Condizionatore sì o no, questo è il problema
Scritto da Stannah il 18-07-2008
Puntuale come ogni anno, c’è un momento dell’estate in cui, chi non si è già attrezzato, si domanda se non sia il caso di procurarsi un condizionatore. Il problema è serio, anche perché, se si aspetta troppo, si finisce per comprare un oggetto che si userà pochissimo.
Che fare, dunque? Quale apparecchio anti-calura conviene di più?
Questo è il dilemma, diceva Amleto. Sì, perché le esigenze possono essere diverse e anche il contesto in cui si vive può limitare la gamma di prodotti che facciano al caso nostro.
Chi fa installare la classica pompa di calore a muro, per esempio, deve sapere che avrà bisogno di uno spazio al di fuori dell’abitazione per posizionare l’unità esterna, quella sorta di parallelepipedo provvisto di ventola che può rovinare l’estetica del palazzo che ospita il proprio appartamento.
Chi abita in un condominio, insomma, dovrà assicurarsi di avere il beneplacito degli altri inquilini prima di procedere ai lavori di installazione.
Al di là dei rapporti di buon vicinato, però, bisogna sapere che per raffreddare l’aria tra le pareti domestiche si deve buttare all’esterno quella calda. Insomma, raffreddare (o riscaldare) un ambiente comporta una produzione di energia praticamente doppia.
Conviene tutto questo? E a chi?
Le due domande non sono puramente speculative: se ci pensate, anche quando acquistiamo un frigorifero o una lavatrice ci poniamo il problema di quanto consumano per lavare o tenere in fresco gli alimenti. Certo, la prima motivazione per cui scegliamo un frigo di classe A è per risparmiare sulle bollette dell’energia elettrica, però c’è più di qualcuno che ha capito che meno un apparecchio consuma, cioè disperde energia, più ne guadagniamo tutti.
Ne abbiamo già parlato un po’ di tempo fa in occasione della giornata mondiale dell’ambiente: il pianeta è a rischio, assediato dai gas serra prodotti da impianti industriali e domestici.
L’insidia maggiore è data dall’anidride carbonica in eccesso, frutto della produzione continua alimentata dal petrolio. Una risorsa che, come molti sapranno, va esaurendosi.
Il che potrebbe essere paradossalmente una buona notizia, se non fosse che la maggior parte delle attività umane si basano sullo sfruttamento dell‘oro nero.
Rovesciando la prospettiva, infatti, si potrebbe considerare la fine della riserva di petrolio come la più grande opportunità mai avuta finora per riconvertirci alle energie rinnovabili.
Onu, Unione europea, Stati ed enti locali (oltre che architetti e costruttori dall’occhio lungo) si sono già indirizzati su questa strada, anche se gli ostacoli non sono pochi, spesso di difficile comprensione al singolo cittadino.
Tra i problemi che incontriamo c’è per esempio la difficoltà di capire per bene che cosa significa produrre energia dalle fonti rinnovabili.
Di certo non può bastare questo post per esaurire l’argomento, però possiamo intanto dare qualche indicazione: dal sole deriva l’energia solare termica e la fotovoltaica, mentre dalle viscere della terra proviene il principio base della geotermia.
In alcuni casi sarà quindi possibile produrre sia energia elettrica sia calore (o freddo) : capita per esempio con gli impianti di “trigenerazione” che riescono a sfruttare fino all’osso le possibilità donateci dalla natura applicando tecnologie molto avanzate.
Insomma, la materia è piuttosto complessa e in divenire.
L’importante è capirne la filosofia di fondo: la terra è una preziosa culla di energie differenti. Per conoscerle meglio, chi può potrebbe approfittare dell’incontro del prossimo 19 luglio a Corniglia, organizzato da Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano e Parco regionale delle Valli del Cedra e del Parma.
Agli esperti della materia va invece segnalato il premio per progetti sull’energia da fonti rinnovabili bandito nel Trentino.
Infine vi consigliamo di dare un’occhiata ai finanziamenti regionali per chi decide di adottare impianti di energia da rinnovabili nella casa che ha appena acquistato.
Nelle Marche, per fare un solo esempio, sono stati appena assegnati sette milioni di euro a vantaggio degli enti locali che adotteranno impianti di cogenerazione per ridurre il deficit elettrico che affligge la regione da anni. E se risparmiano i comuni, risparmieranno anche i cittadini, quindi la nostra amata Terra.