Prendere il sole? Bastano venti minuti al giorno

Scritto da Alessandra Cicalini il 07-07-2010

Una certezza c’è: chi ha pelle e occhi chiari deve proteggersi, ma non serve spalmarsi per tutta l’estate il fattore 50, ossia la massima protezione attualmente in commercio, bensì esporsi gradualmente e mai nelle ore in cui il sole picchia di più. Consigli analoghi, del resto, valgono anche per gli altri fotototipi, ma quel che più conta, in assoluto, è usare la testa e ricordarsi che, comunque, prendere un po’ di sole fa bene. Ebbene sì: tramontata quasi per tutti la moda della tintarella selvaggia, dannosa per l’invecchiamento della pelle e per il rischio di sviluppare melanomi, per la prima volta quest’anno si è tornati a parlare dei benefici del sole. Solo l’elioterapia, infatti, stimola la giusta quantità di vitamina D, importante protezione per le ossa e non solo.

Spiega infatti il Corriere della Sera che a trarne vantaggio sono anche i sofferenti di asma e altri disturbi respiratori, i malati di sclerosi multipla e di diabete, i depressi e gli affetti da psoriasi e altre dermatiti. Addirittura, anzi, una teoria presentata nel maggio scorso al congresso della Società italiana di dermatologia, sostiene che il sole protegge anche dai melanomi, ossia l’esatto contrario di quanto si è detto finora. In definitiva, anche non volendo dar credere a quest’ultima ipotesi, si può tornare a godere della luce solare con una certa serenità.

In fondo, si osserva nel già citato articolo, prima dell’avvento degli antibiotici si prescrivevano ai tubercolotici bagni di sole e anche per i bambini i pericoli sono minori delle insidie, dietro, naturalmente, adeguata protezione. Per esempio, bisogna spalmarsi di nuovo la crema dopo ogni bagno e dotarli di cappellino e maglietta se proprio non si riesce a trattenerli lontani dalla riva quando il sole è ancora forte. Gli stessi accorgimenti vanno bene un po’ per tutti, ma soprattutto i soggetti più fragili, compresi gli anziani, dovrebbero seguirli in maniera rigorosa.

Oltretutto, per beneficiare del sole, non serve arrostirsi come polli: a un adulto bastano già venti minuti al giorno per immagazzinare il quantitativo di vitamina D sufficiente per scongiurare diverse malattie. Per la stessa ragione, gli esperti spiegano che l’importante è stare all’aria aperta almeno un paio d’ore al giorno: oltre a stimolare la produzione della preziosa sostanza, si recupera il buonumore e si dà sollievo agli occhi provati dall’eccesso di ore al chiuso.

Quindi, ricapitolando, i passi da compiere sono i seguenti: prima di tutto, bisogna sapere qual è il proprio fototipo (esistono biondi che si abbronzano più velocemente dei castano-chiari con lentiggini, quindi potrebbe essere sufficiente una protezione non troppo alta, per esempio 15), poi ci si deve informare sul luogo della nostra tintarella (in montagna, spesso, ci si scotta di più che al mare), quindi bisogna evitare l’esposizione da pausa pranzo, dannosissima anche alle pelli più scure. Sembra infatti ormai provato che abituare il corpo ai raggi poco per volta lo preservi assai di più dalla possibilità di sviluppare melanomi di quanto non succeda a quelli bianchi quasi tutto l’anno.

Un’ultima accortezza è idratare la pelle esternamente e internamente. Una buona abitudine, per esempio, è portare con sé una bottiglietta d’acqua quando si cammina sulla riva. E, quando possibile, entriamo proprio in acqua: stimoleremo anche la microcircolazione, un vero toccasana contro l’eccesso di sedentarietà. E buona estate.

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