Bocce e birilli

Gli esordi

“Com’è che sei diventato un giocatore di bowling, caro Danilo?” “Niente di più facile” “Galeotti furono gli amici?” “Proprio così; sono stati loro a tirarmi dentro”. I bowlers italiani s’appassionano in fretta a questo gioco che approda nei primi anni Sessanta in Italia. È il 1963 quando in primavera si aprono i primi centri a Milano, a Roma, a Bologna e a Palermo. All’inaugurazione romana intervenne addirittura il ministro dello spettacolo e del turismo, S.E. Onorevole Alberto Folchi con l’immancabile cardinale di prammatica a sancire l’importanza dell’evento. Sono gli anni in cui il miracolo economico comincia ad offuscarsi, ma i giovani vogliono continuare a divertirsi. “Guarda che io nascevo alla fine di quegli anni. Non sono mica un vecchione come te” mi fa Danilo “Hai ragione scusa; ma voi giovani ‘milanesi ariosi’ degli anni Novanta, che facevate per divertirvi?”

“Noi eravamo ‘operativi’ alla fine degli anni ’90: frequentavamo il minigolf a Monza d’estate, d’inverno invece andavamo a giocare a bowling dalle parti di piazzale Loreto” “Le alternative?” “Ai miei tempi, con la mia banda, tre erano le attività preferite: il calcio balilla; il ping pong e ovviamente il bowling, tutte attività che si possono praticare al coperto” “Il bowling: ma non è un’americanata? Me ne intendo sai: ho visto il grande Lebovski” “Amico mio, il gioco del bowling, evidentemente con altri nomi, sembra lo praticassero addirittura gli antichi egizi, e poi i romani e via via nel corso dei secoli lo si giocava in tutto il mondo” “Sì va bene ma è soprattutto negli Stati Uniti che lo si è praticato tanto ed è tuttora in gran voga” “Non è del tutto vero. Dappertutto, oggi, si gioca a bowling. Certo è che negli anni Trenta e successivamente negli anni Quaranta negli States vengono messe a punto le macchine che depongono i birilli a terra” “Perché? Prima bisognava far tutto a mano?” “Evidentemente sì” “Però le regole del gioco sono sempre rimaste le stesse, no?”

Le regole del gioco

“Ma certo. Lo scopo del gioco è quello di buttare giù tutti i birilli. Per giocare devi tirare una boccia dal peso variabile da un minimo di 6 fino ad un massimo di 16 libbre …” “Ovvero bocce dal peso che varia fra poco più di due chili e mezzo e sette chili. Però i giocatori di bowling non mi sembrano proprio dei culturisti” “Che fai, alludi?” “Ma no, dicevo per dire. È un fatto che questo gioco lo praticano anche le donne, gli anziani …Piuttosto, spiegami: come mai c’è questa differenza di peso fra le bocce?” “Le bocce più leggere servono per i bambini che giocano per puro divertimento. Chi pratica agonismo usa solo bocce di 14,15 e 16 libbre.. Seguimi con un po’ di pazienza e ti spiego tutto bene” “Ok” “Dunque: è chiaro che il giocatore tira la boccia con lo scopo di abbattere il maggior numero di birilli” “Certo. Tutti quelli posti in fondo alla pista. Sono disposti a piramide con la punta verso il tiratore” “Esatto. Quei dieci birilli formano il castello ..” “Contro il quale tu devi scaraventare una boccia che ruzzola il più veloce possibile” “Attento. Quand’è l’ultima volta che hai giocato?” “Bah, non mi ricordo…” “Avrai notato che nella boccia c’è un nucleo ‘decentrato’” “No, non l’ho presente. Ma a che serve?” “Questo aiuta il giocatore a influire sull’effetto dato alla sfera nella sua corsa verso i birilli”

“Scusa se ti interrompo. Ma quando gioco a biliardo l’effetto me lo danno le sponde contro le quali indirizzo la palla” “Ma che c’entra il biliardo? Adesso perché anche lì c’è una palla, allora credi che le regole di un gioco valgano anche per un altro? Nel gioco del bowling è vietato usare le sponde. Anzi se la boccia le colpisce, il tiro è dichiarato nullo” “Forse ora capisco perché le bocce sono tutte bucherellate” “Non sono ‘bucherellate’. Ci sono solo tre buchi.” “Ah, ecco. Così le impugno meglio” “Già. In quei fori il giocatore ci fa entrare le dita” “Credo di capire. A seconda di come tiene le dita può orientare il tiro della boccia?”

