Aromaterapia, pregi e difetti dei profumi del bosco

Scritto da Stannah il 14-05-2008

Foglie, fiori, corteccia, legno, semi e radici: chi entra in un bosco, fosse anche un minuscolo fazzoletto ricoperto di alberi all’estrema periferia della propria città, s’imbatterà in questi elementi e, molto probabilmente, allargherà i polmoni per assorbirne meglio i profumi.
Sulla naturale attrazione dell’essere umano per gli odori buoni provenienti dalla natura si basa l’aromaterapia, ossia il ramo della fitoterapia che utilizza gli olii essenziali fortemente “aulenti” contenuti nelle piante, per procurare benessere ad ambienti e persone.

Attenzione, però: la capacità di donare reali benefici non è provata scientificamente; almeno non trova tutti concordi, soprattutto nella medicina occidentale.
Meglio perciò limitarsi a descrivere le caratteristiche degli olii essenziali, a prescindere che facciano o meno passare il mal di testa o disporci meglio ai rapporti verso gli altri… soprattutto in campo amoroso!

La menta piperita, ad esempio, ha una profumazione stimolante: dovrebbe perciò avere un effetto energizzante, per contrastare la pressione bassa e la stanchezza.
Il ginepro, invece, stimolerebbe la diuresi e dovrrebbe essere un buon coadiuvante naturale in caso di problemi di circolazione.
Il rosmarino sarebbe efficace per contrastare problemi reumatici, di memoria e caduta di capelli.
Il timo avrebbe, ancora, un grade potere anti-batterico e anti-fungino.

In tutti questi casi, gli olii essenziali andrebbero assunti per bocca, solo pochissime gocce (tre al massimo) in qualche caso più volte al giorno, fatte cadere su una zolletta di zucchero o su un cucchiaino di miele.
Chi non si fida di ingerire alcunché ma vuole comunque sperimentare l’aromaterapia, potrà farvi ricorso per rendere più accoglienti i luoghi in cui vive o lavora.

Il pout-pourri, per esempio, viene usato spesso per conservare la biancheria o l’abbigliamento da dismettere per un po’ dopo il cambio di stagione. Oppure poche gocce di olio possono mescolarsi nel bagnoschiuma per una toilette più rilassante o per un massaggio defatigante.
Oppure, ancora, le sostanze odorose possono favorire il riassorbimento degli aromi, magari un po’ troppo forti, delle pietanze cucinate.

Gli olii essenziali possono essere mescolati anche agli incensi, quei bastoncini che si autoincendiano liberando nell’aria odori spesso molto intensi, una volta che questi ultimi siano ridotti in cenere.
Un’avvertenza è però d’obbligo anche in questo caso: bisogna essere sicuri che siano incensi naturali e non sintetici perché respirare i secondi fa male anche di più del semplice fumo di una sigaretta.

Senza fare terrorismo psicologico, insomma, è importante conoscere pregi, difetti e punti oscuri all’aromaterapia, una disciplina dalle origini molto antiche.
E’ difficile, del resto, pensare che una pianta o un fiore possano procurarci un danno: in fondo, in altre epoche ci si curava solo con le erbe.
Però non bisogna scordarsi altri due elementi: una volta si viveva meno a lungo e la scienza a qualcosa è pur servita…

E voi che cosa ne pensate? Vi fidate dei poteri delle piante? Avete qualche interessante consiglio da darci?
Diteci la vostra!

Leave a Reply

Your email address will not be published.