Urne aperte (e accessibili) a tutti
Scritto da Gaetano De Luca il 09-04-2008
Domenica e lunedì si vota per le elezioni politiche e in molti Comuni anche per le amministrative. Gli italiani dovranno quindi eleggere i deputati e i senatori (oltre ai consiglieri comunali e ai sindaci, laddove si voti) che costituiranno il prossimo Parlamento, ovvero l’organo dello Stato chiamato a fare le leggi e a prendere le decisioni politiche più importanti per la vita del nostro Paese.
Il libero esercizio del voto, quale diritto costituzionalmente garantito, dall’articolo 48 della Costituzione, rappresenta senza dubbio un indice di democrazia e, di conseguenza, può essere limitato solo in casi eccezionali (ad esempio, se si è subito gravi condanne penali).
Vi sono però situazioni in cui alcuni elettori potrebbero non essere materialmente nelle condizioni di votare a causa di alcune gravi patologie fisiche. Proprio per consentire a tutta la popolazione di andare alle urne e di partecipare pienamente alla vita della nostra democrazia a prescindere dalle proprie condizioni di salute o dalle difficoltà motorie, esiste una normativa specifica che ha proprio lo scopo di facilitare l’esercizio di voto.
Le modalità di voto agevolate riguardano, naturalmente, solo coloro che sono mentalmente in grado di esprimere la propria volontà, ma che per diversi motivi sono fisicamente impossibilitati ad accedere al seggio, a spostarsi o ad esprimere con le proprie mani la preferenza sulla scheda elettorale.
Vediamo cosa dice la legge.
Innanzitutto, chi si trova in una di queste condizioni (la legge usa il termine di “elettori fisicamente impediti”, ovvero “i ciechi, gli amputati delle mani, gli affetti da paralisi o da altro impedimento di analoga gravità”) può esercitare il voto con l’aiuto di un’altra persona scelta volontariamente che lo accompagna all’interno della cabina elettorale. Si tratta del cosiddetto voto assistito.
La normativa attualmente in vigore non richiede (come in passato) che l’accompagnatoresia iscritto nelle liste elettorali dello stesso Comune, ma pone come unica condizione quella di essere iscritto in una lista elettorale di qualsiasi comune italiano. La legge specifica inoltre che l’accompagnatore è individuale, uno per ogni disabile.
Come si ottiene l’accompagnatore? Bisogna presentare al presidente di seggio una certificazione rilasciata dai medici dell’Azienda sanitaria locale (Asl). Nel documento non basta indicare la semplice infermità, ma va sottolineata anche l’impossibilità di esprimere diversamente il voto. In altre parole, per poter usufruire del diritto al voto assistito occorre che i problemi di salute impediscano totalmente di compiere almeno una delle operazioni necessarie a esprimere il voto: per esempio, l’impossibilità di vedere bene la scheda e i simboli, oppure di tracciare il segno del voto o di ripiegare la busta.
Solo un reale impedimento (e non una semplice difficoltà) giustificano il riconoscimento del diritto al voto assistito, attraverso il quale l’accompagnatore traccia il segno del voto sotto la direzione dell’elettore fisicamente impedito a farlo di persona.
I certificati vanno rilasciati immediatamente e gratuitamente dalle Asl (lo dice l’articolo 56 del Decreto Presidente della Repubblica 361/1957): a questo scopo, la legge quadro 104/1992 sull’handicap (all’articolo 29) impone alle Asl di garantire un numero adeguato di medici proprio per consentirne il rilascio immediato.
E tuttavia vi sono casi in cui non è necessario presentare un vero e proprio certificato. Ciò accade per gli elettori non vedenti, per i quali è sufficiente presentare il libretto nominativo di pensione dell’Inps con il codice attestante la “cecità assoluta”.
Lo stesso può accadere laddove il presidente di seggio, pur in assenza di un certificato presentato dall’elettore, lo ritenga ugualmente “fisicamente impedito a votare” in virtù della evidenza dell’infermità.
In tutti i modi, è sempre meglio andare al seggio provvisti di certificato, per evitare brutte sorprese dovute alla discrezionalità del presidente di seggio.
Chi sappia di avere un’infermità permanente, infine, può chiedere all’Ufficio elettorale del proprio Comune l’annotazione del diritto al voto assistito direttamente sulla propria scheda elettorale, mediante l’apposizione di un corrispondente simbolo o codice.
In questa maniera, ci si risparmia la trafila del rilascio del certificato medico a ogni elezione. Per ottenere l’annotazione sulla scheda, bisogna esibire la documentazione che attesti la permanenza degli impedimenti fisici, come previsto dall’articolo 1 della legge 17/2003.
Oltre al voto assistito, la legge prevede poi il cosiddetto voto domiciliare , che consente di votare da casa o da altro luogo di dimora senza doversi recare fisicamente ai seggi. Questa importante agevolazione è stata introdotta recentemente con la legge 22/2006 che ne ha regolato anche i requisiti, i presupposti e i limiti di applicazione.
Possono infatti fruirne solo gli elettori affetti da gravi infermità che si trovano in condizioni di dipendenza continuativa e vitale da apparecchiature elettromedicali, tali da impedirne l’allontanamento dalla propria dimora.
Per accedere al voto domiciliare, però, bisogna fare la domanda almeno quindici giorni prima dalla data delle elezioni. Anche in questo caso si fa pervenire al Sindaco del proprio Comune una formale richiesta cui deve essere allegata la copia della tessera elettorale e un certificato medico Asl da cui risulta l’esistenza di un’infermità che comporta la dipendenza continua da apparecchiature elettromedicali.
L’esclusiva dipendenza da apparecchiature lascia perciò “scoperti” tutti gli altri elettori che pur non essendo “attaccati” a delle macchine non sono ugualmente in grado di uscire di casa per la gravità della patologia.
La normativa, infine, impone ai Comuni precise indicazioni che garantiscano l’accessibilità dei seggi a tutti coloro che pur non avendo un’infermità grave e pur essendo in grado di esprimere autonomamente il proprio voto, avrebbero comunque difficoltà ad accedere alla sezione elettorale e ad entrare nella cabina ostacolati dalla presenza di barriere architettoniche.
In conclusione, si può ritenere che in Italia, pur con limiti e criticità, esistono tutte le condizioni per consentire anche a chi ha problemi di salute di esprimere pienamente il diritto al voto e di partecipare alla vita politica della nostra Repubblica.
Perciò, buon voto a tutti!