Una mano sul cuore

Sergio Gonella

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La Storia

La prima storia che vi raccontiamo, tratta dal libro di Marco David Benadì “Su e giù per la vita. Sergio Gonella è “…una di quelle persone di cui oggi si parla poco ma che ha vissuto una quotidianità straordinaria. E lui lo sa. Uno di quelli a cui vorresti chiedere tantissime cose. […] Mi saluta con gli occhi pieni di energia, circondato dalle sue coppe, dalle sue medaglie. C’è anche il pallone di cristallo che gli è stato donato come riconoscimento quando è stato inserito nel Hall of Fame del calcio italiano. Mi ricordo del video che ho visto su YouTube, quando lo si vede commosso per la cerimonia e in cui si scusa per le condizioni in cui si presenta: sulla sedia a rotelle. E dice che era un grande onore per lui.”

Nella sua casa di Calliano, tra le colline piemontesi del Monferrato, Gonella accoglie l’autore e, come un libro aperto inizia il racconto della sua vita, a partire dagli inizi della sua passione per l’arbitraggio:

“Gioca a calcio fin da piccolo, fino a quando un suo professore, arbitro anche lui, gli suggerisce di fare l’arbitro. È subito interessato perché sente dire che gli arbitri possono guardare le partite gratis.” […] Mi racconta sorridendo che per la prima partita un suo amico ferroviere gli dà in prestito la giacca nera di capotreno e nessuno nota la differenza.”

La grande passione per il calcio di un giovane Sergio viene coltivata, senza però lasciare l’impiego in banca trovato dopo il diploma in ragioneria. All’epoca gli arbitri avevano diritto solo a rimborsi spese e, quando con la FIFA arriva il momento dei primi guadagni…sono tutti per acquistare vestiti alla moglie Dina, l’amore della sua vita.

Sergio e Dina sono sposati dal 1955, e galeotta fu – nemmeno a dirlo – una partita di calcio:

“Lui l’aveva vista entrare nel vagone mentre andava ad arbitrare una partito a Torino e l’aveva riconosciuta subito. La invita perciò a vedere la partita dicendole che sarebbe stato in campo e lei accetta. Durante la partita lei tra i giocatori proprio non lo vede e non può nemmeno immaginare che sia l’arbitro. Così pensa di essere stata presa in giro e sta per andarsene. In quel momento vede Sergio andare verso gli spogliatoi. Lui la fissa e porta al cuore la mano destra. È quello che ci vuole per farla innamorare.”

Aveva iniziato a dirigere gare internazionali nel 1970, terminando la sua carriera nel ’78, dopo aver arbitrato la finale dei mondiali tra Argentina e Olanda a Buenos Aires, il punto più alto della sua carriera:

“All’inizio della partita, nell’unica occasione in cui all’epoca un arbitro viene inquadrato in primo piano dalle telecamere, Sergio mette la mano sul cuore: un gesto che tutti interpretano come un saluto alla patria. È invece una dichiarazione d’amore per Dina, la sua Dina, per ricordarle quell’altra mano sul cuore, quella di tanti anni fa, il suo amore per lei è intatto come allora.”

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L’incontro con Benadì si conclude ricordando come, dopo aver smesso di arbitrare, Gonella sia stato presidente dell’Associazione Italiana Arbitri, oltre che designatore di serie A e membro della Commissione UEFA.Una carriera brillante e ricca di successi, che però non gli hanno mai fatto perdere di vista i valori fondamentali della vita.

Per questo oggi Gonella è un uomo sereno, circondato dai suoi affetti:

“…un grande senso di pace continua a irradiare intorno all’immagine della sua figura, lì, seduto a quella poltrona. È circondato dall’amore della sua famiglia e dalla leggenda della sua vita […] dagli amici e colleghi che vengono a trovarlo, dalle persone che ha incontrato, dalle loro storie più o meno straordinarie, e di cui adesso anche io faccio parte.”

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Da sempre realizziamo montascale per consentire libertà di movimento ai nostri clienti. Dall’ascolto dei loro racconti nasce il progetto Stannah Racconta, una raccolta di storie di uomini e donne straordinariamente ordinari.

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