Se compri a rate risparmi? Mica detto!
Scritto da Gaetano De Luca il 29-10-2008
Il 31 ottobre si celebra l’84 esima giornata mondiale del risparmio.
Già da diversi anni la situazione economica sempre più incerta e le frequenti crisi finanziarie hanno reso un po’ paradossale questa giornata.
Sono sempre meno infatti i consumatori che riescono a risparmiare a causa dell’aumento del costo della vita; dall’altro lato, però, mai come quest’anno il tema del risparmio è stato particolarmente sentito dalla gente, alla ricerca di tutte le strategie possibili per spendere meno senza tuttavia rinunciare ai beni che desiderano di più.
Ma come conciliare risparmio e spesa per i propri beni? Acquistando a rate.
Oggi, infatti, si ricorre sempre più spesso al credito al consumo, una volta utilizzato solo per l’acquisto dei beni più costosi, anche per quelli di minor valore.
Il fenomeno è spinto anche dalla pubblicità che a volte induce a credere che chiunque possa permettersi di acquistare anche i prodotti in apparenza più inaccessibili per il nostro portafoglio.
Per esempio, i messaggi promozionali dei grandi magazzini, delle palestre, dei concessionari, dei tour operator sempre più spesso evidenziano direttamente il costo delle rate, anziché il prezzo finale del bene pubblicizzato e questo porta il consumatore a credere che qualsiasi bene possa essere acquistato senza grossi sacrifici.
In realtà queste promozioni possono nascondere molte insidie e rischi. E’ importante quindi capire come funziona l’acquisto a rate, cosa prevede la legge, come richiedere un prestito per comprare il bene desiderato, tutelandosi però da possibili “fregature” o sorprese.
Si tratta in altre parole di capire come funziona il cosiddetto credito al consumo.
Secondo l’articolo 121 del Testo unico bancario il credito al consumo è la concessione di un prestito con dilazione del rimborso in forma rateale da parte di un soggetto autorizzato (banca – società finanziaria) a favore di una persona fisica che agisce per scopi estranei ad un’attività imprenditoriale o professionale eventualmente svolta (il consumatore).
Esistono diversi tipi di credito al consumo: prestito personale finalizzato all’acquisto di un bene specifico (di cui parlerò in questo articolo),
prestito personale rateale, carta revolving, e cessione del quinto dello stipendio.
Come funziona il credito al consumo?
Solitamente il venditore del bene, anziché chiederci di pagare il prezzo totale, ci propone di pagarlo in “comode rate” mensili, facendo firmare un modulo predisposto da una società finanziaria in cui di fatto, se lo si sottoscrive, ci si impegna contrattualmente a pagare una rata mensile per un tempo più o meno lungo.
In questo modo si crea una triangolazione di rapporti giuridici tra il venditore, il consumatore acquirente e il soggetto che eroga il credito.
Con questo sistema, infatti, il venditore non riceve i soldi dal consumatore, ma dalla società finanziaria che li anticipa e che nello stesso tempo chiede al consumatore una restituzione dilazionata nel tempo.
Il venditore consegnerà subito il bene o servizio al consumatore.
Si aprono quindi tre distinti rapporti: uno tra consumatore e finanziaria, uno tra consumatore e commerciante, uno tra la finanziaria e il commerciante indicato come beneficiario del finanziamento.
In altre parole, benché il contratto di finanziamento sia finalizzato ad effettuare un acquisto specifico presso un commerciante, il commerciante stesso non figura mai come parte contraente del contratto di finanziamento. E questo è un aspetto molto importante da sapere.
Naturalmente il vantaggio di pagare delle rate mensili sostenibili finanziariamente può essere vanificato se il tasso di interesse è molto alto. In questo caso, senza accorgersene, si rischia di pagare per molto tempo tante piccole rate per un importo totale molto superiore al valore del bene.
Per capire quale sia il tasso di interesse, ovvero il “prezzo” che di fatto il consumatore paga per la dilazione di pagamento, non basta fare riferimento al tasso di interesse evidenziato nei messaggi promozionali, cioè il “Tan”, Tasso annuale nominale, bensi al “Taeg”, ossia il Tasso annuale effettivo globale, che esprime il costo totale del credito a carico del consumatore includendo non solo gli interessi ma anche tutti gli altri oneri da sostenere per utilizzare il credito.
Quindi attenzione a non farci “abbagliare” dai cosiddetti finanziamenti a tasso zero, perché spesso nascondono tassi effettivi molto alti.
Come fare, dunque, per essere sicuri di non sbagliare?
