I farmaci anti-fumo costano quanto le sigarette? Ok, allora provo a smettere

Scritto da Alessandra Cicalini il 12-02-2008

A volte basta una banale visita di routine dal medico di famiglia per prendere una decisione epocale come quella di smettere di fumare: è successo a un ex bancario quasi sessantottenne che da un giorno all’altro ha sostituito la cura per l’ipertensione con quella anti-fumo.

Un eroe, penserà qualcuno che vorrebbe fare lo stesso. “No, una persona normale”, risponderebbe il pensionato, “cioè debole come tutti gli altri”.

Smettere di fumare si può, a tutte le età.
Ma se a spegnere l’ultima sigaretta è un incallito tabagista di quasi sessantotto anni vuol dire che davvero, nella vita, tutto è possibile.

È successo proprio così a Silvio Notariani, di Chieti: un giorno si è svegliato, è andato dal suo medico di famiglia per una visita di routine e uscendone si è detto: “Ma sì, andiamo in questo centro anti-fumo e stiamo a vedere”.
Pensionato da dieci anni, il ragionier Notariani ha passato buona parte dell’età attiva in banca, prima come addetto allo sportello poi, via via che la carriera avanzava, in uffici di sempre maggior responsabilità.
Ai suoi tempi, fumare era permesso, dappertutto, e lui era il classico impiegato con la fedele compagna abbandonata nel posacenere a consumarsi. Né la moglie né le figlie sono mai riuscite a convincerlo a smettere. Anzi, le insistenze altrui Notariani le ha sempre vissute come indebite invasioni di campo.

Sennonché quel giorno il bancario in pensione deve essersi accorto di qualcosa, o forse no: ha solo preso atto che l’ipertensione c’è ed è borderline, il che vuol dire che se si arrabbia un pochino di più rischia brutte sorprese.
Un infarto, per esempio, o altre patologie cardiache, assai probabili per chi ha valori pressori come i suoi.

Perciò Notariani, su consiglio del medico curante (tabagista, ma eticamente corretto, si vede) si presenta con la sua impegnativa al centro anti-fumo, attivato nel reparto di Pneumologia dell’ospedale civile “S.S. Annunziata” della sua città, e chiede il farmaco apposito, cinquanta euro a scatola, sufficiente a coprire due sole settimane di cura, mentre il trattamento necessario per farla finita con la nicotina dura da 4 a 8 settimane.
“Ma tanto quello che spendevo per la medicina – riferisce il pensionato – se ne andava in pacchetti di sigarette, quindi perché no?”.

La prima settimana è la più dura, e non per le crisi d’astinenza: Notariani non si ricordava di un’antica ulcera, il nuovo farmaco gli fa riaffiorare il dolore.
Però resiste, prende una medicina aggiuntiva per qualche giorno e si calma. La lieve crisi, purtroppo, lo spinge a fumare quattro sigarette. Poco male, pensa, considerato che prima si finiva in un giorno un intero pacchetto.
“Malissimo!”, lo rimprovera con una certa durezza la psicologa del centro antifumo – “che facciamo, giochiamo?”. Per indole e per bagaglio professionale, Notariani è un uomo fortemente rispettoso delle regole.

In definitiva, la strigliata non gli va giù: la prossima volta, si ripromette, andrà meglio. E in effetti ormai è più di un mese che non tocca una “paglia”.
L’ex bancario, razionale e assai poco incline alla chiacchiera da bar, tra l’altro, ha fatto anche un’altra cosa che mai avrebbe immaginato: ha preso a frequentare le sedute di gruppo, previste una volta a settimana per tutta la durata della terapia.

“In fondo, ho passato una vita tra la gente – dice – quante volte m’è capitato qualcuno che oltre a parlare di soldi mi raccontava i fatti suoi? Al centro è lo stesso: ci sono persone di tutti i tipi, c’è chi è più introverso e chi ha voglia di parlare anche della famiglia, del lavoro. Insomma, è gente normale”.
C’è però una differenza che gli salta agli occhi: “Io sono l’unico pensionato, tra loro c’è anche un giovane papà che ha deciso di smettere per rasserenare i rapporti con la moglie, che non sopportava più di vederlo fumare così tanto, ora che è anche mamma”.

E dire, ammette, che quando erano piccole le sue figlie lui non l’avrebbe mai fatto… Notariani, in definitiva, non si annoia a starli a sentire. “Sono deboli, esattamente come me”.
Dopo un solo mese senza nicotina, i raggi ai polmoni e la spirometria sono confortanti.
Il pensionato non si sente un missionario (“non farò mai campagne anti-fumo tra i miei amici, non l’ho mai sopportato neanche per me!”, precisa),
però l’orgoglio di avercela fatta da sé, senza pressioni, lo si percepisce eccome. Ed è facile che anche una volta smesso il farmaco, dalla sua bocca la sigaretta non penderà mai più. In bocca al lupo.

Per contattare il centro anti-fumo dell’ospedale di Chieti, si può telefonare allo 0871.358648.

Sul sito del Ministero della Salute gli indirizzi e i numeri di telefono dei centri anti-fumo di tutta Italia.

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