Elisabetta Favale e la governante per anziani e bambini con “il cuore” nel condominio

Scritto da Alessandra Cicalini il 30-05-2013

Intervista di Alessandra Cicalini

Se il cuore di una società batte a dovere, il benessere collettivo è garantito. Da un assunto di questo genere, pieno di limpido buonsenso, è nato il marchio Spaziocuore, sottotitoloAssistenza al benessere, scelto come nome dalla Onlus milanese che fornisce, tra gli altri, il servizio di governante condominiale. Partita (non a caso) il 14 febbraio scorso sotto forma di start-up, la nuova realtà è animata da due socie, accomunate da un passato in grandi multinazionali specializzate nella gestione delle risorse umane, entrambe analogamente convinte dell’importanza di proporre un modello di impresa che abbia al centro il “noi” e non più il singolo individuo. A parlare della nascita e delle prospettive future dell’impresa che è stata considerata socialmente innovativa anche dal ForumPa, l’importante kermesse della pubblica amministrazione tenutasi a Roma a fine maggio scorso, è Elisabetta Favale, classe ’68, una laurea in Scienze Politiche con indirizzo amministrativo, tanto duro lavoro e una parlantina davvero trascinante.

 

Perché un’agenzia del genere?

Dopo molti anni passati in grandi aziende, gli ultimi in qualità di capo ufficio appalti per la pubblica amministrazione, ho deciso che volevo fare qualcosa di mio, dedicandomi a un progetto di tipo sociale. E così ho fatto.

 

Come è partita?

Ho partecipato a un Concorso per idee innovative promosso dalla Regione Lombardia (il Programma Ergon/InRete) e sono stata selezionata, il che ci ha permesso di essere assistiti nel primo anno di attività dalla Confcooperative di Bergamo, oltre che di fare rete con altre start-up di innovazione sociale come la nostra.

 

C’è anche qualche motivazione più personale che l’ha spinta su questa strada?

Sì. Per lavoro, infatti, sono passata dalla Sardegna al Friuli, e ora, dopo gli ultimi dodici anni trascorsi a Roma, mi sono trasferita a Milano. In tutti questi spostamenti, sono sempre stata lontana dalla famiglia di origine, come succede continuamente a moltissime persone. Nel mio caso, priva della rete familiare, mi sono sempre state di grande aiuto le relazioni con i vicini di casa, nei vari condomini in cui ho abitato. Inoltre, è così che ho scoperto l’esistenza di bisogni destinati a restare insoddisfatti senza la cooperazione tra tutti.

 

Mi fa qualche esempio?

L’accudimento degli anziani ancora autosufficienti, ma in difficoltà con molti altri aspetti della loro vita quotidiana è un problema che riguarda un numero crescente di famiglie, che, magari, hanno anche figli piccoli e non ce la fanno a gestire gli uni e gli altri.

 

Come si spiega una diffusione di casi del genere?

Soprattutto nelle grandi città sono in aumento le persone che fanno figli più tardi: di conseguenza, anche i nonni sono più anziani e spesso non hanno più la forza per occuparsi dei nipotini. Oppure si vive proprio da soli per i motivi più diversi e, in caso di bisogno, più frequente con l’avanzare degli anni, non c’è nessuno che possa dare una mano.

 

Che cosa può fare per loro una governante condominiale?

Innanzitutto, occuparsi contemporaneamente di più famiglie all’interno di uno stesso condominio. Perché, in genere, chi ha bisogno di farsi aiutare con la spesa, le pulizie o altre piccole incombenze, richiede un lavoro di non più di due ore al giorno ed è evidente che a chi presta l’opera occorrerà mettere insieme più famiglie in maniera da arrivare a un congruo compenso mensile. E se queste famiglie abitano tutte nello stesso stabile, è più facile per tutti.

 

Come viene inquadrata contrattualmente e giuridicamente la figura della governante condominiale?

La denominazione è nostra, ma la figura è stata introdotta di fatto dal nuovo Contratto collettivo nazionale sui portieri e condomini entrato in vigore a fine 2012. In particolare, all’articolo 17, lettere D3 e D4, si parla della figura dell’assistente di condominio che è una risorsa un po’ più “segretariale” e di un’altra figura che Spaziocuore chiama Governante, che può prestare piccoli servizi presso le singole abitazioni di uno stabile o presso un locale messo a sua disposizione dal condominio. Quel che più conta è che viene assunto dal condominio, ma è retribuito solo dalle famiglie che fruiscono dei suoi servizi.

 

Quindi voi come agite: contattate i singoli condomìni e vedete chi potrebbe aver bisogno di qualcosa del genere?

In linea generale, abbiamo scelto la via dell’accordo con Confabitare, ossia l’associazione dei proprietari delle case (che sta sperimentando la figura della badante condominiale), perché abbiamo constatato che è più facile interagire con i condomini tramite loro piuttosto che con i singoli amministratori di condominio. Nello specifico, però, ci stiamo facendo conoscere usando diversi canali, dal tè con le signore, al Web, al passaparola più tradizionale…

 

Quali sono le resistenze che incontrate più spesso?

Innanzitutto, la grandezza dei condomini: ci siamo accorte che più il condominio è grande e meno è facile che le famiglie si mettano d’accordo per l’attivazione di un servizio del genere. In secondo luogo, cerchiamo di vincere la giusta diffidenza delle persone che dovranno servirsi della governante condominiale, attuando una rigorosa selezione dei possibili candidati.