Innanzitutto, la cosa più importante da fare, prima di acquistare un bene a rate e prima di firmare qualsiasi contratto, è effettuare una serie di controlli su tutti i diversi aspetti che riguardano il prestito.
La parola d’ordine è non fidarsi di coloro che fanno grandi promesse.
Occorre in primo luogo fare attenzione alle società che chiedono degli anticipi sulle spese necessarie ad istruire la pratica.
Pur sussistendo un obbligo di informazione sulle condizioni praticate dalla società finanziaria, il mio suggerimento è quello di chiedere preventivamente una consulenza alla propria banca per capire se nel contratto di prestito siano menzionate tutte le condizioni contrattuali che ci consentano di fare una valutazione sulla convenienza o meno del prestito.
Le informazioni che non devono mai mancare in un contratto di prestito al consumo sono:
– il nome della banca o della finanziaria che eroga il prestito e i dati identificativi del consumatore;
– il tan ed il taeg;
– l’importo del prestito;
– le modalità di rimborso;
– il numero, l’importo e la scadenza delle rate;
– gli oneri in caso di mora, ovvero in caso di ritardi nel pagamento delle rate;
– la modalità di recesso e di estinzione anticipata;
– la descrizione dei beni e dei servizi;
– il prezzo di acquisto in contanti, il prezzo stabilito dal contratto e l’ammontare dell’eventuale acconto.
Per essere valido, poi, il contratto di credito al consumo deve essere redatto per iscritto, altrimenti si considera nullo. Le copie del contratto sono tre (una per il commerciante, una per il consumatore e l’altra per la società finanziaria).
Il consumatore, al momento della firma, deve presentare alcuni documenti:
– un documento di identità valido;
– il codice fiscale;
– la busta paga, il cedolino della pensione o la dichiarazione dei redditi.
Quali rischi restano fuori?
Il rischio principale cui va incontro il consumatore è legato al fatto che il vero e proprio contratto di credito al consumo viene stipulato tra la finanziaria e il consumatore, lasciando il commerciante nel ruolo di semplice beneficiario della somma finanziata.
Questo significa che, a prescindere da qualsiasi possibile contestazione nei confronti del commerciante (ritardo nella consegna, merce difettosa, mancata consegna del bene e così via),
il consumatore dovrà comunque e sempre continuare a pagare le rate del prestito.
Se sospendesse i pagamenti (come molti credono di avere il diritto di fare) andrebbe incontro a tutta una serie di conseguenze negative come ad esempio la segnalazione al Sistema informativo creditizio (in sigla Sic) dove vengono raccolte tutte le informazioni sulla solvibilità di coloro che chiedono credito.
Si viene quindi a creare un paradosso: il ricorso al finanziamento può configurare un ostacolo ad esercitare i propri diritti di consumatore in caso di inadempimento del commerciante.
Insomma, il consumatore rischia di dover continuare ad onorare tutte le rate mentre il venditore del bene ha già incassato il suo guadagno.
Il consiglio è pertanto quello di rivolgersi ad una associazione di consumatori o ad un legale per valutare le azioni da intraprendere.
Un altro rischio da evitare è quello di essere chiamati a pagare delle penali (interessi di mora spesso molto alti) nel caso in cui non si rispettino le scadenze delle rate. Il problema si presenta più facilmente laddove il consumatore scelga come modalità di rimborso delle rate il pagamento tramite bollettini postali.
Occorre pertanto prestare la massima attenzione prima di sottoscrivere il finanziamento proposto dai commercianti, in quanto nel modulo di adesione potrebbero essere previste delle penali molto salate in caso di ritardo anche di un solo giorno rispetto la scadenza stabilita.
Nel caso si voglia ugualmente ricorrere ad un prestito che preveda queste penali, a questo punto ricordiamoci di scegliere la modalità di pagamento tramite addebiti automatici sul conto corrente.
E in ogni caso, se si ritarda nel pagamento di una rata, è meglio comunque mandare un fax alla società finanziaria spiegando i motivi e dando assicurazione per la regolarità dei futuri pagamenti
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Queste brevi considerazioni, le precauzioni consigliate non dovrebbero infine mai farci scordare un vecchia, ma ancora valida regola di vita: “Non indebitatevi con nessuno, se potete”.
Quindi da una parte valutate ogni singolo acquisto e chiedetevi se quel bene vi serva davvero o meno, e dall’altra, se proprio non potete rinunciarci, verificate prima se potete affrontare l’acquisto con i vostri risparmi, senza chiedere denaro ad altri.