Riscaldare la casa, consigli pratici per non battere i denti

Scritto da Alessandra Cicalini il 09-11-2009

I primi freddi sono sempre i più duri: in genere ci colgono alla sprovvista costringendoci a rovistare negli armadi a caccia delle coperte più pesanti che fino a un attimo prima ci sembrava non dovessero più servirci. Non sempre, però, basta coprirsi di più per evitare di battere i denti nelle nostre case: per garantirci un calore duraturo, molto di più conta come ne riscaldiamo gli ambienti.
Per esempio, se si hanno tetto e pareti esterne scarsamente isolati oppure infissi vecchi e vetri un po’ “ballerini”, rischiamo di vanificare i nostri migliori sforzi. Purtroppo, però, ad autunno ormai inoltrato, è sconsigliabile impegnarsi in elaborati interventi di ristrutturazione: per corazzare meglio “l’involucro” della nostra dimora, bisogna che la temperatura sia più mite, altrimenti si rischia di congelare o, peggio, che pioggia, vento e pure neve planino direttamente all’interno mentre facciamo i lavori.
In attesa di modifiche più stabili, vediamo quel che si può fare per non sentire troppo freddo.
Per prima cosa, dovremmo dotarci di un timer che controlli l’accensione e lo spegnimento dell’impianto di riscaldamento: per legge, la temperatura interna non può superare i 20 gradi ma, per arrivarci, nelle case molto fredde, è probabile che dobbiate tenere acceso per diverse ore se non per qualche giorno. Ovviamente, si rischia di spendere un po’ di più, ma pochi giorni incidono relativamente sui costi mensili.
Se però non ve la sentite di investire in questo modo il vostro denaro, controllate che almeno il vostro impianto di riscaldamento funzioni al meglio.
Se per esempio avete una caldaia a metano che controlla l’acqua calda e le fonti di calore, controllate che sia al massimo dell’efficienza: ogni tre-cinque anni dovreste pulire le canne fumarie e rimuoverne le incrostazioni, accortezze che vi potrebbero far risparmiare il 10% su ogni bolletta.
Sappiate però che se alla caldaia sono collegati i classici radiatori, faticherete comunque un po’ di più a scaldare le stanze: con questo sistema, l’aria sale verso l’alto ma il pavimento e la parte bassa delle pareti restano piuttosto freddi. Sarebbe meglio avere un sistema a battiscopa, in cui l’acqua scorre in un tubo di rame posto alla base delle pareti, favorendo la distribuzione più omogenea del calore dal basso verso l’alto. Ancora più efficace è il riscaldamento detto a “superfici radianti”, in cui l’acqua scorre in tubi sottili all’interno dei muri perimetrali, raggiungendo i trenta gradi e rilasciando calore lentamente dopo lo spegnimento dell’impianto. Qualcuno, poi, ritiene ancora più efficiente il riscaldamento a legna, a cippato o a pellet (quest’ultimo oggetto di un recente allarme su una sua presunta radioattività).
I tre sistemi ci riportano però al problema iniziale: se non li abbiamo già in dotazione, installarli con la stagione rigida alle porte è decisamente fuori luogo: quindi che cos’altro ci resta da fare?
Qualche piccolo lavoro interno è possibile se abbiamo pareti con intercapedini: in questo caso, le si può riempire con materiale isolante senza grossa spesa. E poi restano alcuni rimedi antichi, ancora efficaci: procuratevi dei paraspifferi abbastanza alti (se ne trovano anche a due euro l’uno) e le strisce adesive da incollare sul perimetro delle finestre (non dimenticatevi anche l’uscio di casa). Infine, ogni volta che accendete il riscaldamento, chiudete le porte: il calore resterà più lungo.