Zefferina e Fabiano:

“Una confederazione d’anime”

“Ehilà Fabiano. Ho incontrato una tua fan” “Ma che dici?” “La signora Zefferina mi ha parlato di te in modo straordinario”. “Zefferina è un tesoro. Penso a lei come a una persona molto vicina, un’amica, per me non è una semplice cliente e basta” “È quello che mi ha confermato anche lei. Ha trovato in te una persona che ha davvero voluto aiutarla, non soltanto venderle un montascale”

Un’amicizia nata per caso durante una visita di lavoro

“Lo sai, io parto sempre dal presupposto che chi ci chiama, è ‘alle porte coi sassi’, ovvero in una situazione difficile, critica, ed io ho tutta la voglia di aiutare queste persone a trovare la soluzione più adatta a loro”. “Lo so, d’altra parte i tuoi precedenti come soldato, impegnato nelle missioni di pace, lo testimoniano abbondantemente” “Sì, è così. A me piace davvero mettermi al servizio di chi ha bisogno”. “Lo so Fabiano. Ho imparato a conoscerti. Questa è proprio una tua caratteristica peculiare. Ma mi racconti di più di com’è andata fra te e la signora Zefferina? Prima di tutto, toglimi una curiosità: ma da dove viene questo nome?”

Zefferina e Fabiano

L’incredibile origine del nome Zefferina (da Zefiro, il vento)

“Zefferina è un nome un po’ strano, vero?” “Beh sì, è un nome davvero insolito” “La signora mi ha raccontato che il cognato di suo padre, se ricordo bene, si chiamava Zefiro” “Come il vento greco della primavera? Che bella cosa, romantica” “Dolorosa invece. Zefiro morì nell’ultima guerra ucciso dai fascisti” “Una disgrazia terribile” “Alla famiglia di Zefferina, le tragedie non son davvero mancate” “Perché, che cos’è successo ancora?” “I nonni di suo marito furono internati a Buchenwald.” “Quando sono andato a trovarla mi ha fatto vedere un giornale: ‘Brescia Oggi’ del 22 febbraio 2011 in cui si parlava del Giorno della Memoria. E mi ha fatto capire tutto il dolore che la sua famiglia ha attraversato. Mi ha detto anche che le ceneri del loro congiunto le hanno lasciate lì, in quell’ultimo lembo di terra che ha visto. Non se la sono sentiti di traslarle”.

Zefferina e Fabiano

Zefferina e Fabiano

Una vita per gli altri, e il suo lavoro come psicomotricista

“Comunque Zefferina è una persona che pensa sempre positivo, o perlomeno si impegna a farlo tutti i giorni.” “Condivido, incontrandola anch’io ho tratto l’impressione di una donna vitale, energica, decisamente vivace”. ” Quando l’ho conosciuta ed ho cominciato a frequentarla, sono rimasto colpito dal suo coraggio, dalla sua forza e dalla voglia di rialzarsi dopo ogni batosta”. “Tu che sai della sua vita?” “Prima di tutto la sua professione: fa la psicomotricista. Sai che cosa significa fare questo tipo di professione?” “È un educatore che lavora soprattutto con i giovani, partendo dal presupposto che l’individuo sia un essere da cogliere nella sua interezza in cui i vari “pezzi” di cui è composto, trovino equilibrio fra di loro”. “Vedo che sei preparato sul tema” “Ho studiato l’Analisi Transazionale. Per questa disciplina l’individuo non è un monolite ma un insieme di sentimenti, di emozioni e di comportamenti che si armonizzano fra loro, assumendo di volta in volta, ciascuna parte una propria egemonia.”

L’arte dello stare bene o del “bene essere”

“Mi fai qualche esempio?” “T’invito a leggere Antonio Tabucchi, in Sostiene Pereira, questa cosa la dice benissimo” “Il mestiere che fa Zefferina per me è affascinante: aiuta le persone a entrare nella migliore sintonia possibile con l’ambiente che li circonda. Cerca attraverso la capacità di lavorare sul ‘bene essere’ di questa persona che questa riesca poi a ‘bene stare’ nel suo contesto di riferimento. Il suo mestiere poi mi affascina perché anche lei, come dobbiamo fare noi venditori della Stannah, prima di intraprendere qualsiasi iniziativa, deve quasi compenetrarsi col suo paziente per stabilire che cosa fare. Osservare a lungo, riflettere e poi decidere che cosa, come e quando farlo” “Mi sembra di capire che ti piaccia l’idea di procedere per progetti, ognuno di questi sempre nuovo e diverso perché nuova e diversa è la persona che si trova di fronte, in quello specifico contesto, in quella specifica contingenza. Non ci può essere così una risposta standard. Ogni intervento va modulato adeguatamente e correlato alle specifiche necessità riscontrate”

La sorpresa di scoprirsi anime affini

“Ma sì, lo psicomotricista è un po’ formatore, un po’ psicologo, competente in ambito medico ovviamente” “Sei affascinato dall’approccio multidisciplinare” “Io avverto come spinta forte in me quella d’essere d’aiuto. Provo un grande entusiasmo quando mi rendo conto che il mio intervento è utile, e risolve dei problemi, oppure soddisfa delle esigenze del mio cliente”.