La pista è condizionata

“Certo l’aria condizionata influisce sulle persone e immagino anche sui materiali” “Ma che dici? Dire che La pista è ‘condizionata’ significa intendere che la sua superficie viene oliata con un particolare lubrificante che, oltre a proteggere la pista stessa, consente lo scivolamento della boccia” “Mi stai dicendo che ci vuole un addetto che con un pennello unga la pista?” “Una volta si faceva quasi così. Oggi ci sono delle apparecchiature che prima lavano e detergono e poi pongono sulla superficie della pista l’oliatura necessaria” “Siamo pratici. Io sono un giocatore, adesso ho la boccia in mano e m’avvento sulla pista ..” “Non t’avventare! Stai attento. Ho visto le persone volare perché hanno perso aderenza con il pavimento della pista” “Sì, lo so, dicevo per dire. C’è tutta una pantomima da adottare” “E’ proprio così. I giocatori devono assumere quella posa che è funzionale all’efficacia del lancio” “Non è per essere stilosi che fanno quella specie di inchino?” “Ma no. Hai notato quanto è grossa la boccia? Per cui i giocatori debbono fare forza sulla gamba opposta al braccio con cui effettuano il tiro” “Perché?” “Perché altrimenti si colpiscono il ginocchio!” Nel mentre Danilo, destro naturale, mima il gesto, flettendo bene in avanti la gamba sinistra mentre la destra, quasi come un ballerino di tango, la pone graziosamente dietro di sé.
La pista è anche suddivisa in parti specifiche. La camminata d’avvicinamento arriva fino alla linea di fallo, ovvero quella linea che sa la oltrepassi, invalidi la giocata. “Questa zona si chiama approach” “Quant’è ampia?” “Un po’ meno di cinque metri” “Sembra lunga, no?” “Serve al giocatore per prendere la rincorsa e poter così imprimere forza al suo lancio” “Giusto. Quanto lontano sono posti i birilli?” “Il primo birillo è posto a un po’ meno di venti metri”

Danilo diventa un provetto bowler

“Vedo che padroneggi le regole perché pratichi questo sport da tanto tempo, vero?” “Dalla fine degli anni Novanta. All’inizio, come già t’ho detto, proprio solo per divertimento, per passatempo” “Eravate avvantaggiati in questa vostra passione perché di piste da bowling se n’aprivano un sacco” “Verissimo: pensa che nella mia zona apre un bowling nuovo: per me è molto comodo, è vicinissimo a casa, comincio così ad andarci due volte la settimana per ogni settimana” “Chi molto pratica, molto impara, diceva la mia nonna” “All’inizio è stato difficile: io non so ballare, sono l’antitesi del coordinamento, sono goffo. Poi però, provando e riprovando, senza quasi nemmeno rendermene conto, acquisto sempre più destrezza, e comincio a gareggiare in quelle occasioni aperte a tutti” “Entri a far parte di una squadra?” “Pensiamo di metterla su noi nel nostro gruppetto di affezionati dilettanti: poi io e un amico decidiamo di entrare in una squadra già strutturata. I JOLLY e l’anno successivo passiamo agli Iron Horse. “Perbacco. Solo il nome mette paura!” “Cominciamo l’attività agonistica!” “Avete cominciato subito a vincere?” “Beh, vincere sempre no, ma essere nel gruppo dei favoriti e in quelli da battere sì. Quattro sono le categorie nel bowling in ordine crescente di importanza: D, C, B, A. (Questo fino a qualche anno fa ora il sistema di classificazione è cambiato). Il primo anno gioco 590 partite, diventano già 1100 il secondo anno: ormai vado al bowling 3 – 4 volte la settimana e poi a gareggiare sul serio. Perché più gioco e più m’appassiono. E così piano piano sono passati dodici anni e 8500 partite. Dalle nuove leve, saltando la D sono subito andato in C poi in B ed infine in A dove in 256 partite ho avuto una media di 195 punti” “Ti ricordi tutto?” “Ti stupisci che sia così preciso? Sono fissato con le tabelle in Excel. Ho raccolto in un file tutte le partite fatte: data, località, punteggi. Lì sono registrate tutte le partite: fossero di allenamento oppure gare. In queste tabelle non inserivo solo il punteggio ma anche le tipologie di tutti i tiri che di volta in volta facevo. Per undici anni sono andato benissimo poi ho cominciato a calare”

“Hai acquisito nel tempo una tua tecnica, immagino” “La corretta tecnica di lancio prevede che il tiro venga effettuato poggiando la boccia sul palmo della mano rivolta verso l’alto, il gomito inclinato di 90° all’altezza del fianco e tenendo l’avambraccio teso e il polso dritto. La posizione di partenza è a gambe unite. Questa è la teoria. Poi però è necessario trovare un ritmo per eseguire con efficacia il tiro: all’inizio ho fatto fatica perché, come ti dicevo, sono un po’ scoordinato. Poi però m’appassiono al punto che il gesto si stabilizza nella memoria muscolare e da allora tutto diventa automatico” “Mi insegni qualche trucco?” “Macché scorciatoie. Le cose si imparano solo se ci si appassiona e ci si dedica tempo e poi ci si impegna sul serio” “D’accordo, non ti arrabbiare. Chiedevo per un amico” “Non fare il furbo, eh! Comunque, oltre alla boccia più adatta, occorre prestare attenzione alle scarpe che si indossano. Finché pratichi il bowling una volta ogni tanto, puoi noleggiare le scarpe direttamente nell’impianto. Poi però se decidi di dedicartici con continuità, ti conviene curare l’attrezzatura di cui dotarti. E le scarpe sono fondamentali”

Bocce, birilli, scarpe e basta?

