Creativi tutta la vita? Basta volerlo!
Scritto da Luciana Quaia il 22-04-2011
In questo articolo voglio sfatare un mito: la creatività non è affatto prerogativa dei soli giovani, bensì una pratica coltivabile tutta la vita. Per dimostrarvelo, comincio con un test.
Scrivete in due minuti il maggior numero possibile di usi che si possono fare di una graffetta. Dividete per due il totale delle risposte: otterrete il punteggio di usi al minuto.
Un punteggio di otto è eccellente e un punteggio di dodici o più indica una capacità degna di un genio.
Esaminate le vostre risposte. Siete riusciti a indicare qualche alternativa che esca dalla gabbia del convenzionale?
Perché l’essere creativo non è dominio di pochi eletti, quanto piuttosto l’influenza che in ognuno di noi possono avere alcuni ostacoli, fra cui: a) il conformismo: la resistenza al nuovo è determinata dalla paura del cambiamento, dallo scompiglio che si potrebbe provocare nelle abitudini e nelle convinzioni consolidate; b) il giudizio affrettato: molte volte ci fermiamo a considerare le variabili più evidenti di un problema senza pensare di percorrere strade alternative; c) la paura di sembrare matti: le idee inusuali o troppo originali fanno scattare il timore del giudizio altrui; d) la pigrizia: è meglio adagiarsi nel già conosciuto, piuttosto che impegnarsi in uno sforzo di rinnovamento.
In realtà, la creatività riguarda tutti poiché ognuno di noi è continuamente posto davanti a problemi nuovi. La funzione creativa richiede la capacità di fare un uso diverso e originale di materiale che comunque già è disponibile nella nostra mente (concetti) o fra le nostre mani (oggetti) per produrre qualcosa che in precedenza non esisteva, oppure qualcosa di innovativo rispetto all’esistente.
In tal senso, possiamo affermare che l’età può addirittura essere un vantaggio nel processo creativo. Se esaminiamo il pensiero dei fautori della positività di questa fase della vita, troveremo infatti diversi stimoli convincenti. Per esempio, l’anziano può vantare l’età raggiunta quale traguardo dimostrativo del successo degli sforzi compiuti per risolvere i problemi legati all’adattamento ambientale.
In più, rispetto alla giovinezza, la vecchiaia consente un maggior distacco dalle incombenze pratiche e dà maggior spazio alla meditazione intellettuale e spirituale, permettendo il raggiungimento di un equilibrio interiore e di una migliore capacità di sintesi.
Infine, secondo gli insegnamenti di Platone (“Gli occhi dello spirito non cominciano ad essere penetranti che quando quelli del corpo cominciano ad affievolirsi”),
ne deriverebbe che la maturazione del corpo è possibile solo in seguito alla sua decadenza e alla sofferenza fisica che ne consegue.
Avvalorano questa visione i pareri dei due geriatri Francesco Antonini e Stefano Magnolfi. Nel loro libro l’età dei capolavori l’analisi delle ultime opere di grandi artisti – soprattutto pittori e scultori – dimostra che le qualità creative proteggono dallo sconforto indotto dalle perdite tipiche dell’età avanzata e rendono accettabile un periodo potenzialmente poco incline a motivi di soddisfazione e autorealizzazione.
Nelle loro osservazioni sulla vecchiaia patologica, inoltre, i due autori affermano che le persone più motivate e con più interessi imparano a gestire in modo autonomo e responsabile la propria malattia.
Per considerare una forma di pensiero meditativo sul tema, possono essere particolarmente evocatrici le parole di Osho: “Creatività significa fare qualsiasi lavoro con amore profondo. Se realmente amate qualcosa, quel qualcosa sarà creativo. La grandezza non sta nella cosa che viene fatta. La grandezza sta nella consapevolezza che è dentro di te mentre stai facendo quella cosa.
Essere creativi non significa essere grandi pittori o grandi poeti . E’ rendere la propria vita un dipinto, una poesia”.
Non molto distante il giudizio dello psicologo Donald Winnicott che in Gioco e realtà scrive: Una creazione è un quadro, una casa, un giardino, una pettinatura, una sinfonia, una scultura e anche un piatto cucinato in casa, o forse sarebbe meglio dire che tutte queste cose possono benissimo essere creazioni… La pulsione creativa è indispensabile all’artista che deve fare un’opera d’arte, ma è ugualmente presente in ciascuno di noi“.
Appurato che oltre ai grandi artisti, esistono anche i “creativi normali”, possiamo ora indagare come mettere a frutto un atteggiamento creativo nella quotidianità, sapendo che una predisposizione a rimettersi continuamente in discussione, percorrere nuove strade, effettuare scelte originali, conservare i propri interessi e la propria individualità sarà di grande aiuto.
Vi sembra complicato? Sperimentare qualche esercizio può apparire più semplice e divertente che affermare di non avere più l’età per mantenere il pensiero mobile.
