Allenare la mente? È un gioco!
Scritto da Stannah il 07-11-2008
Immaginatevi la scena: siete un genitore che lavora per turni e quel pomeriggio avete chiesto al nonno di fare compagnia al vostro bambino rimasto a casa per colpa dell’influenza. Verso sera aprite la porta e siete accolti da un insolito silenzio.
Strano, vi dite, ma non si saranno mica addormentati a quest’ora?
Entrate in cucina ed ecco svelato l’arcano: vostro figlio e vostro padre sono l’uno di fronte all’altro, le mani sulle tempie e lo sguardo dritto sui quadretti bianchi e neri di un oggetto piazzato in mezzo a loro, sulla tavola. Gli scacchi? Ma tu guarda!, esclamate a mezza voce, per non disturbarli.
Mentre posate la spesa accanto al frigo, vi viene in mente l’antica passione del babbo per quei pezzi antropomorfi e non, che si devono muovere secondo regole molto precise; ma non riuscite a credere che anche vostro figlio ne sia stato contagiato!
Magari non durerà, nessuno può dirlo, i bambini sono molto volubili, si sa: però è certo che a vostro padre farà benissimo rinverdire l’antico hobby.
Gli scacchi, infatti, sono uno dei giochi che allenano la mente e stimolano la concentrazione. Magari il nonno in questione non ne ha particolare bisogno, ma in ogni caso, i benefici prodotti da una sfida tra re e regine di opposto colore si riverberano anche sulla psicologia dei due contendenti.
Alla fine di uno scontro di ore, spesso vince chi ha più pazienza, non solo chi ha più memoria. E la capacità di saper attendere appartiene di più agli anziani, non ai ragazzi… insomma, di sicuro vostro padre sta puntando a stracciare il nipotino!
C’è però chi proprio non ce la farebbe a restarsene ore e ore davanti a una scacchiera. Poco male: tra i giochi da tavola c’è davvero l’imbarazzo della scelta.
Per i patiti della carte, puntano molto sulla memoria, per esempio, la tradizionalissima scopa, ma anche il tressette, la briscola (anche se qui ci vuole anche una discreta fortuna…) e, con le carte da poker, il ramino e il machiavelli (la cui durata può essere più estenuante di una partita di scacchi, però!). Poi c’è anche il bridge, gioco di solito associato all’immagine di signore altolocate… chi ci sa giocare dice però che prende così tanto che alla fine l’aplomb va a farsi benedire!
Alcuni giochi sono più divertenti se ci sono più persone: ancora oggi va molto il Trivial Pursuit, adatto davvero a grandi e piccini (provate a risolvere questi quiz scovati nella versione online del gioco: io non sono riuscita a rispondere nemmeno a una domanda!).
Se invece volete fingere di essere Rockfeller o accettare definitivamente di non avere il minimo pallino per gli affari, potreste rispolverare anche il Monopoli, un ottimo allenamento per la parte razionale del nostro cervello (i tipi emotivi di solito si ritrovano subito sul lastrico…).
Anche in questo caso conviene essere in tanti, un po’ come foste tutti piccoli azionisti che tentano la scalata in Borsa!
I più creativi, inoltre, potrebbero cimentarsi nel “Dungeons and dragons”, entrando così nel mondo del fantasy, anzi, assumendo proprio un’altra identità, come sta capitando da un po’ anche in Rete, su Second life (ma questa è un’altra storia: ne riparleremo, promesso!).
Oppure, qualcuno potrebbe finalmente esprimere il proprio talento teatrale nascosto mimando i titoli dei film… però non lo consiglio: è davvero deprimente quando non si riesce a farsi capire!
Infine può capitare di essere da soli, ma anche in questo caso i giochi che rilassano tenendo in forma la mente sono moltissimi, a partire dagli intramontabili cruciverba, passando per gli intarsi e i rebus, fino ai più moderni sudoku, una moda esplosa negli ultimi anni davvero tra tutte le età e le classi sociali…
Io non ci so giocare, però: qualcuno mi spiega come si fa?