SaporBio a Milano, il biologico si fa fiera
Scritto da Angela Maria Messina il 10-06-2009
Da venerdì 12 giugno fino a domenica 14, al parco Sempione di Milano si tiene “SaporBIO”, un evento emigrato nella città meneghina dopo due edizioni in Versilia, che si propone di promuovere il biologico e l’ecosostenibilità come scelte sane e responsabili in alternativa ai modelli di consumo convenzionali.
La fiera è il frutto di un mutamento nelle abitudini di molti consumatori, che sempre di più si interrogano sulle origini dei prodotti che acquistano, ponendosi il problema del loro impatto ambientale, e poi della sottoalimentazione, della povertà e dello sfruttamento delle risorse.
Crescono quindi i consumatori che iniziano a preferire i prodotti ottenuti con metodo biologico. Quest’ultimo, infatti, è da ritenersi, proprio per le caratteristiche intrinseche, “ecosostenibile”: il biologico si inserisce in un sistema produttivo che migliora la qualità dell’ambiente e le risorse naturali dalle quali dipende, e che conserva e migliora le caratteristiche del suolo rispettando la biodiversità, ossia tutelando la varietà delle specie animali e vegetali che popolano la terra.
Non tutti i prodotti biologici, peraltro, sono uguali: a Saporbio, nel “Villaggio bio-ecologico”, si potranno confrontare quelli tradizionali e quelli innovativi, che cercano di coniugare sicurezza alimentare, tutela ambientale e sostenibilità diventando, nello stesso tempo, preziosi alleati per il nostro benessere.
Gli alimenti definiti “biologici” non possono infatti contenere additivi come conservanti, coloranti, esaltatori di sapidità e simili e sono esenti da Organismi geneticamente modificati (Ogm) e vengono lavorati, trasformati e confezionati nel pieno rispetto dei loro valori nutrizionali.
Inoltre sono prodotti certificati da enti di controllo, riconosciuti in tutto il territorio europeo, che verificano che tutte le fasi di produzione e trasformazione avvengano secondo il metodo biologico.
Nel linguaggio comune si parla ormai di prodotto “biologico”, ma il termine non è corretto in quanto è il metodo di produzione ad essere biologico, non il prodotto; è quindi il modo in cui tali alimenti vengono ottenuti, trasformati e conservati, secondo particolari tecniche di agricoltura e di allevamento, che portano a definire un prodotto “biologico”.
l’agricoltura biologica non utilizza antiparassitari, erbicidi, concimi chimici e usa metodi naturali per assicurare la produttività delle piante. Si serve di risorse rinnovabili, riciclando anche rifiuti vegetali e animali, per migliorare e mantenere la fertilità del suolo: una tecnica diffusa è quella di incorporare nel terreno letame o altro materiale organico, anche come compost, proveniente da aziende biologiche.
Anche l’allevamento biologico rispetta particolari tecniche di produzione: il numero di animali allevati deve essere definito in base alla superficie disponibile e, quando possibile, il sistema d’allevamento degli erbivori deve essere il pascolo. Per l’alimentazione degli animali si devono impiegare mangimi biologici, preferibilmente prodotti dalla medesima azienda. Per curare gli animali si privilegiano quando possibile, medicinali omeopatici e fitoterapici e sono vietati tutti quei trattamenti per stimolare la crescita o la produzione e per controllare la riproduzione.
Alimenti biologici presenti sul mercato sono soprattutto frutta, verdure, ortaggi, legumi e cereali, anche se si stanno diffondendo carne, uova, latte, yogurt e formaggi.
Per riconoscere il prodotto ottenuto con metodo biologico dobbiamo cercare sulla confezione una particolare etichetta che deve riportare delle indicazioni in più rispetto a quelle previste per tutti gli alimenti.
Le diciture presenti sono: Controllato da XXX (nome dell’organismo di controllo),
autorizzato con D.M. Miraaf – n.XXX del XXX (estremi dell’autorizzazione ministeriale),
in applicazione del Reg.CEE n.2092/91IT (sigla Italia) XXX (sigla organismo di controllo) AAAA (codice produttore) XXXXXXX (codice prodotto). La dicitura: “Agricoltura Biologica” – regime di controllo CE e il logo europeo dell’agricoltura biologica non sono obbligatori, anche se si trovano molto spesso.