Iniziamo con lo psicologo J.P. Guilford, il quale denomina “pensiero divergente” la capacità di trarre da un evento conclusioni inconsuete o strategie impreviste, lontane dalla routine. Fluidità nella produzione di idee, flessibilità e originalità sono le caratteristiche adatte a esplorare possibilità alternative per soluzioni di problemi.
Un esercizio utile per allenare il pensiero divergente può essere trovare risposte a queste improbabili domande: “Come sarebbe se… il tempo scorresse a ritroso? Se vivessimo fino a cinquecento anni? Se ci fossero tre sessi anziché due? Se fossi l’ultima frase di un grande romanzo? Se tutti fallissero qualunque cosa tentino di fare?
Continuiamo con Alessandro Amadori e Nicola Piepoli. Nel loro testo “Creatività in azione” elencano alcune regole per aumentare la propria prestazione creativa. Vediamone alcune (le proposte di esercizi sono della scrivente):
- cercare sempre gli aspetti positivi in ogni situazione, in quanto l’ottimismo è il più grande indicatore di successo di fronte ai momenti di crisi. Esercizio: scrivete il nome della persona più pessimista che abbiate mai conosciuta e il nome di quella più ottimista. Visualizzatele nella mente e verificate gli effetti che i loro atteggiamenti hanno avuto sulla qualità di vita.
- Mutare gli orizzonti cercando di rinnovare sempre gli oggetti comuni che stanno intorno a noi, trovandone altri possibili impieghi. Esercizio: che cos’altro posso fare con…? un cuscino, un ombrello, un cestino della carta, un ventaglio.
- Elaborare delle analogie fra oggetti o concetti in cui ci si imbatte. Esercizio: trova analogie e differenze tra asciugacapelli e ventilatore; apriscatole e cavatappi; carota e albicocca; sedia e letto.
- Assumere altri punti di vista. Esercizio: considerare un evento mettendovi nei panni di qualcun altro (di un bambino, di un ragazzo, di un politico, di un netturbino).
- Guardare un oggetto in un contesto diverso da quello abituale. Esercizio: guardare un oggetto da angolazioni diverse (dall’alto, stando in piedi, stando sdraiati)
- Ogni mese cercare di realizzare un obiettivo, una piccola o grande opera: letteraria, artistica, culinaria, culturale, e così via.
Se siete arrivati sin qui, potete dedicarvi alla lettura del libro di Michael Gelb, Il genio che c’è in te e ispirarvi ai dieci geni proposti (da Platone, a Brunelleschi, a Darwin, a Einstein e altri ancora),
per cambiare modo di vivere la vita. Nel testo domande di autovalutazione ed esercizi di diversa intensità per sfruttare al meglio le potenzialità inespresse di corpo e mente e scoprire un modo originale di guardare il mondo.
E se siete buoni navigatori, non trascurate Internet. La rete apre illimitati orizzonti da scoprire. Visitare un sito nuovo o fare ricerche su un argomento diverso almeno una volta alla settimana è un buon sistema per trovare notizie singolari e scambiare indirizzi con i vostri amici. c’è sempre qualcosa di nuovo da apprendere.
Ma che succede all’anziano che si trova a fronteggiare un impedimento fisico che lo spinge a una radicale ridefinizione del suo stile di vita? I casi che seguono dimostrano che l’ordinarietà può essere vissuta in modo straordinario.
Aurelio è in carrozzina. Da quando ha perso l’uso delle gambe ha dovuto rinunciare alla sua passione preferita: la pesca. E allora ha deciso di dedicarsi al modellismo navale. Si è fatto acquistare un kit di montaggio di un veliero e passa i pomeriggi nella sua stanza ad assemblare pezzetti di legno. E’ già pronto un secondo kit per la realizzazione di una goletta.
Luisa sta diventando cieca. E’ stata ricamatrice per tutta la vita. Ora non riesce più a vedere i punti piccoli, ma comunque non rinuncia al laboratorio del cucito dove, in maniera automatica, grazie all’esperienza del passato, imbastisce con lunghi punti pezzi di pannolenci che passeranno ad altre mani per essere trasformati in cuscini, presine, animali di pezza.
Giuseppe è stato fotografo fino a 70 anni. Gli esiti di un ictus lo hanno invalidato in modo grave nel fisico. Quando gli capita di parlare della sua nuova vita, sorride ed esclama: “Per lo meno ora ho finalmente il tempo di riprendere in mano tutte le mie foto, organizzarle in album e ricostruire i viaggi di una vita. I miei nipoti mi aiutano e intanto viaggiano con i miei ricordi in tutto il mondo!”
La creatività non ha età: è lo stupore ciò che rinnova le nostre energie psichiche. Vecchi si diventa solo quando nulla più ci impressiona o ci interroga.