Il collezionista di fonografi (e di grammofoni)
Sernagiotto Carrer
La Storia
“Ho studiato, sai?” faccio al mio amico fotografo che m’accompagna
“Bravo te”
“E non mi chiedi nulla?”
“No. Tanto so benissimo che stai per dirmelo da solo, senza bisogno che ti solleciti io”.
“E dimmi su, da bravo: che cosa hai studiato di bello?”
“Il fonografo”
“Il che?”
“Ah! Allora sei curioso, eh? Il fonografo. Perché andiamo a trovare un collezionista straordinario di questi apparecchi”
“Sarebbe a dire quell’oggetto che può riprodurre dei suoni? Ovviamente se questi suoni sono stati registrati su un supporto meccanico”
“Si, proprio quello. E sai chi è stato che ha inventato questa meraviglia che ti fa ballare, che ti rapisce, che ti affascina?”
“Si lo so. E’ stato Edison che nella seconda metà dell’Ottocento registrò i suoni su un cilindro rotante. “
“Bravo. Il signor Sernagiotto, il nostro ospite di oggi, possiede …. tieniti forte, il primo apparecchio su cui Edison incise le prime parole. Ti rendi conto?”
“Incredibile. E funziona?”
“Assolutamente sì!”
“E quali altre meraviglie ci aspettano?”
“Oltre ai fonografi conserva anche degli antichi grammofoni … “
“Su questo aspetto mi sento preparato: il grammofono l’ha inventato un tedesco, che però ora come si chiama? ”
“Il signor Sernagiotto m’ha detto che gli inventori del grammofono furono degli Inglesi ma anche dei tedeschi. M’ha parlato del cugino di Bell, quello del telefono, sai? Poi se mi ricordo bene, inglesi e tedeschi furon capaci di migliorare di gran lunga la qualità della riproduzione. Le questioni tecniche te le risparmio: ti basti sapere che invece dei cilindri questi due signori usavano dei dischi, enormemente più facili ad essere duplicati. Lui ce n’ha una collezione anche di questi“
Ecco che ci riceve. Sernagiotto è un signore gentilissimo e garbato, pieno di premure nei nostri confronti. Sembra felice di incontrarci e non sa quanto siamo noi ad essere fortunati a conoscere una persona che in tutta la sua vita ha cercato, studiato, acquistato, scambiato e raccolto fonografi dappertutto fino ad averne una collezione costituita da più di 250 esemplari, tutti perfettamente funzionanti, che tiene stipati in uno spazio che per quanto grande (tre stanze: un vero e proprio appartamento dove la cucina, o la vasca da bagno oppure un divano letto fungono da supporti per le trombe dei grammofoni e i grammofoni stessi) appare piccino.
“Lavoravo alle Poste. La mattina all’alba correvo in ufficio perché avevo la responsabilità di raccogliere tutti i fonogrammi che venivano da Roma. Li dovevo distribuire, attraverso altri fonogrammi, per tutte le città del Veneto, su cui avevo responsabilità.”
“Alle Poste? Uno come lei? Ma com’è possibile?”
“Guardi, è stato il caso. Un giorno un mio amico mi fa “Dai su, accompagnami a Mestre che c’ho il concorso.” E senza dirmelo, il farabutto, aveva iscritto anche me. E sa com’è andata?” “Ha vinto lei il concorso!” “Certo che si!” “E il suo amico?” “A casa!”
“Ma dai! E come ha fatto?” “Grazie alla passione per i fonografi ne avevo con me uno piccino e ho registrato, non visto, tutte le domande che la Commissione faceva. Erano sempre le stesse domande. Ho fatto un successone sbaragliando 5.000 concorrenti.” “E per quanto tempo c’è stato alle Poste?” “Dal 1950 al 1986”
“Ma avevo capito che lei ha passato la vita nelle fiere, girando senza requie per trovare queste meraviglie”
“Certo. A mezzogiorno potevo lasciare il mio posto, e correvo a Genova, a Bolzano, a Roma dove m’era giunta voce che c’era una meraviglia come questa” e si ferma per indicarmi qualche esemplare della sua collezione.
Di tutti i pezzi che ha raccolto ne conosce la storia: “Questo apparteneva alla regina Vittoria. L’ho pagato una fortuna: ma guardi che bellezza.” Come dargli torto? Per un ignorante come me, questi apparecchi fanno un effetto strano.
Il mio ospite capisce che ha di fronte un sempliciotto incapace di riconoscere l’arte, la perfezione, l’eccezionalità. Con paterna pazienza, impareggiabile mentore, mi conduce in questi spazi affollati di storia, di cultura, di ricerca e di passione.
“Vede: questa è una collezione di trombe acustiche …. “ mi dice e io vedo un guardaroba di cappelli da mago. Questi signori, arrivati per un congresso si vede che prima d’avviare i lavori, hanno lasciato qui il loro bizzarro copricapo …… “e questo è un fonografo che ho trovato in un bunker tedesco. Veniva di certo utilizzato per trasmettere in Germania le ultime notizie del disfacimento di Salò … .” Ed io sento la voce concitata di un soldato della Wermacht che urla, il 7 aprile del 1944 per riuscire a sovrastare il fragore delle bombe che cadendo, quasi radevano al suolo la città …..
Poi ci indica un apparecchio lì in basso: “Vi voglio raccontare di quando comprai questo esemplare più unico che raro. Ero a Genova, avevo girato tutto il giorno in questo mercatino e avevo bell’e comprato due fonografi. Avevo esaurito il budget. Sicché m’apparecchiavo a tornare a casa, quando m’imbatto in questa bellezza. Tratto alla morte e spunto il prezzo che avrei potuto pagare utilizzando però i soldi per la benzina, per l’autostrada e per mangiare qualcosa. D’impulso consegno il denaro al venditore di quella meraviglia e mi stringo al petto il mio nuovo tesoro. Lo depongo sul divanetto posteriore dell’auto, fo per avviarla e mi rendo tristemente conto che devo fare subito benzina. Ma come fare, son senza una lira!”
“E quindi immagino avrà dovuto sacrificare uno dei suoi pezzi acquistati per riavere un po’ di soldi, no?”
“Ma non l’avrei mai fatto. Sono andato alla polizia e o detto loro che avevo perso il portafoglio con tutti i miei averi. Questi sono i documenti: prestatemi 100.000 lire che come arrivo a Treviso ve li rimando con un vaglia postale”
“Fantastico! E l’hanno fatto?”
“Sì’! Ero irresistibile!”
Da sempre realizziamo montascale per consentire libertà di movimento ai nostri clienti. Dall’ascolto dei loro racconti nasce il progetto Stannah Racconta, una raccolta di storie di uomini e donne straordinariamente ordinari.