La Lezione di Betty

Scritto da Stannah il 15-03-2022


Di lei sappiamo tutto (da circa settant’anni). Anche se non si può dire che sia una donna “loquace”. Ma ogni singolo istante della sua vita è stato minuziosamente scandagliato da cronache quotidiane, serie televisive, biografie rigorosamente non autorizzate e libri di storia. Perché stiamo parlando di Elizabeth Alexandra Mary Windsor, nota al mondo come la Regina Elisabetta e che noi, irriverenti (ce lo possiamo permettere dal momento che non siamo suoi sudditi), ma non irrispettosi, chiamiamo amorevolmente e semplicemente “Betty”. Si perché sarà pure una delle donne più potenti del mondo, la regina delle regine, più inossidabile dei monumenti a lei intitolati, ma per noi rimane una simpatica “nonna”. Infatti qui non staremo a fare biografismi su di lei: per questo c’è Netflix. Ma vorremmo semplicemente trarne alcune lezioni semiserie di stile e sopravvivenza. Contando sul fatto che lei – e lo dicono i biografi ufficiali – è dotata di una risata fragorosa e tanta autoironia: basti pensare che rivedendosi in TV in una replica del matrimonio di Carlo, si è paragonata a Miss Piggy.

Quindi al grido di “God Save the Betty” vediamo cosa possiamo imparare da questa donna che nonostante guerre, disastri famigliari, scandali e crisi di ogni ordine e grado ha saputo non solo restarsene ben salda al suo posto. Ma essere ancora oggi, secondo i più recenti sondaggi, “la più amata del reame”.

1. Ciao Ciao. Prima che arrivasse “La rappresentante di lista” con il saluto-tormentone e dopo che lo stesso sarà dimenticato, il saluto più iconico era e sarà il “Betty-Bye”. Quella manina chiusa e (un po’ rigida) che ruota su sé stessa. Un mix tra formalità e controllata empatia ottimo per ogni occasione. Il punto esatto di fusione tra il “ciao” e l’”arrivederci e grazie”.

2. I pastelli dell’imperatrice. Spesso Betty dai cronisti della moda e dello stile è stata definita come la “donna peggio vestita del mondo”. Ma solo perché quei colori pastello-acidulo esistono solo nel suo guardaroba. Certi cappellini hanno architetture cubiste. Nelle occasioni informali, invece, non ha paura a farsi immortalare con un foulard annodato al collo e gli stivaloni infangati come fosse una mondina della Lomellina. E comunque sia resta una regina (a prescindere dalla corona). Il messaggio per tutte le donne è: nessuno ti può giudicare, nemmeno tu. Quello per le croniste della moda è che, a fronte di certe stravaganze da passerella, gli outfit regali appaiono icone di controllata e dimessa sobrietà.

3. L’acconciatura. Sempre la stessa. Da settant’anni. Simile a quella della signora sulla confezione dei dadi Star. Poca spesa, massima resa. Funziona sotto la corona come sotto ai foulard. Un po’ perché si sa, Betty è un po’ tirchia, anzi è “parsimoniosa”. Ma c’è di più.
A rincorrere le mode e i modi del momento si finisce nell’effimera omologazione. E non si potrà mai ambire ad avere il proprio volto stampato sulle banconote ad imperitura memoria.

4. Una vera regina (e non solo in senso araldico) conosce il valore della pazienza. E Betty ne ha avuta sicuramente moltissima: con il marito, con i figli, con le nuore e anche con uno squinternato che nel cuore della notte si è infilato in camera sua. La tecnica è sempre la stessa. Voce calma e ferma e la mano nella stessa posizione di partenza del “Betty Bye”, ma pronta, all’occorrenza, a qualche ceffone più eloquente di mille parole. Lei in testa ha una corona, mica un’aureola.

5. I compromessi? Parliamone. Mi spezzo ma non mi piego è la più grande bugia di tutti i tempi. Betty si è piegata milioni di volte ma è ancora lì. Rispettata, inamovibile e pure amatissima. Pensiamo a Lady Diana. Tra nuora e suocera – è un classicone – non correva buon sangue. Eppure nel momento della tragedia (anche se dopo qualche iniziale esitazione) Betty ha messo da parte antichi rancori e, con quel discorso alla nazione, ha saputo essere impeccabile, come madre, come nonna e come capo di stato. E anche commovente (dote, fino a quel momento, relativamente inedita). Anche con un’altra Lady, quella di ferro, pare ci fosse una reciproca antipatia che doveva rendere gli incontri settimanali un vero e proprio incubo. A cui Betty – al massimo – faceva fronte con qualche battuta sarcastica. Conscia del rispetto dovuto a quella che comunque e suo malgrado, era la più alta carica politica. Per non parlare di Filippo (impenitente farfallone). Per lui ha mandato giù più rospi di quelli narrati nel secondo flagello dell’apocalisse. Eppure non ha mai smesso di amarlo. Un po’ perché consapevole che essere il marito della regina (e quindi sempre un passo indietro) non doveva essere facile. Un po’ perché il far buon viso a cattivo gioco in casa Windsor era una tradizione di famiglia. Da secoli. E, infine, perché Betty – lo ripetiamo – è una donna dotata di pazienza, tanta pazienza. Che non significa per forza rassegnata sopportazione.

