Demenza senile, al Sant'Orsola una "room" tutta per loro
Scritto da Alessandra Cicalini il 23-10-2009
La degenza ospedaliera può essere particolarmente delicata per alcuni anziani, soprattutto se di età molto avanzata. Tra questi ultimi, infatti, succede che vi siano casi di demenza senile, un problema che rischia di aggravarsi durante il ricovero. La buona notizia arriva dall’ospedale Sant’Orsola di Bologna, dove è nata la prima “delirium room” italiana (si veda la foto in alto a sinistra).
Partita nel settembre scorso, la sperimentazione condotta dall’Unità complessa di geriatria del policlinico bolognese, ha previsto l’allestimento di una stanza ad hoc per gli anziani affetti da demenza dotata di luci calde, suoni rubati alla natura e quant’altro possa favorire il loro rilassamento. Lo spazio arriva dopo l’inaugurazione, avvenuta durante quest’anno, di altri due ambienti destinati ad accogliere anche i familiari e/o gli assistenti dei malati: l’obiettivo del Sant’Orsola era dar vita a un’area di reparto che garantisse loro la miglior degenza possibile.
In tutto, i posti letto a disposizione sono 145 tra degenza ordinaria e post-acuta. Si tratta di un numero significativo che tiene conto dei dati che il Sant’Orsola fornisce sull’entità degli anziani affetti da delirio transitati dall’ospedale durante il 2008: secondo il Policlinico, su 15.863 ricoveri dello scorso anno, 599 soffrivano di demenza senile. Di questi, l’età media e la degenza sono risultati molto elevati: la prima era di 85,5 anni, la seconda di 12,1 giorni, un mix molto pericoloso di cui non si poteva non tener conto. L’Unità geriatrica dell’ospedale sottolinea infatti che purtroppo anche la mortalità “a breve e lungo termine” dei pazienti di questo genere è più elevata di quanto non accada tra gli altri a parità di “patologia e interventi, per esempio polmonite (53% vs 13%) e frattura di femore (55% vs 12%)”. In più – aggiunge il reparto – se all’ammissione in ospedale “il 10-20 % degli anziani presenta delirium, dal 10 al 30% lo sviluppa durante la degenza, con percentuali diverse a seconda del tipo di patologia (frattura di femore, ictus, interventi chirurgici maggiori) e di setting assistenziale (terapia intensiva, reparti chirurgici)”.
Nata grazie al finanziamento privato e supportata dall’azione delle associazioni di volontariato della città, la “delirium room” del Sant’Orsola risponde comunque al “Progetto demenze” stilato dalla Regione Emilia Romagna dieci anni fa. Allora si era indicata la necessità di prevedere il “collegamento strutturato con un reparto ospedaliero dotato di competenze specifiche nella gestione delle sindromi demenziali”. Oggi quel proposito è diventato realtà anche se sotto forma di sperimentazione: tra qualche mese si potrà stilare il primo bilancio e capire se c’è spazio per replicarla da qualche altra parte.