Le discriminazioni basate sull’età. Quali strumenti legali di tutela
Scritto da Gaetano De Luca il 04-03-2014
Quante volte vi siete sentiti esclusi o escluse a causa della vostra età più o meno avanzata? Vi è mai capitato di sentirvi a disagio in un contesto in cui le vostre esigenze non venivano prese in considerazione? Avete mai sentito frasi di questo tipo: “È sicuro di poter svolgere questo lavoro? Qui è necessario avere energia ed entusiasmo in abbondanza. Noi stiamo cercando qualcuno che abbia una carriera davanti a sé”. “Lei non ha bisogno di frequentare questo corso di formazione. Alla sua età, a cosa le servirebbe?”.
Queste sono solo alcune delle situazioni nelle quali, a causa di pregiudizi, stereotipi, paure e più in generale di un atteggiamento culturale poco aperto ad accogliere le molteplici diversità umane presenti nella nostra società, le persone possono trovarsi a essere trattate in modo sfavorevole a causa della loro età. Questo fenomeno costituisce ciò che in termini legali viene definito discriminazione basata sull’età. Questo succede, in primo luogo, quando una persona viene trattata in modo sfavorevole a causa della sua particolare età (c.d. discriminazione diretta). Siamo di fronte a una discriminazione fondata sull’età però anche quando un provvedimento, un atto o qualsiasi contesto oggettivamente “neutro” mettono una persona di una determinata età in una condizione di svantaggio (c.d. discriminazione indiretta).
Le discriminazioni in base all’età riguardano principalmente i giovani e gli anziani.
Un esempio di discriminazione diretta si ha ad esempio quando l’accesso a un determinato contesto (ad esempio un posto di lavoro, un corso di formazione, un parco divertimenti, un locale di pubblico spettacolo) viene impedito a coloro che si trovano sopra o sotto un certo limite di età. Un esempio di discriminazione indiretta può essere invece la progettazione o realizzazione di un parco divertimenti o di un sito di interesse turistico senza pensare alle esigenze delle persone anziane. Altro esempio è un annuncio in cui, per poter partecipare a un determinato evento, si richiedono caratteristiche psico-fisiche che difficilmente possono essere possedute da persone anziane o giovani. Si pensi a un annuncio in cui si richiede per lo svolgimento di un determinato incarico il possesso di particolari doti atletiche. È chiaro che in tal caso le persone anziane vengono indirettamente escluse dalla possibilità di parteciparvi e quindi vengano di fatto discriminate in virtù della loro età.
Ci sono poi una serie di situazioni nelle quali la mancata predisposizione di particolari accorgimenti che tengano conto delle esigenze ad esempio delle persone anziane ne comporta la loro possibile esclusione. Si pensi, ad esempio, alla mancata eliminazione delle barriere architettoniche presenti negli spazi aperti al pubblico e nei mezzi di trasporto pubblico. In tal caso la mancata rimozione degli ostacoli costituisce una possibile discriminazione indiretta in quanto la presenza di barriere architettoniche colpisce maggiormente le persone anziane rispetto alle persone più giovani.
Le situazioni in cui l’appartenenza alla fascia di popolazione anziana può essere penalizzante e comportarne l’esclusione da alcuni contesti economici e sociali possono essere le più svariate. Si pensi ancora alla normativa che di fatto impone di andare in pensione dopo una certa età o che consente ai datori di lavoro di poter licenziare senza una giusta causa o un giustificato motivo.
Negli ultimi anni, poi, l’aumento della popolazione anziana ha posto l’attenzione sul valutare se le politiche sociali siano indirizzate equamente o meno a tutte le fasce di età della popolazione.
Questo sempre maggiore processo di invecchiamento della nostra popolazione ha cambiato di fatto la struttura della nostra società. Gli anziani oggi costituiscono una fetta rilevante della nostra società, non solo dal punto di vista numerico, ma anche in relazione al grande contributo che essi possono ancora apportare alla crescita economica e sociale del nostro Paese.
Questo significa che se vogliamo valorizzare questo patrimonio di risorse umane occorre evitare che l’età possa costituire un fattore di esclusione e discriminazione.
A tale scopo, proprio per contrastare il sempre più diffuso fenomeno discriminatorio basato sull’età, l’Unione Europea ha emanato una specifica normativa antidiscriminatoria (Direttiva 78.2000) e ha posto tra i suoi valori e principi fondanti anche il divieto di discriminazione per età (Carta Nizza – art. 21). Il nostro paese ha dovuto pertanto adeguarsi emanando il Decreto Legislativo 216.2003 che ha espressamente introdotto un divieto di discriminazione per diversi fattori, tra cui proprio l’età. Purtroppo tale normativa si applica solo in ambito lavorativo e non ha un campo di applicazione esteso a tutti gli ambiti della vita in cui una persona anziana può trovarsi. Questo significa che tale tutela antidiscriminatoria non può essere invocata quando una persona anziana si sente esclusa ad esempio da altri contesti, come il pubblico spettacolo, la complessiva organizzazione dei servizi sociali e sanitari, il sistema di trasporto pubblico, lo sport e così via. In questi casi, la condizione di maggior fragilità dovuta alla particolare età di una persona non trova purtroppo uno specifico strumento di tutela legale.
Come possibile alternativa allora si potrà ricorrere alla tutela antidiscriminatoria della disabilità (Legge 67.2006). Ovviamente in tal caso occorrerà che la persona anziana si trovi in una vera e propria condizione di disabilità.