ausilio, tutte questioni che ben si adattano al telecomando, specie a quello della casa domotica.
La domotica – o casa informatica – integra con grande facilità i telecomandi e così diventa possibile gestire la casa “in punta di telecomando” con la stessa semplicità e facilità d’uso con cui gestiamo un televisore (si veda disegno a sinistra, in cui si mostra come nella casa domotica il telecomando può comandare luci, riscaldamento e raffrescamento, finestre e tapparelle, apertura a distanza di serrature, gestire gli elettrodomestici e la diffusione della musica).
Ma come funziona il telecomando? Ogni tanto capire, in modo semplice, come funziona la tecnologia è utile per renderci meglio conto di come utilizzarla al meglio.
Per esempio, poniamo l’attenzione sui telecomandi a raggi infrarossi (IR), la tipologia più usata per tv ed elettrodomestici, e anche per la domotica.
Gli infrarossi sono raggi luminosi, come quelli della luce, ma il nostro occhio non li vede. Quando premiamo un tasto dal telecomando (trasmettitore),
parte un raggio che deve raggiungere un “occhio” tecnologico (ricevitore); il segnale viene riconosciuto e il dispositivo esegue il comando richiesto (cambio canale, regolazione del volume, e così via). Il meccanismo è semplice: invece di avere un filo che collega telecomando a televisore, c’è un raggio luminoso – invisibile e impalpabile – che fa da collegamento.
Questa tecnologia presenta alcune caratteristiche che è utile sapere:
– il raggio infrarosso (come la luce) non passa attraverso i corpi solidi, per questo non ci devono essere ostacoli tra telecomando e ricevitore;
– per la stessa ragione il telecomando funziona solo all’interno di una stanza, proprio perché non è in grado di attraversare le pareti, cosa che può sembrare uno svantaggio, ma a volte è un vantaggio, come vedremo;
– se le pareti del locale sono di colore chiaro, i raggi infrarossi vengono riflessi e rimbalzano su pareti e soffitto, così non sempre è necessario indirizzare in modo preciso il telecomando verso il televisore o altro dispositivo (nel disegno a destra, si vede come il raggio emesso dal telecomando può rimbalzare sulle pareti o sul soffitto delle stanze, sopratutto se sono di colore chiaro).
Dove trova posto il telecomando nella casa domotica? Partiamo dal presupposto che una delle particolarità della domotica consiste nel separare il sistema di comando (gli input) dal sistema degli attuatori (dispositivi che vengono azionati). La “comunicazione” tra i due sistemi avviene per mezzo di una “rete” informatica.
Ciò permette di introdurre un’innovazione rispetto all’impianto tradizionale, chiamata “flessibilità delle interfacce” (illustrata nel disegno a sinistra),
ovvero la possibilità di avere dispositivi diversi per comandare la casa domotica, tra i quali, per l’appunto, i telecomandi.
In altri termini, se in ogni locale inseriamo dei ricevitori, possiamo utilizzare un unico telecomando per azionare, stanza per stanza, le diverse funzioni, grazie proprio al fatto che la trasmissione IR (Infrarossi) non passa attraverso le pareti.
Così, ad esempio, con un telecomando a 8 tasti, posso attivare in ogni stanza 8 funzioni domotiche (luci, tapparelle, on/off tv, on/off condizionatore, chiamata di aiuto, e così via): una soluzione che può essere comoda per tutti, ma che diventa necessaria quando l’utente ha difficoltà a muoversi.
In particolare, per le persone con disabilità, esistono telecomandi specifici che offrono molte possibilità di utilizzo (con sensori di diverso tipo, con tasti grossi e luminosi, fino ad arrivare a quelli vocali). Si tratta dunque di soluzioni diverse, che si adattano alle diverse esigenze, ma che utilizzano allo stesso modo la tecnologia dei telecomandi IR per comandare la domotica.
Il telecomando, entrato in casa per la tv, diventa così sempre più un “utensile” significativo per tutte le attività domestiche. Per il momento, però, con il proliferare dei dispositivi (tv, decoder, dvd, stereo, e via dicendo) assistiamo ad una proliferazione di telecomandi. E spesso questo comporta difficoltà e confusione.
Per fortuna, la tecnologia è in continua evoluzione: speriamo che presto chi studia e progetta i nuovi oggetti tecnologici abbia un occhio di riguardo maggiore verso l’usabilità universale a beneficio di tutti gli utenti, soprattutto per quelli che hanno qualche difficoltà in più.

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