“Che cosa serve ancora, oltre alla pratica e alla giusta attrezzatura, per diventare un buon bowler?” “La cosa più complessa è acquisire quel raccoglimento in te stesso necessario, anzi indispensabile per isolarti dal contesto caotico attorno a te” “Già, di solito negli impianti c’è sempre una gran confusione” “Appunto. È fondamentale invece reperire tutte le risorse mentali necessarie a giocare con la massima efficacia” “Ti viene in mente qualche aneddoto al riguardo?” “Mi ricordo a Formiggine un giovedì sera, pioveva. Io non riesco ad andare in finale. Il mio collega sì. Ma era nervosissimo. Forse sentiva l’umido, chissà. La domenica mattina, il giorno della finale le condizioni metereologiche erano totalmente cambiate ed erano cambiate le reazioni delle bocce sulle piste ma l’umore del mio collega era rimasto pestilenziale. Se la prendeva con tutto. Brillante risultato: ha buttato via una vittoria che era nelle sue possibilità, solo perché non è stato capace di concentrarsi sul momento presente, smettendo di recriminare su tutto ciò che lo circondava, lasciandosi così influenzare dall’ambiente”

“Tu invece hai sempre mantenuto una buona concentrazione?” “Spesso di sì. Purtroppo non sempre! Sono consapevole dell’importanza dell’allenamento mentale. Non basta solo la tecnica e la preparazione fisica. Bisogna allenare anche la mente. Io riuscivo, molte volte, nelle gare ad entrare in una gabbia di concentrazione e niente e nessuno aveva il potere di distrarmi. Se mi fosse venuto voglia di parlare, sarei uscito dalla pista. Quando sei lì, non c’è spazio per altro” “C’era qualcosa che ti dicevi?” “Osservavo tantissimo le condizioni della pista e quelle dei birilli” “I birilli?” “Eh sì, proprio i birilli. Li vedi laggiù, disposti in fondo alla pista rettilinea secondo uno schema a triangolo?” “Certo e allora?” “Se i birilli sono nuovi sono certamente più stabili e può essere più difficile che cadano giù se vengono solo sfiorati. Birilli più vecchi invece possono avere la base più consumata e risultare in un certo qual modo meno stabili, abbattibili così anche grazie a una semplice ‘ventata’ prodotta dalla boccia ruzzolante. Quindi, dall’attenta osservazione dei birilli puoi stabilire l’effetto da dare alla boccia”

Bocce e vita quotidiana

Il mio ospite è un grande giocatore di bowling ma è soprattutto un uomo saggio: “Nel gioco ma anche nella vita, ciò che hai fatto può servirti certamente d’esperienza ed è importante che tu ci rifletta sopra. Chi non impara dall’esperienza, è costretto a ripeterla. Tuttavia, ciò che è successo è successo. Neanche gli dèi possono modificare il passato. È accaduto: basta. Ora, nel momento presente, devi ricominciare daccapo. Hai vinto, hai perso nella gara precedente? Bene, è successo. Dipende da te, da te soltanto non lasciarti condizionare da quel risultato che ormai è acquisito e non conta più ai fini della nuova partita. E se non ci sei con la testa, anche se nel passato hai vinto, qui ed ora perderai”

A differenza del Grande Lebovski “Di che cosa ti occupi nel tempo libero? Mah, le solite cose, bowling, un giro in macchina, un trip d’acido quando capita”, Danilo è uomo integerrimo e grande lavoratore. Al più potrebbe permettersi di convenire con Lebovski solo per quanto riguarda questa affermazione: “Questo non è il Vietnam, è il bowling: ci sono delle regole”. Tuttavia, visto il gesto atletico che attua quando mima il lancio della boccia sulla pista, secondo me si ritrova in questa definizione della danza data dalla grandissima étoile, Carla Fracci: “La danza è una carriera misteriosa che rappresenta un mondo imprevedibile ed imprendibile. Le qualità necessarie sono tante. Non basta soltanto il talento, è necessario affiancare alla grande vocazione, la tenacia, la determinazione, la disciplina, la costanza” e parafrasando Totò, Danilo può concludere: “Io, modestamente, lo nacqui”