 

Quali sono i requisiti minimi che chiedete?

Prima di tutto l’esperienza pregressa con anziani e anche con bambini, visto che la governante dovrà dare una mano anche ad accudire i secondi; in secondo luogo, la presenza di referenze verificabili. Per queste ragioni, gestiamo noi i colloqui, nella nostra agenzia o al domicilio dell’interessato, e siamo in grado di fornire entro mezz’ora una rosa di tre-quattro nomi più indicati per il singolo condomino.

 

Quante governanti condominiali siete riuscite a fornire finora?

Quattro, tutte nella zona in cui vivo, grazie all’attività di quartiere di cui le parlavo prima. Si tratta di tre famiglie di anziani e di una quarta con una bambina di undici anni. Tutti vivono in piccoli condomini di dieci appartamenti.

 

Sono tutte donne?

Per ora sì, anche perché sulle generazioni più anziane fa ancora effetto un uomo impegnato nei lavori domestici. Ma in generale non credo che si tratti di un lavoro solo femminile.

 

È probabile che la visione di genere sia destinata a cambiare, certo… quante ore lavorano in media le governanti già attive?

Tutte otto ore al giorno, chi dalle 8 del mattino in avanti, chi più tardi.

 

Che tipo di mansioni svolgono?
Oltre alla spesa, spesso accompagnano gli anziani per una passeggiata, al mercato, al bar, all’edicola: e poi, magari, leggono insieme il giornale e ne discutono.

 

Insomma: il desiderio di compagnia è grande quasi quanto l’aiuto pratico?

Indubbiamente: nel mio quartiere ci sono molti anziani soli che desiderano soltanto stare insieme agli altri.

 

Posso farle una domanda indiscreta: voi come guadagnate?

Il nostro è il lavoro di gestione, il che significa che noi troviamo le persone e gestiamo gli aspetti amministrativi. Per spiegarmi meglio, sono solita dire che la risorsa costa alle famiglie solo 80 centesimi in più sul costo orario… costiamo un po’ come un abbonamento Sky (ride).

 

Il contratto collettivo dei portieri prevede anche la figura dell’assistente condominiale: come si differenzia dalla governante?

In futuro vorremmo offrire anche questo servizio, ma per il momento è prematuro parlarne. Si tratta di una sorta di segretaria/o che può aiutare il condomino con la burocrazia, il pagamento delle bollette, e così via. Somiglia in sostanza al maggiordomo aziendale, che nell’ultima azienda in cui ho lavorato mi era molto comodo. Si tratta, insomma, di un di più di cui, di questi tempi, non si sente molto il bisogno. Al contrario della governante condominiale che, inutile nasconderlo, parte da una costrizione, da un’urgenza.

 

Le faccio un’altra domanda indiscreta: ha figli?

Io no, ma la mia socia sì ed è per questo motivo che conosciamo molto bene anche il mondo delle famiglie con bambini piccoli.

 

Nelle grandi città sono molto diffuse le mamme in rete, blogger per hobby o per lavoro: le avete contattate per farvi promozione?

Certamente: conosciamo in particolare Working Mothers, un network di diverse migliaia di mamme messe insieme da una mamma che ne ha fatto un vero e proprio lavoro. A Milano è molto attiva è anche Radio Mamma. Da poco abbiamo organizzato un aperitivo con le mamme: in generale, nelle grandi città sono realtà sempre più importanti.

 

La vostra agenzia è visibile su strada?

Sì, certo: abbiamo scelto una sede accogliente e visibile e riceviamo moltissime persone al giorno. Con noi lavora una terza persona che si occupa esclusivamente della selezione. Ad oggi abbiamo un database di oltre 500 nominativi per la sola governante condominiale.

 

Che tipo di persone si candidano?

Essenzialmente di due tipologie diverse: i molto qualificati e quelli che hanno molta esperienza pratica. Noi, comunque, forniamo anche attività di formazione.
Quali sono le vostre prospettive di crescita per quest’anno?

Se possibile, vorremmo arrivare a fornire almeno una cinquantina di governanti, anche se, non le nascondo, il grosso dei nostri ricavi viene dal servizio badanti e da quello delle baby sitter, due emergenze sempre più sentite nel nostro Paese.

 

Pensate di potervi espandere anche in altre parti della Penisola?

Intanto, stiamo per partire con la prima affiliazione a Roma, resa possibile dall’incontro con una persona (un uomo: una rarità nelle agenzie di lavoro, di solito a prevalente maggioranza femminile) molto simile a me per indole, una premessa fondamentale per poter condividere i nostri obiettivi. Abbiamo poi contatti con una città dell’Emilia Romagna e con una del Sud.

 

Non crede che potreste avere più difficoltà nei centri più piccoli in cui la rete familiare è ancora solida?

È possibile, ma io comunque già considero il quartiere come una piccola città.

 

L’importante, insomma, è fare rete. A questo proposito: di cosa si è parlato al ForumPa al quale l’hanno invitata?

Ho preso parte a un workshop chiamato PianoD (come donna, ndr) sulla posizione delle donne in azienda e la necessità di “liberare risorse” per noi donne.

 

Insomma: donna e innovatrice, ossia due elementi decisamente non comuni di questi tempi nel nostro Paese, che ridanno speranza nel futuro. Da Muoversi Insieme il più sincero in bocca al lupo a SpazioCuore e alla loro energetica portavoce.

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