Stare vicini agli altri? Una questione di sangue...

Scritto da Stannah il 11-06-2008

Jovanotti_donatore.gifC’è un modo per stare vicini agli altri e trasmettere qualcosa di sé di davvero insostituibile… lo sanno bene i donatori di sangue che festeggiano il prossimo 14 giugno la propria giornata mondiale: la linfa che scorre nelle nostre vene è merce rara per chi è affetto da malattie. In giro non ci sono molti donatori, almeno in proporzione ai bisogni effettivi della popolazione.
Eppure, per diventare donatori non ci vogliono particolari requisiti: basta essere in buona salute (pressione e valori complessivi nella norma) e pesare oltre cinquanta chili e si è già dei potenziali donatori.

Se non siete convinti dalle mie parole, basterà che vi spingiate nel più vicino centro Avis (o delle altre organizzazioni che permettono di donare) e verificherete di persona com’è facile stabilire in poco tempo se potrete o meno donare il vostro sangue. Personale specializzato e ben preparato vi sottoporrà infatti a un check-up fisico e psichico.


Ecco: l’inghippo che impedisce di diventare donatore è più spesso nella nostra mente piuttosto che nel nostro corpo. Oltre alla cosiddetta sana e robusta costituzione, quella che una volta veniva richiesta dalla palestra o dalla scuola per praticare attività fisica non agonistica, un buon donatore è infatti anche un tipo dai nervi saldi, o comunque non troppo fragili. Qualcuno vi chiederà insomma come mai desiderate diventare donatori stabilendo con domande indirette se siete in grado di sostenere i pur brevi prelievi cui dovrete essere eventualmente sottoposti.

Il check-up poi si ripeterà periodicamente per verificare la persistenza delle condizioni iniziali che vi hanno consentito di diventare donatori.
I controlli potrebbero sembrare eccessivi ai meno impressionabili tra voi: in realtà sono garanzia di serietà e di sicurezza dei prelievi (sempre anonimi) a beneficio sia di chi riceve, ma anche di chi dona il sangue.

E poi, anche per chi non si sente particolarmente portato per il volontariato, se dona il sangue
si auto-tutela: quelle analisi ematiche così noiose da ripetere una volta all’anno si trasformano in un’occasione che fa bene a se stessi e agli altri. Tra l’altro chi ha un lavoro dipendente per legge può prendere un permesso-donazione

Insomma, non avete (anzi, non abbiamo) scuse: chi sta bene in salute farebbe bene a donare. L’ha capito anche Jovanotti (vedi la foto in alto a sinistra!),
testimonial dell’Avis
.
Neanche con un ago nel braccio smette di sorridere: e perché dovrebbe, del resto? Sa di fare la cosa giusta… Chi volesse imitarlo può chiamare il numero verde dell’Avis 800 261580 e chiedere qual è l’iniziativa più vicina a casa propria prevista per il prossimo 14 giugno.


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