Un libro per amico

Scritto da Laura Cantoni il 09-12-2009

Un libro per amico? Per gli italiani non è tanto vero: rispetto a Francia, Spagna e Germania, siamo anzi proprio il fanalino di cosa quanto a frequenza di lettura e acquisto di libri. I lettori più assidui sono i tedeschi e gli inglesi, poi gli spagnoli, i francesi, ultimi noi.
Ma in Italia chi legge, chi non legge, e perché? In fondo, la lettura è forse la prima cosa che si impara a scuola: come mai durante gli anni i libri vengono abbandonati da parte di circa il 40% della popolazione?
Dopo tutto, abbiamo una scelta enorme tra generi diversi, tra differenti livelli di spesa (pensiamo solo alle edizioni economiche) e anche la distribuzione, con la vendita dei libri al supermercato, nelle edicole, e da ultimo via internet, ci dà possibilità di accesso alla lettura teoricamente illimitate.
Vediamo meglio. Intanto, chi legge. Secondo una ponderosa analisi dell’Istat, leggono più le donne rispetto agli uomini, i più giovani rispetto ai meno giovani: anche se, è bene ricordarlo, una buona parte di giovani legge perché – diciamolo – sono obbligati dalla scuola, o dalle prime esperienze di lavoro. E infatti, ci sono meno giovani, rispetto agli altri, tra coloro che leggono nel tempo libero, al di là dei motivi scolastici o professionali.
Le differenze sociali incidono moltissimo nella lettura: leggono di più (ma anche loro non molto) laureati, dirigenti, imprenditori, liberi professionisti, e si legge di più al Nord e meno nel Sud Italia.
E invece, che cosa disincentiva la lettura? La causa (speriamo) contingente è la crisi economica. Secondo il Censis, tra il 2007 e il 2009 è calato il consumo di tutti i “media” a pagamento, libri compresi, tra tutte le fasce della popolazione: uomini e donne, persone più o meno istruite, e anche i lettori assidui hanno diminuito l’intensità di lettura.

Ci sono però motivi più profondi, di carattere psicologico, culturale, e ovviamente fisico, che ostacolano la lettura dei libri.
Se è vero che quando si è nel pieno dell’attività lavorativa può mancare tempo libero da dedicare alla lettura, sembrano tuttavia più realistiche le dichiarazioni di quel 30% di italiani che esprime un totale disinteresse: tra questi, troviamo innanzitutto giovani, ma dall’altra parte, anche una buona percentuale di 50-60enni si dimostra “distaccato” dai libri, mentre per le persone più anziane, soprattutto gli tra gli ultrasettantacinquenni, il problema sono le difficoltà di vista e di salute in genere.
Questi ultimi due fattori svolgono un ruolo talmente importante che già prima dell’attuale crisi erano relativamente pochi coloro che giustificavano la non-lettura con motivi di carattere economico (libri che costano troppo) o logistico (assenza di librerie e biblioteche vicine a casa).
Sintetizzando, sembra proprio che un rapporto positivo con i libri nasca da condizioni di “lunga durata”, come il livello socio-culturale, la presenza di genitori che leggono, e quindi di libri in casa; in assenza di queste condizioni, e di una forte azione di stimolo da parte della scuola, riesce difficile acquisire familiarità con la lettura, mentre fra le persone un po’ più avanti con gli anni, la mancanza “storica” di stimoli e di opportunità, si somma poi ad acciacchi più o meno rilevanti, ma molto vincolanti.

Per avvicinare le persone alla lettura dei libri gli addetti del settore stanno moltiplicando le iniziative, e non solo con mostre, premi e festival.
Già negli anni scorsi, ad esempio, si sono sviluppate attività per fronteggiare gli handicap fisici alla lettura (non solo propri agli anziani, ma anche a molti giovani): ad esempio, il “Progetto Lettura Agevolata”, un servizio promosso dal Comune di Venezia per consentire la lettura ai disabili della vista, con informazioni sulle diverse metodologie che aiutano alla lettura, books on demand prodotti con tecnologie digitali che permettono di personalizzarne la grafica, banche dati di libri disponibili in modalità alternativa.
Sempre su questo fronte, la casa Editrice Angolo Manzoni già da tempo pubblica volumi in corpo 16 Grandi Caratteri, che con una offerta abbastanza ampia di titoli intende avvicinare i non lettori fra quei 25 milioni di italiani che soffrono di problemi vista.

E per conquistare lettori di ogni età e ceto, si sviluppano sempre di più canali di vendita alternativi alle librerie tradizionali, come i supermercati e gli ipermercati (che pesano ormai per circa il 18% delle vendite, e internet) o modalità ancora più caratterizzate da relazioni di prossimità con il pubblico. Due esempi: la casa editrice Mursia che sta organizzando tir itineranti trasformabili in librerie multipurpose con tutti i comfort (area conferenze, pc e cocktail),
o le prime librerie “temporary shop” a Milano, nate per coniugare cultura, design, eventi.
Chissà che questa creatività possa davvero servire a ridurre la distanza dalla lettura, e aumentare le infinite occasioni per il benessere e per la salute delle persone che può offrire un libro: far sognare, emozionare, riflettere, rilassare, ridere, piangere, divertire, pensare, non-pensare! Un libro sempre vicino è in fondo come un amico vero: a disposizione quando lo vuoi, discreto quando non ci sei, attento alle tue esigenze, pronto a riflettere i tuoi stati d’animo.
E, fuor di metafora, i libri aiutano a restare giovani, se è vero, come pensano ormai molti, che lo stimolo intellettuale sembra uno delle soluzioni più efficaci per mantenere elastiche le capacità cerebrali.
… Diamoci da fare, allora: a partire dalle prossime Feste, per regalare e farci regalare un bel libro, magari tra quelli che suggeriscono gli amici del Blogzine.

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