Come sarà il 2010? Dubbi e speranze a confronto

Scritto da Laura Cantoni il 26-02-2010

Che il 2009 sia stato un anno “horribilis”  dal punto di vista economico, nella percezione dei singoli italiani e per le prospettive di sviluppo generali del Paese, nessuno – o quasi- lo mette in dubbio.
Ma sul “come si metteranno le cose nel 2010” le opinioni sono diverse e ambivalenti. Difficile districarsi tra sondaggi di opinione, indicatori di fiducia, previsioni su spese, consumi e indebitamento delle famiglie. Proviamo, anche se il compito non è facile, a mettere insieme qualche informazione cercando di fare un minimo di chiarezza e trarre una realistica conclusione che ci aiuti a pensare al prossimo futuro senza troppe ansie, ma neanche esagerate speranze.
Primo punto: i sondaggi di opinione. Negli ultimi mesi abbiamo letto da più fonti che fra i cittadini italiani sembra crescere l’ottimismo nel futuro: diminuiscono le preoccupazioni per la situazione del mercato del lavoro, per il proprio lavoro, per le capacità di risparmio delle famiglie, aumenta la sensazione che la situazione del Paese migliorerà nel futuro. Questi cambiamenti di opinione sono peraltro molto ovvi, se confrontati  con i dati di fine 2008 – inizio 2009, quando lo “scoppio” della crisi aveva generato un pessimismo  pesante e diffuso. Ma secondo qualche “sondaggio logo”, gli italiani  sembrano essere più ottimisti anche solo rispetto a qualche mese fa. Questa tendenza viene confermata da indagini svolte a livello mondiale, che illustrano un aumento di ottimismo significativo da aprile a novembre 2009 (curiosità: lo sapete quali sono i Paesi  più ottimisti? Brasile, Honk-kong, Corea. Quelli  più pessimisti? Spagna e Giappone. E l’Italia? Situazione stabile!). Ma questa tendenza riguarda meno i giovani. Da una ricerca svolta in 150 Paesi sembra che la metà dei giovani siano molto pessimisti sul futuro e in particolare gli italiani si collocano al 118 esimo posto nella gerarchia degli ottimisti – molto preoccupati come sono dalla minaccia della disoccupazione e dal declino del potere di acquisto).
Secondo punto: gli indici di fiducia. Se andiamo a vedere i dati sulla fiducia degli italiani  appena pubblicati (23 febbraio 2010) dall’Isae, che è un istituto di studi e analisi economica molto autorevole, la situazione appare un po’ diversa:  da dicembre 2009 ad oggi (quindi negli ultimi 3 mesi) diminuiscono  progressivamente, ma di molto, tutti gli indicatori della fiducia. Peggiora parecchio la valutazione sulla situazione economica del Paese, diminuiscono le attese nel breve termine, aumenta il pessimismo sulla situazione del mercato del lavoro. Fortunatamente meno drammatiche appaiono le opinioni sulla situazione familiare, soprattutto con più ottimismo riguardo al proprio bilancio.

Terzo punto: le previsioni economiche. Il rapporto Euromonitor (si veda il link in basso) a metà dicembre pubblicava previsioni molto precise: l’economia globale è agli inizi della ripresa. Questo, grazie soprattutto all’ingente intervento delle banche centrali e dei governi. Da questa analisi sembra che la spesa delle famiglie aumenterà nel 2010, non di molto a dire il vero, ma meglio che niente (0,7%). Naturalmente il recupero della economia dipenderà da molte variabili, e cioè dalla rilevanza dei cosiddetti “pacchetti stimolo” che i Paesi  (chi più chi meno, chi molto meno),
hanno saputo mettere in atto, dalla crescita del commercio estero, dalla necessità delle famiglie di far fronte ai loro debiti e alle situazioni di disoccupazione che non favoriscono certo i consumi e quindi la produzione.
Che dire dell’Italia? Secondo l’Istat, a dicembre si è notata una crescita di due importanti indicatori, che sono il fatturato e gli ordini, ma non si capisce se si tratta di segnali contingenti o di cambiamenti effettivi, dato che  organismi istituzionali come i sindacati e le stesse associazioni degli imprenditori non cessano di manifestare preoccupazione per le previsioni di una crescita molto bassa e per una ripresa lenta della occupazione.
Finalmente (!) arrivati alla conclusione di questo percorso, quali conclusioni trarre?
Molto probabilmente è vero che il peggio è passato, e che siamo all’inizio di un periodo migliore. E’ però anche vero che le difficoltà delle imprese continueranno a farsi sentire, con effetti che forse qualche mese fa erano meno avvertibili di ora, e che i segnali evidenti di una ripresa sono difficili da intravedere per chi non legge statistiche e previsioni economiche. Molto dipenderà, come tutti dicono, da quello che sia stato l’intervento del Governo a supporto delle imprese e dei consumi. Non meravigliamoci, quindi, se le famiglie, più rilassate sicuramente rispetto all’anno scorso, esprimano oggi non poche titubanze riguardo a un futuro difficilmente decifrabile in prospettiva, sia se pensano alla solidità economica e finanziaria dell’Italia tutta sia se si limitano a pensare alla propria.

LINKS

Torna l’ottimismo?

Quanta fiducia nel futuro?

Crisi passata?

Ottimisti battono pessimisti

Giovani più pessimisti dei vecchi

Fiducia dei consumatori in rialzo

Euromonitor

“Nota Economica” del Centro Studi Assolombarda aggiornata al 17 febbraio 2010

“Crollo dell’industria nel 2009 – Marcegaglia: la crisi non è finita”: La Repubblica