Vita da... gatto di condominio!
Scritto da Stannah il 25-08-2010
Sono lontani i tempi in cui i ragazzini strapazzavano i gatti del quartiere, ma a volte si viene presi dalla tentazione di ritornare al passato, specie se abitiamo in un condominio frequentato da molti esemplari dell’affascinante specie felina. Per tutelarli e anche per evitare tensioni tra chi, nel palazzo, se ne prende cura e chi vorrebbe far rivivere il bambino che è stato, è intervenuta un’associazione animalista che ha stilato un vero e proprio decalogo per disciplinare i rapporti tra quattrozampe e condomini pro e contro di loro.
Tra le regole, innanzitutto un richiamo al Codice penale: avvelenare un gatto randagio (ma lo stesso discorso si potrebbe fare anche per gli altri animali) è un reato punibile con un’ammenda fino a 25 mila euro e con la reclusione fino a due anni. Tra gli altri punti, la possibilità per le cosiddette gattare di portare il cibo ai propri amici in una zona dell’area condominiale concordata con l’amministratore. Le colonie di gatti avrebbero poi diritto di caccia nelle cantine e negli altri spazi in cui potrebbero esserci topi, per la loro funzione benefica sulla salubrità degli ambienti comuni. In più, dovrebbero essere messe a loro disposizione ciotole d’acqua 24 ore al giorno. Perché tutto questo possa avvenire, però, i medesimi “coloni” andrebbero individuati uno per uno dalla Asl e sarebbe necessario che ci fosse qualcuno che periodicamente li porti dal veterinario per i controlli sanitari. Nella realtà, probabilmente, non sempre si verificano tutte queste condizioni: in ogni caso, il decalogo getta le basi per l’ideale convivenza tra uomini e felini.
Avete aneddoti interessanti in proposito? Avete mai adottato i gatti del vostro quartiere? Raccontateci la vostra esperienza e… qua la zampa!