Domotica per la Sicurezza della Persona
Scritto da Giovanni Del Zanna il 23-11-2011
Riprendiamo gli approfondimenti sulla Domotica per capire l’utilità della tecnologia e per conoscere le possibilità e soluzioni per l’autonomia. Dopo aver visto le funzioni della Domotica per la Sicurezza Ambientale vediamo ora quelle per la Sicurezza della Persona.
Premesse
Ricordiamo che stiamo parlando di Domotica (cioè di soluzioni di tecnologia elettronico/informatica per l’ambiente domestico) con particolare attenzione alle funzioni che abbiano un’utilità dal punto di vista “sociale”, ovvero per la qualità della vita delle persone.
La Domotica offre possibilità di controllo e gestione degli impianti della casa, puntando all’integrazione in un unico sistema di tutti gli impianti della casa. In questo articolo vedremo anche l’importanza delle possibilità di collegamento (interconnessione) con luoghi/persone posti in posizioni remote rispetto alla casa.
Funzioni quindi che possono essere utili soprattutto per chi ricerca possibilità di vivere in casa in modo autonomo e sicuro. E’ importante, però, analizzare i reali bisogni della persona e individuare le funzioni utili nella vita quotidiana, soprattutto quando si progettano soluzioni rivolte all’autonomia o alla sicurezza di persone con esigenze particolari: con disabilità – piccole o grandi – o perché semplicemente, con l’aumentare degli anni, possono avere maggiori difficoltà, o solo perché vivono da sole.
L’ambito della Domotica ad uso sociale, come abbiamo già visto, studia e propone quelle funzioni della domotica che ci possono permettere di vivere, all’interno della casa, in modo più comodo e sicuro; approfondiamo quindi la “Domotica per la Sicurezza” per le soluzioni che puntano ad assicurare alla persona maggiore sicurezza (e tranquillità) potendo attivare – in automatico o per volontà dell’utente – una chiamata di aiuto, assicurando, in questo modo, per l’utente stesso, le necessarie condizioni di tranquillità per vivere bene nella propria casa.
Domotica per la Sicurezza della Persona
Proponiamo, di seguito, una rassegna di funzioni che si possono realizzare; ne riportiamo alcune, ma a partire da queste è possibile – grazie proprio alla flessibilità della Domotica – inventare e mettere a punto anche altre funzioni.
Tutti abbiamo già conoscenza di soluzioni per la “sicurezza della persona”. Il primo esempio che viene in mente è il telesoccorso (dispositivo da polso o appeso al collo) che la persona porta con sé per inviare, in caso di bisogno, una chiamata di aiuto. Solitamente, però, sono dispositivi “stand alone”, cioè indipendenti, mentre la novità della Domotica è data dalla possibilità di integrare in un unico sistema i diversi dispositivi, con maggiori possibilità di gestire l’informazione, la comunicazione degli eventi, la segnalazione delle situazioni di anomalia o di emergenza.
Queste funzioni sono tratte dalla pubblicazione “Manuale illustrato per la Domotica ad uso sociale” edito da Tecniche Nuove e promosso da Gewiss.
“Manuale illustrato per la Domotica ad uso sociale” di G. Del Zanna, M. Malavasi, G. Vaccari, Ed. Tecniche Nuove. Per gentile concessione di Gewiss SpA – Illustrazioni di Yoshiko Kubota.
CHIAMATA DI AIUTO
Una prima forma di sicurezza è data dalla possibilità, nel momento in cui qualcosa “va storto”, di poter inviare un chiamata (chiamata di aiuto) per avvisare qualcuno (l’assistente che è in casa, un parente o un vicino). Questa possibilità ci rassicura e ci permette di vivere più tranquilli in casa, anche quando siamo soli (magari solo per alcuni momenti della giornata).
La Domotica permette di avere a disposizione, allo stesso tempo, più dispositivi di chiamata (un pulsante a parete, un tirante in bagno, un telecomando dedicato o un dispositivo “indossabile” in radio frequenza). Tutte le chiamate vengono raccolte dal sistema domotico, che può individuare la provenienza della chiamata (ad esempio sapere in quale locale si trova la persona).
Inoltre è possibile programmare le modalità di “gestione” della chiamata: quando non si è soli in casa, ma c’è un altro familiare (o assistente),
la segnalazione può rimanere all’interno della casa, facendo accendere una luce, delle spie o facendo suonare un campanello. In atri casi può essere rivolta ad un vicino o ad un servizio di portierato, oppure in alternativa può essere indirizzata (via telefono o internet) ad un familiare o ad un centro di assistenza remota.
E’ importante ricordare, però, che questa funzione – realizzata con componenti domotici – non può essere considerata un “sistema salvavita” come i dispositivi biomedicali certificati che richiedono ridondanze e sicurezze tecniche che vanno al di là di quelle previste dai componenti domotici.
ASCOLTO AMBIENTALE
Una funzione innovativa, che nasce dall’integrazione della domotica con dispositivi telefonici vivavoce, una soluzioni articolate che mette insieme domotica, dispositivi di supervisione e telefonia Voip ovvero comunicazione della voce che viene trasmessa come dati attraverso al rete internet).
La funzione permette (oltre alla “chiamata di aiuto”) di attivare in modo automatico una conversazione in viva voce. In questo modo uno o più dispositivi posti all’interno della casa permettono alla persona di comunicare con l’esterno, in caso di emergenza, senza dover raggiungere il telefono. Questa funzione può essere realizzata anche con sistemi di diffusione sonora e microfoni ambientali, come se il telefono non fosse più un oggetto, ma venisse distribuito nell’ambiente, diventando una funzione del sistema casa.
