Piante medicinali: molte virtù, qualche vizio

Scritto da Angela Maria Messina il 20-03-2009

boccette di erbe

Utilizzare le piante a scopo curativo è un’abitudine che risale a tempi molto antichi: probabilmente l’uomo, fin dalla preistoria, cibandosi di bacche e radici spontanee, sperimentò casualmente i loro effetti curativi o al contrario i loro effetti tossici.
La raccolta, la preparazione e la somministrazione delle piante “medicinali” nell’antichità era spesso compito di anziani e sacerdoti che si tramandavano segreti e associavano questa “arte” a riti magici o religiosi.
La fitoterapia moderna, pur prendendo spunto ancora oggi dalla tradizione popolare, conosce i principi attivi contenuti nelle piante, il loro effetto e i meccanismi d´azione: un approccio più scientifico quindi permette di utilizzare piante, sicure, efficaci, con una corretta concentrazione di principi attivi e con scarsi effetti collaterali.
La fitoterapia non deve essere quindi considerata come una medicina priva di rischi, solo perché di origine naturale; le piante medicinali hanno sicuramente proprietà terapeutiche interessanti, ma in determinate situazioni e per particolari malattie possono essere dannose, causando reazione avverse.


Per questo motivo è sempre consigliato consultarsi con il proprio medico, in modo da sfruttare al meglio le loro potenzialità, riducendo i pericoli per la salute.
In linea generale e salvo diversa indicazione medica, l´uso di piante curative è sconsigliato ai bambini sotto i due anni, alle donne in gravidanza o in allattamento e vanno somministrate con precauzione ai soggetti allergici.

Sono molti i rimedi a base di “erbe” che possono curare i piccoli mali quotidiani: contro l’influenza eucalyptus e verbena combattono l’infiammazione delle mucose e calmano la tosse, mentre per digerire meglio, aiutando le funzioni epatiche, sono utili il carciofo e la fumaria.
Per favorire il sonno sicuramente la valeriana è al primo posto, seguita dalla passiflora, foglie dall’azione rilassante e tranquillizzante e dal biancospino che regola il battito cardiaco e quindi utile per le insonnie legate a problemi cardio-vascolari.
I dolori articolari si combattono con “l’artiglio del diavolo” grazie alle sue virtù antidolorifiche e antinfiammatorie.

camomilla

Sta arrivando la primavera e spesso in questo periodo dell’anno ci si sente più affaticati e appesantiti: ciò succede perché il più delle volte le funzioni del nostro organismo sono rallentate, soprattutto quelle di fegato, pancreas, rene e intestino.
Le piante utili a restituire il giusto equilibrio sono molte: il tarassaco, il cui nome deriva dal greco “Tarasso” che significa “guarisco”, proprio per via delle sue molteplici proprietà benefiche, migliora la funzionalità del fegato, del pancreas e del rene, favorendo l’eliminazione di tossine e sostanze di rifiuto dell’organismo, mentre le foglie dell’ortica hanno una notevole azione diuretica e depurativa.

Un effetto diuretico e attivo soprattutto a livello della pelle lo ha la bardana che si consiglia in caso di pelle grassa, acne, foruncolosi in genere; sia la genziana che la cicoria infine sono importanti per loro azione digestiva e depurativa.

Per utilizzare al meglio le erbe bisogna conservarle in un ambiente fresco e asciutto, possibilmente al riparo dalla luce e per il periodo di tempo indicato sulle confezioni o sul prodotto sfuso acquistato in erboristeria.
A seconda del tipo di pianta si possono preparare degli infusi o dei decotti: l’infusione consiste nel versare acqua bollente sul preparato essiccato, lasciando poi in infusione per circa 10 minuti prima di filtrare e bere; per fare un decotto si mettono le erbe in acqua fredda, si porta a ebollizione per circa 3-4 minuti per poi lasciare in infusione per qualche minuto.

Per trarre il miglior beneficio dalle erbe bisogna seguire sempre i consigli di chi conosce le loro proprietà e sa come utilizzarle come rimedio naturale per quel particolare disturbo: solo così potranno essere veramente utili al nostro benessere quotidiano.