“Che cosa hai capito quando hai incontrato la signora Zefferina la prima volta?” “E’ presto detto: Zefferina conduceva una vita molto impegnata: vedova, con un figlio educatore musicale presso una cooperativa di disabili e lui stesso bisognoso di cure, s’è trovata all’improvviso in grande difficoltà per le barriere architettoniche” “Le scale erano diventate un problema?” “Come puoi ben immaginare, quando giovane e gagliardo compri una casa su più livelli trovi la cosa non solo conveniente da un punto di vista economico, ma anche divertente e piacevole da un punto di vista abitativo” “Poi cresci e le esigenze cambiano, ahimè” “E’ proprio così. Zefferina m’ha detto che queste villette oggi sono invecchiate. Loro! Mica i proprietari” “Tu ci sei stato, no? Hai visto com’è carino il posto?” “Sì, l’ho notato. È una struttura residenziale curata, piacevole, adatta ad accogliere persone attente sia alla salvaguardia della propria privacy ma anche propense a condividere una certa intimità”

Zefferina e Fabiano

Zefferina e Fabiano

Zefferina e Fabiano

Zefferina e Fabiano

Zefferina e Fabiano

Zefferina abita in un quartiere che è come un piccolo paese

“Sai chi è che ha avuto questa idea di ricreare una situazione da piccolo paese?” “No, dimmi” “Padre Marcolini è stato l’ispiratore di questa iniziativa. Lui era assolutamente contrario alle ‘abitazioni alveare’. Il suo sogno era di permettere alle persone anche se non abbienti, di avere “la proprietà da terra a cielo ed un pezzetto di terra da adibirsi ad orto e giardino”. In questi luoghi pensati a misura d’uomo, improntati al valore della solidarietà, si sarebbe potuto in qualche modo conservare le usanze tipiche dei villaggi contadini” “E’ davvero una bella idea: in un borghetto tutti si conoscono e sono pronti a fare fronte comune ad un’eventuale difficoltà che s’abbatta su qualcuno dei membri del piccolo abitato. Anche i miei a Firenze abitavano in una zona caratteristica che, appunto, si chiamava Il Borghetto, sulle pendici di Arcetri, l’osservatorio astronomico di Galilei. Una volta lì ci abitavano dei contadini. Pensa che l’ultima coppia di buoi di razza chianina avevano la stalla presso un contadino che ancora abitava lì, in una fattoria quasi a ridosso della villetta dei miei”.

Il quartiere invecchia, le scale diventano un ostacolo, ma Zefferina non si arrende

“Come t’ha detto Zefferina, ‘il quartiere invecchia’ Dopo trent’anni tutte queste scale sono diventate veramente insopportabili. Soprattutto per i più anziani. La mamma di Zefferina ha novantasei anni e s’era arresa a vivere nella sua camera, essendo troppa la fatica del continuo movimento. Ma non era solo il suo corpo che si era intorpidito; il suo cuore e la sua mente avevano cominciato a vacillare, perso quasi ogni interesse per il mondo diventato ormai più lontano della luna” “Zefferina m’ha detto che sua mamma era diventata per te ‘la tua stellina’” “Certamente. Mi sono tanto affezionato a questa famiglia. “E loro a te. Ma che cos’è successo. In fondo di situazioni simili a queste ne incontri tutti i giorni. Che cosa hanno avuto per te di speciale Zefferina e sua madre?” Fabiano tace. È un uomo grande e grosso, forte, massiccio. Solido come una roccia, se gli stringi un braccio o gli appoggi una mano sulla spalla senti il granito, l’acciaio. Se lo guardi negli occhi vedi solo gentilezza. Quegli occhi hanno visto nel tempo in cui era soldato, impegnato in missioni di pace, brutture atroci, sofferenze terribili. Anche la sua persona ha subito gli affronti di una vita che spesso, anche molto di recente, una sorte carogna gli ha inferto. Fabiano mi guarda e tace. Ma i suoi occhi sanno parlare: e così anche Zefferina ha inteso quel messaggio silenzioso. Fabiano mi mostra i messaggi che ogni tanto si scambiano e che arrivano, puntuali, mai sollecitati, proprio quando maggiore è il bisogno di conforto e di sostegno.

È questa che ho raccontato una storia di anime che sarebbe stato meglio forse dipingere, per tratteggiarne le tanti, calde luci in un mare di ombre, in cui s’erge, baluardo infrangibile, inaffondabile, la roccia della solidarietà, della compassione e dell’amicizia.