Una fortuna nata sul tedesco
Ruggero Gormelli
La Storia
“Chi è stato?” L’urlo proviene dallo studio dell’ingegnere. E siccome questo signore è un tedesco fatto e finito, l’urlo suona ancor più imperioso.
La segretaria intimorita tace e abbassa gli occhi. Ruggero, l’altro impiegato, trasale e dopo un attimo di sbandamento si precipita nella stanza del capo. Ha solo vent’anni, è in quell’ufficio da un anno ed è un “tuttofare” considerato, data l’età, poco più d’una suppellettile. Utile, per l’amor di Dio, ma non certo fondamentale.
Sì, il ragazzo mostra parecchio zelo, è vero. Il signor Biagio, l’anziano consulente che s’è assunto la responsabilità della sua formazione apparentemente è l’unico, oltre al capo a conoscere il tedesco e lo stima moltissimo. Non perde occasione di parlarne bene all’ingegnere “kaiser” della piccola azienda di rappresentanza di acciai pregiati tedeschi. Ma, si capisce, l’ingegnere preso com’è dai suoi impegni, a stento nota il giovane collaboratore.
“Sono stato io, ingegnere… a fare la traduzione”, balbetta confuso Ruggero e poi, timoroso, aggiunge: “Mi dispiace, in ufficio ero solo ….”. “Ma è fantastico” lo blocca l’ingegnere. “Questa traduzione è semplicemente perfetta. Mi dica, come ha fatto?”
Ruggero, sbalordito comprende che il capo è entusiasta della sua iniziativa. “Come ho imparato il tedesco?”, racconta, “Ascoltando il suggerimento del signor Biagio che nonostante i suoi 75 anni ha ancora entusiasmo ed energia e m’ha sempre raccomandato una metodologia infallibile. Quale? Segnarmi su due rubriche (una dall’italiano in tedesco e l’altra dal tedesco all’italiano) tutte le parole nuove che di giorno in giorno incontravo nei diversi fax che ci scambiamo con la Krupp. E questo ho fatto, ogni giorno, ogni settimana, ogni mese per tutto quest’anno”.
“Così è successo che ieri mattina dalla Germania è arrivato un telex con in bell’evidenza “urgentissimo” – continua a raccontare Ruggero. “Ho capito subito che si trattava di una cosa molto importante: un’offerta per la Pignone di Firenze che lei ingegnere avrebbe dovuto verificare, tradurre e poi firmare inoltrandola al cliente fiorentino.”
Gli importi in gioco m’hanno fatto sbiancare: se ho capito bene son milioni di marchi! Che potevo fare? Ero solo in ufficio, so che lei non vuole essere disturbato a casa. E poi il signor Biagio era andato dal medico per dei controlli.
Anche la segretaria era in giro proprio per tutte quelle pratiche per la Camera di Commercio che lei le aveva affidato. Ho avuto paura che se non avessimo risposto subito, come nel telex era richiesto in modo proprio perentorio, avremmo perso una grande opportunità. E allora mi son messo a tradurre, parola per parola, quel testo lunghissimo. Dopo circa quattro ore, grazie alle mie “rubriche vocabolario”, sono riuscito a domare il contenuto rendendolo comprensibile a un lettore italiano della Pignone a cui l’ho immediatamente spedito.
E poi gliel’ho lasciato sul suo tavolo, ingegnere, tremando. Però lei mi sembra che sia rimasto contento, ingegnere. Ho fatto bene?”
Altro che se fece bene! L’ingegnere lo lodò tantissimo. Non solo: chiamò la segretaria perché subito gli spiccasse un assegno di 30.000 lire (siamo nei primissimi anni ’60) per questa straordinaria prestazione.
Diede anche disposizioni perché il suo stipendio mensile passasse da 100.000 a 130.000 lire e infine, a spese della Ditta, fu iscritto a un corso di tedesco nella prestigiosa scuola, Goethe Institut.
