Una pietra miliare che rischia di sgretolarsi
Scritto da Stannah il 21-02-2011
Riflessioni sulla Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate, (legge 5 febbraio 1992 n. 104).
La Legge Quadro n. 104 del 5-02-1992 ha portato delle innovazioni notevoli affermando il diritto per i portatori di handicap di usufruire di prestazioni adeguate e nello stesso tempo ottenere sostegno per le famiglie che affrontano il doloroso compito di gestire i gravi disagi.
La legge si riferisce all’intera e complessa materia relativa all’assistenza e all’integrazione sociale sia in campo scolastico che lavorativo dei soggetti diversamente abili. Infatti, tale legge affronta in modo organico e articolato la molteplicità delle condizioni che concorrono a determinare la vivibilità e la qualità della vita delle persone diversamente abili.
Secondo la legge i soggetti con diversabilità, a cui vengono riconosciuti i requisiti per accedere alle prestazioni previste, sono “ri-considerati” in base all’interconnessione delle loro diverse dimensioni soggettive, cognitive, affettive, sociali e all’interno della fitta rete di relazioni familiari, amicali, istituzionali e lavorative. Ma di fatto?
Molto spesso a causa della mancanza di fondi si è dovuto assistere a situazioni limite, in cui casi molto gravi abbandonati a se stessi, per anni hanno visto l’ente pubblico (Amministrazione Comunale, ASP etc..) dover intervenire d’urgenza, causa dell’esplodere della situazione e potendo così solo “tamponare” la situazione limite, con interventi spesso del tutto inadeguati e/o troppo invasivi, (es. inserimento di diversamente abili in strutture per anziani).
l’intervento assistenziale si ritiene, debba essere orientato a promuovere iniziative allargate e a fornire strumenti e risorse all’utente, alla famiglia e alla comunità non limitandosi ad agire sulla singola persona emarginata o in difficoltà.
I servizi sociali di continuo devono fronteggiare le richieste di aiuto e assistenza da parte delle famiglie che, ritornano indietro delusi e rammaricati contro un’istituzione che sembra non volerli aiutare. Di contro è molto frustrante il lavoro dei servizi sociali nell’impossibilità di progettare e intervenire per migliorare la qualità della vita di persone e di interi nuclei familiari cronicizzati nell’handicap, attraverso interventi globali e a lungo termine.
Dott. Salvatore Sciortino
Assistente sociale
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