VIDEO CONTROLLO
Il “Video Controllo” – cioè l’inserimento di telecamere nella casa – è un tema molto delicato perché interagisce con il rispetto della persona e il diritto alla riservatezza (privacy). Ma anche in questo la flessibilità della Domotica offre diverse soluzioni. Anzitutto non è sempre necessario inserire delle telecamere, ma deve essere una scelta motivata. Inoltre non è necessario che le telecamere siano sempre attive, si può scegliere, ad esempio, di attivarle – anche in modo automatico – solo in determinate situazioni.
Questa funzione viene anche utilizzata, ad esempio, per sorvegliare i bambini, specie in case grandi o su più livelli. Oppure può essere attivata in situazioni di emergenza (in modo che chi deve intervenire riesce a capire meglio cosa è accaduto). E’ utile, in ogni caso, assicurare alla persona la possibilità di capire quando le telecamere (piccoli oggetti che, come degli “occhi”, si integrano nei dispositivi a parete dell’impianto elettrico) sono accese, per fare questo basta anche una semplice spia che segnala quando sono in funzione.
Soluzioni più avanzate e integrate, possono arrivare addirittura a trasformare la telecamera di controllo in uno strumento di comunicazione, realizzando con la Domotica un sistema di video-telefono.
CONTROLLO VARCHI
A volte si presentano situazioni particolari in cui la persona presenta disturbi sul piano cognitivo, in questi casi non può essere lasciata sola, o magari può stare in autonomia per alcuni momenti all’interno di una stanza (o di una parte della casa),
ma è importante essere sicuri che non esca da uno spazio definito.
Non sempre è possibile, e piacevole, chiudere a chiave le porte, per questo una funzione domotica di “controllo varchi” può essere utile. Si può installare un contatto sulla porta, o prevedere dei sensori ad infrarossi (non visibili) che posti ai due lati della porta (interno/esterno) permettono anche di rilevare il verso di passaggio (riuscendo a capire se c’è qualcuno che esce – la persona – o che entra, l’assistente).
La programmazione del sistema domotico offre diverse soluzioni per questa funzione: la possibilità di attivare/disattivare la funzione con semplici pulsanti a parete, prevedere una programmazione oraria automatica (per definire dei momenti della giornata in cui si attiva),
disporre di diverse modalità (spia luminosa, campanello, messaggio, SMS, mail o altro) personalizzabili anche da parte dell’utente per la segnalazione dell’evento di “passaggio attraverso il varco”.
ALLARMI PASSIVI
Vengono sperimentate anche funzioni più evolute della Domotica, funzioni in cui il sistema non solo reagisce ad un comando esterno, ma, sulla base di sensori e condizioni che possono variare nel tempo, elabora l’informazione per decidere di intervenire, di segnalare una situazione di anomalia o inviare direttamente una chiamata di allarme.
Gli “allarmi passivi” sono funzioni in grado di rendersi conto autonomamente di situazioni anomale che si possono verificare e, di conseguenza, lanciare azioni volte a limitarne gli effetti negativi, senza la necessità di alcun intervento da parte dell’utente o di un operatore (che rimangono quindi “passivi”),
come già avviene per la Sicurezza Ambientale per gli allarmi tecnici (es. fughe di gas, allagamenti).
Questi cercano invece di rilevare eventi potenzialmente critici avvenuti a persone, all’interno di una casa, dovuti a situazioni accidentali come ad esempio svenimenti, cadute, incapacità di alzarsi dal letto alla mattina ecc.
Per queste funzioni non basta un semplice sensore per rilevare l’avvenuto evento critico, ma occorre che il sistema sia in qualche modo in grado di fare una analisi dei comportamenti delle persone. Funzioni che vanno realizzate e utilizzate con molta attenzione sia da parte dei committenti che degli utilizzatori visto che in molti casi – trattandosi ancora di tecnologie sperimentali – può essere molto alto il rischio di non intercettare l’evento critico oppure di generare numerosi falsi allarmi.
Tra le numerosissime possibili applicazioni di questo tipo riportiamo due semplici esempi che possono rendere l’idea dei possibili approcci a questo tema, anche con soluzioni semplici e con componenti impiantistici di base.
Segnalazione di mancata attività mattutina: un timer programmato su un periodo da definire (ad esempio due ore) viene attivato automaticamente all’ora in cui la persona (anziana) in genere si alza. Se in questo periodo nessun sensore di movimento posto nell’abitazione viene azionato dallo spostamento della persona, parte una segnalazione di anomalia (che verrà poi gestita dal sistema).
Segnalazione di eccessiva permanenza in bagno: un timer, impostato su un periodo predefinito (ad esempio mezzora),
viene azionato dall’accensione della luce del bagno o da un sensore di presenza posto in questo vano. Se il timer non viene azzerato da un evento specifico (es. spegnimento luce o passaggio davanti ad un sensore di presenza posto sul varco di accesso a questa stanza) prima del termine del periodo predefinito, viene attivata la segnalazione di anomalia.
Abbiamo visto come la tecnologia (con le funzioni della Domotica) offre nuove possibilità e soluzioni, innovative rispetto al passato, a volte ancora sperimentali – si tratta pur sempre di una tecnologia “giovane” – che devono essere testate e valutate per capire in che modo possono davvero migliorare la qualità della vita.
Certo è, e di questo siamo sicuri, che la tecnologia è solo una delle dimensioni: uno strumento che assieme ad altri elementi (come l’accessibilità della casa) contribuisce a migliorare le qualità dell’ambiente costruito. Ma la qualità della vita dipende non solo dalla dimensione ambientale e tecnologica: i rapporti personali, i servizi alla persona, la dimensione affettiva e relazionale sono, e restano, condizioni fondamentali che non possono essere sostituti dagli strumenti tecnologici.