6. Le gaffe? Un talento da non sottovalutare. Lei, seppur nella sua algida maestà ne ha fatte moltissime. La più recente? Nel 2018 quando, nel discorso natalizio, esaltava lo “spirito di sacrificio” mentre dietro scintillava un pianoforte d’oro e un salone che emanava sontuosa opulenza da ogni centimetro quadrato. O con Robbie Williams scambiato con un volgare membro del Congresso Americano per averle impudicamente stretto la mano o, successivamente, con il nuovo addestratore di cani. Non è finita: nel primo discorso dopo il referendum sulla Brexit ha indossato un cappello blu con stelle gialle. Per farla breve la bandiera europea in testa. Non vi verrebbe voglia di abbracciarla forte?

7. L’”aperiqueen”. Per Hemingway, lo diceva la moglie con un certo fastidio, “era sempre l’ora dell’aperitivo”. Anche per Betty. Che comincia prima di pranzo con Dubonnet, gin e molto ghiaccio, Martini dry e vino a pranzo e champagne per la sera fino al momento di ritirarsi. Anche se nell’iconografia “ufficiale” la vediamo sorseggiare aggraziatamente tazze di tè a non finire è lecito chiedersi se dentro quella tazza la bevanda ambrata non sia qualcosa d’altro. Molti sospettano che in questi drink risieda il segreto di questa longevità. Sicuramente sono un gran sollievo per lo stress. Comunque sia, l’”Aperiqueen” dà un nuovo significato al “bere responsabilmente”.

8. Anarchy in UK. Betty guida abitualmente un’auto senza targa e lo fa senza patente. Non ha neppure un passaporto. In realtà la motivazione è squisitamente tecnica. In UK tutti i passaporti e le patenti vengono formalmente concessi dalla stessa Elisabetta. Che non ha certo né voglia, né tempo per autofirmarsi patenti e permessi. E poi ci piace pensare che comunque nonna Betty sia un po’ uno spirito libero. Ed è vero. In occasione di una visita del principe ereditario saudita Abdullah lei, come se niente fosse, si è seduta al posto di guida della sua Rover e ha scarrozzato il principe per la tenuta di Balmoral. Pur sapendo che le donne in Arabia Saudita non potevano guidare e quanto fosse poco “appropriato” che un principe di quelle terre venisse addirittura “trasportato” da una regina.

9. La “Regina arcobaleno”. Diciamo che se Oscar Wilde ha pagato decisamente caro il proprio orientamento sessuale, Betty lo ha degnamente riscattato. Come? Nel 2013 Betty (che – non dimentichiamo – è anche capo della chiesa anglicana) ha concesso il Royal Assent alla legge sul matrimonio egualitario. E posando la penna ha affermato: “chi avrebbe mai potuto immaginare 62 anni fa quando salì al trono, che avrei firmato qualcosa del genere? Non è meraviglioso?». Non solo: nel giugno del 2018 Betty ha partecipato al Royal Ascot con un copricapo decorato da rose “rainbow”. Giugno è il “pride month”, il mese in cui si celebra la comunità LGBTQ+. Da palazzo nessun commento ufficiale. Ma nessuno ha pensato che fosse una coincidenza. Betty, d’altra parte, è una donna di poche parole e di molti fatti.

10. L’esercizio dell’imperturbabilità. Betty, più o meno direttamente, le ha prese un po’ da tutti. Partendo dalla sua famiglia, passando per i tabloid, per le “gole profonde” della servitù. È stata anche “oltraggiata” come icona del movimento punk. Lei come ha reagito? Facendosi scivolare disinvoltamente il tutto addosso. O lanciando laconici messaggi come il suo “dolore e comprensione” per la scelta di Harry e Meghan di “scappare di casa” con un sottotesto che recitava “mancavate giusto voi due nella lista dei reali scapestrati, viziati e capricciosi”. Detto questo la pazienza di Betty trova un limite nell’educazione dei ragazzi di casa reale nei cui confronti è alquanto intransigente. Un esempio? Lo racconta Elton John. Anni fa la regina durante una festa aveva chiesto al Visconte Linley di prendersi cura della sorella, Lady Sarah Armstrong-Jones che non si sentiva bene. Al rifiuto del rampollo, Sua Maestà reagì con una raffica di ceffoni che ritmavano le parole: “non – schiaffo – ‘discutere’ – schiaffo – ‘con’- schiaffo- ‘me’ – schiaffo – ‘io’ – schiaffo – ‘sono’ – schiaffo – la regina!'”. Caso chiuso.

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