Chi è Ruggero Gormelli? All’epoca, uno studente liceale modello. Dopo il diploma si è iscritto all’università di Chimica, ma non si è mai laureato (avrebbe voluto fare il ricercatore) perché, per contribuire alle spese che la famiglia sosteneva per lui, figlio unico, dai 18 anni s’era messo a lavorare. La mamma l’ha fatto assumere in un grande Supermercato, dove nel giro di due periodi estivi di sostituzione ferie del personale stabile ha ottenuto un contratto e, grazie al suo impegno, uno stipendio più alto del pattuito proprio per il suo zelo.
Questa dedizione che Ruggero ha sempre profuso nel lavoro, gli ha consentito di fare una carriera che, per un non laureato, alla fine degli anni ’60 è stata indubbiamente interessante. Dopo l’esperienza di “giovane tuttofare” nel Supermercato e l’esperienza presso l’Agenzia di rappresentanze di acciai, ha proseguito nel settore siderurgico viaggiando in nome e per conto di altre Agenzie di rappresentanza in tutta Europa, soprattutto in Germania, presso tutte le acciaierie e le fonderie di quel Paese. Ha concluso la sua carriera improvvisamente alla Thyssen Krupp, a causa di un malore che l’ha reso invalido. Senza averne il minimo sospetto, senza evidenziare alcun disturbo un giorno svenne nell’ufficio del suo capo: aveva una pressione arteriosa superiore a 300…
Ruggero ricorda Forrest Gump: lo stesso sguardo limpido, la stessa genuina franchezza, lo stesso candore e soprattutto una sorta d’energia pressoché inesauribile che contagia e coinvolge tutte le persone che lo incontrano.
Oggi fuma cinquecento sigarette, bloccato dal “coccolone” come lo chiama lui, che l’ha costretto ormai da sette anni a stare su una sedia a rotelle e gli ha “ucciso” tutta la parte sinistra del corpo.
Ha quindi adattato la casa alle sue nuove esigenze: piano piano il suo appartamento su due piani è diventato conforme alle sue necessità. Il salottino dove vive la maggior parte del suo tempo e dove riceve i suoi ospiti, sembra una postazione di Cape Canaveral: dappertutto schermi di pc e televisivi. Ma non è solo la tecnologia informatica a intrigarlo. Vive circondato da libri ed è un appassionato lettore di storia (passione che ha ereditato da suo padre).
Da poco s’è fatto rifare completamente la bocca: gli hanno cavato via tutti i denti, ormai ammalati, e l’hanno dotato di una dentiera da “sorriso Durbans” (come la chiama lui). Il bello è che per questo impianto ha speso pochissimo perché tanto ha fatto lui, tanto hanno premuto gli assistenti sociali, tanto ha collaborato un primario dentista che l’insieme sinergico di queste forze ha permesso un incredibile contenimento dei costi.
La cosa incredibile è che, pur fra mille battibecchi, Ruggero accudisca anche la madre devastata dalla demenza senile. Se ne occupa lui, da solo, aiutato al pomeriggio da una signora rumena.
Ruggero non si limita a leggere e discorrere: è un uomo attivo e dinamico che non sta fermo a lungo volentieri. Per poter uscire di casa liberamente, si è fatto attrezzare il giardino con una pedana a zig zag che gli ha consentito di abbattere la barriera di scalini all’ingresso, rispettando la pendenza di legge.
E una volta fuori? Ha fatto epoca la sua battaglia con la Asl per ottenere una seggiolina elettrica che gli permettesse di muoversi fuori casa in libertà ed autonomia. Oggi con questo mezzo arriva in centro a Milano e secondo me ci andrebbe anche in autostrada.
Perché Ruggero sa che ciò che può fermare un uomo non è (quasi) mai un problema fisico.
Da sempre realizziamo montascale per consentire libertà di movimento ai nostri clienti. Dall’ascolto dei loro racconti nasce il progetto Stannah Racconta, una raccolta di storie di uomini e donne straordinariamente ordinari.