Telemedicina, dal check-up alla prevenzione con un click

Scritto da Alessandra Cicalini il 28-12-2009

Già da diversi anni è possibile farsi controllare il cuore direttamente in farmacia, ma è da molto meno tempo che la stessa opportunità è data a molte altre patologie e non solo se ci si trova in strutture sanitarie o altri luoghi destinati all’assistenza. Il “miracolo tecnologico” è reso possibile dalla telemedicina, un settore in continuo sviluppo, come testimonia lo speciale che gli ha dedicato “Salute” della Repubblica per il numero di Natale uscito lo scorso 15 dicembre.
Nata una ventina di anni fa – si legge nel servizio – la telemedicina utilizza la Rete per traghettare fino al medico curante (più spesso un ospedale) le informazioni sulla salute del paziente, in particolare di quella del cuore, come capita nella telecardiologia di cui la Puglia – si dice nell’articolo – sarebbe “regina incontrastata”). Esistono però diverse tipologie di check-up a distanza ed è probabile che nei prossimi anni si assista a ulteriori evoluzioni. Già oggi, per esempio, è possibile inviare immagini radiologiche di Tac e risonanze magnetiche attraverso smart-phone e computer portatili, come succede all’ospedale Burlo Garofolo di Trieste. I medici che lavorano in ospedali da campo, come capita in caso di catastrofi naturali, possono inoltre connettersi con ospedali specializzati grazie alle tecnologie wi-fi e a breve quella satellitare messa a disposizione da Telecom Italia permetterà di eseguire diagnosi a distanza per i pazienti che viaggiano sulle navi.
Tutti gli esempi sopra riportati, prevedono però che la persona bisognosa di assistenza sia in luoghi diversi da casa propria: la telemedicina ha invece già varcato la soglia delle nostre abitazioni. L’Inrca di Ancona, per esempio, permette di monitorare il cuore dei pazienti una volta che siano tornati a casa dopo l’operazione. Una smart card da inserire nel decoder digitale sarebbe poi alla base del progetto “Keep in touch” promosso dall’università di Cagliari, che consente di controllare i livelli pressori e glicemici dell’assistito, con un semplice clic sul telecomando.
Le tecnologie “internettiane” possono poi aiutare chi passa molte ore in casa ad adottare comportamenti più virtuosi per la propria salute: a uno scopo del genere risponde il progetto “Abitare sicuri”, in partenza dal prossimo febbraio a Bolzano, che coinvolgerà un gruppo selezionato di over 65 per un periodo di 6-8 mesi. Coordinato dal Comune e realizzato in collaborazione con TIS innovation park – Area Tecnologie Digitali e con IBM, il progetto si pone l’obiettivo di realizzare un sistema di tele-monitoraggio di tele-assistenza attivato attraverso strumentazioni informatiche diffuse nelle abitazioni di ciascun anziano coinvolto nella sperimentazione, in dialogo costante con una centrale operativa. Gli utenti potranno servirsene sia per controllare i propri parametri vitali sia per allenare il fisico e la mente con alcuni semplici esercizi. In più, il dispositivo a distanza si allerta in caso di fuoriuscite anomale di gas o acqua.
Simile al progetto bolzanese è infine “Mydoctor@home”, sviluppato da Telecom Italia e applicato lo scorso anno in via sperimentale all’ospedale “Le Molinette” di Torino. Anche in questo caso i pazienti che soffrono di mali cronici hanno potuto evitare la corsia e monitorarsi a domicilio utilizzando la telefonia cellulare e il “bluetooth”. Secondo i responsabili dell’azienda, la sperimentazione sarebbe andata molto bene, anche se se si conosceranno i risultati precisi solo all’inizio dell’anno nuovo, ormai alle porte. Speriamo che il loro ottimismo venga confermato dai risultati: sarebbe un’ottima notizia per cominciare il 2010 con uno spirito più lieve.

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