Storie di "domotica felice", una realtà per Milano e provincia!
Scritto da Giovanni Del Zanna il 26-05-2011
La teoria da sola non basta. E per le nuove tecnologie è necessaria anche la pratica, soprattutto quando si parla di “casa domotica”. L’argomento è stato oggetto del convegno tenutosi a Milano lo scorso venerdì 20 maggio, dal titolo “La Domotica per l’Autonomia. Uno sguardo alle esperienze del territorio milanese rivolte alle persone con disabilità“, promosso dalla Provincia e organizzato dai Professionisti per l’Accessibilità.
L’iniziativa ha avuto un approccio molto concreto: al centro del dibattito non discorsi generali, bensì le esperienze dirette delle organizzazioni che gestiscono le case domotiche e di chi – con una disabilità – desidera abitare o già vive in una casa domotica.
In particolare, sono state presentate tre diverse realizzazioni di case domotiche:
- la casa dimostrativa del DAT (acronimo di Domotica, Ausili e Terapia occupazionale) della Fondazione Don Gnocchi: una casa messa a disposizione delle persone per essere provata. Si tratta di un luogo in cui svolgere terapia occupazionale, sperimentando, nelle diverse attività quotidiane, l’uso degli ausili e della tecnologia. Non solo: grazie alla presenza del Polo Tecnologico, la casa domotica è diventata anche laboratorio di ricerca per sperimentare nuove tecnologie e nuove soluzioni di interfaccia;
- la casa riabilitativa dell’Unità Spinale di Niguarda: gli alloggi “pre-dimissioni” offrono un’occasione per i pazienti (che hanno subito un incidente e sono in carrozzina) per mettere alla prova la loro autonomia in un ambiente domestico. In questo caso, la domotica, assieme agli altri accorgimenti delle case, fa da supporto al percorso riabilitativo delle persone;
- la casa da abitare, quella del progetto Una casa per crescere promosso dalla sede milanese dell’Unione italiana lotta alla distrofia muscolare (in sigla, UILDM) e dal Consorzio cooperative lavoratori (in sigla, CCL): nella costruzione di nuovi edifici residenziali della seconda organizzazione un alloggio viene realizzato con la domotica e dato in affitto alla UILDM che attua il suo progetto a favore di soci che vanno a vivere direttamente in queste case. Una casa vera, accessibile e domotica, per una vita autonoma di persone che hanno una disabilità.
I tre progetti sono stati presentati con foto e filmati e hanno riscosso molto interesse. Ma ancora più significative sono state le testimonianze degli interessati.
Di chi già utilizza la tecnologia (computer, interfacce, carrozzina elettronica) per lavorare, per il tempo libero, per spostarsi e vede nella domotica il normale compimento di una casa accessibile in cui vivere, almeno alcuni momenti, in completa autonomia.
E di chi già abita in una casa domotica e racconta che la domotica gli ha cambiato la vita: ora può entrare e uscire da solo, può far aprire una finestra, può vedere sul televisore chi chiama al citofono. Un entusiasmo che deriva non da una passione per la tecnologia, ma dallo sperimentare nel quotidiano la funzionalità delle sue soluzioni.
In poche ore, insomma, è stato possibile scambiarsi esperienze, toccando con mano le molte soluzioni che la tecnologia domotica mette a disposizione per una vita più autonoma per le persone con disabilità.
E voi che cosa ne pensate? Vi piacerebbe vivere in una casa domotica o siete ancora diffidenti verso le tecnologie?
Raccontateci la vostra esperienza e buona vita, amici.