Dal fungo cinese al kombucha

Storia della bevanda fermentata a base di tè che per qualcuno è un elisir di lunga vita

Scritto da Stannah il 22-01-2020

Ci sono gusti e mode che non tramontano mai. Un buon caffè nero, per esempio. Espresso, americano, alla turca col cardamomo o freddo, da mille anni quella bacca profumata incanta i palati di popoli diversi per gusti e cultura. Ce ne sono altre che toccano picchi di popolarità eccezionali e poi, improvvisamente, spariscono. Come l’idrolitina, la polverina che rendeva effervescente l’acqua del rubinetto; o le pennette panna, salmone e vodka. Infine ci sono mode che esplodono impetuose come un temporale estivo, e altrettanto rapidamente svaniscono (per poi ricomparire alle volte sotto un’altra veste). E’ questo il caso del fungo cinese.

Il blog Storie Meneghine: tra leggende, ricordi e proverbi

Se non fosse per la copertina della Domenica del Corriere del 19 dicembre 1954 disegnata da Walter Molino; per la canzone dello chansonnier napoletano Renato Carosone “Stu fungo cinese” canzone ma soprattutto per il blog “Storie meneghine”, non avremmo avuto modo di conoscere questa storia e contribuire a diffonderla e a rievocarne il ricordo per chi lo custodisce nella memoria. Per fortuna, nelle nostre perlustrazioni per il mondo del web, ci siamo scontrati con questo delizioso giornale online scritto da tre amici milanesi doc, tutti orgogliosamente in pensione e con i capelli bianchi. Nell’incipit i tre meneghini dichiarano: “Ogni volta che ci ritroviamo in cortile ad aspettare l’ora in cui l’aria inizia a profumare di risotto o di minestrone, inganniamo il tempo parlando della nostra fanciullezza. Senza pretese culturali, ci siamo impegnati a condividere alcune delle nostre avventure in questo sito e su una pagina Facebook”. Così tra storie personali della Milano che fu, aneddoti, leggende e proverbi in dialetto milanese, gli autori di Storie Meneghine hanno rievocato anche la parabola del fungo cinese. Una creatura vegetale dagli innumerevoli poteri taumaturgici, che nutrita a caraffe di tè zuccherato regnava, chiusa nel suo vaso, sui comodini e sulle consolle di quasi tutte le case degli italiani negli anni 50.

Che cos’è il fungo cinese e quali sono le sue origini

Ma entriamo bene dentro la storia. Che cos’è, a cosa serviva e da dove veniva il fungo cinese? La moda improvvisa e contagiosa del fungo cinese esplose a Milano nell’estate del 1954. Da dove venisse di preciso, è difficile saperlo. Quel che è certo, in base alla ricostruzione fatta da altri appassionati della materia (per esempio gli autori di laputa.it), è che la moda fu così rapida a espandersi che nel giro di poco più di un anno il fungo si era moltiplicato in così tante parti da aver quasi completamente soddisfatto la domanda. E così come rapidamente si diffuse, altrettanto rapidamente il fungo cinese svanì, prevalentemente attraverso lo sciacquone del wc. Sic transeat gloria mundi.

Sembra che il magico fungo vanti nobili origini. Una contessa di Torino, di ritorno da un viaggio in Portogallo dove era andata a trovare la famiglia reale dei Savoia in esilio a Cascais, dovrebbe essere all’origine dell’importazione del primo esemplare in Italia di quel microrganismo che poi prese il nome di fungo cinese (anche se altri lo avevano battezzato fungo peruviano, perché dal Sudamerica avrebbe avuto origine, o anche fungo portoghese). Era il 1949, ancora ci sarebbero voluti cinque anni perché la moda si diffondesse tra le masse, ma spesso i grandi fenomeni popolari hanno origini aristocratiche… Invece l’epiteto orientale racconta di un’epoca in cui “cinese” non era ancora sinonimo di prodotto di “bassa qualità”, bensì di antica saggezza nell’ambito delle cure mediche alternative.

I suoi innumerevoli poteri guaritori

Secondo i suoi ammiratori il fungo cinese poteva curare qualsiasi fastidio: mal di pancia, dolori mestruali, infezioni intestinali, mal di gola, raffreddore, e in generale tutti quei piccoli malanni che costellano la vita di una famiglia senza provocare troppi disagi. La regola da seguire era di bere ogni giorno, possibilmente al mattino e a stomaco vuoto, un bel bicchierone di quell’acqua fermentata che si produceva nutrendo il fungo con abbondante the zuccherato. Recentemente, in base agli studi effettuati, si è scoperto che, dal punto di vista biologico, non si tratta affatto di un fungo. In realtà il mostro vegetale sarebbe uno SCOBY (Symbiotic Colony of Bacteria and Yeast), ovvero uno schizomicete, simile per le caratteristiche ai granuli del kefir o alla madre dell’aceto. E infatti, al contrario di quanto ritenuto all’epoca della grande moda, non era il tè a nutrire l’essere (mantenendolo morbido e in vita), ma la coltura batterica ad acidificarlo e farlo fermentare trasformando il tè in una bevanda probiotica fermentata, potenzialmente benefica per la flora intestinale quanto uno yogurt o un kefir.

Le regole per conservarlo, moltiplicarlo e regalarlo mantenendone i poteri magici

Il fungo cinese per vivere e diffondere i suoi benefici doveva essere custodito con amore in un vaso di vetro e nutrito quotidianamente con tè nero e zucchero. Inoltre, per mantenere le sue virtù magiche, il fungo non poteva essere comprato o venduto, ma soltanto essere regalato (pena l’annullamento dei suoi poteri). Infine il fungo, per conservare la sua forza curativa, doveva essere idratato e coccolato fino ad ingrossarsi abbastanza da arrivare a generare almeno altre quattro parti. A quel punto, il tutore del fungo, poteva tenere una parte per sé e regalare le altre tre porzioni a tre fidati amici o parenti, che avrebbero dovuto prendersi cura dell’essere con lo stesso amore e la stessa attenzione del proprietario originario. Solo rispettando queste regole, si sarebbe garantita l’aura benefica del fungo su qualsiasi male.

La canzone di Renato Carosone

Con la diffusione in radio della canzone di Renato Carosone “ Stu fungo cinese” il magico vegetale dalle origini misteriose toccò il picco di celebrità. Ma da lì in avanti, anche il suo declino era vicino. Gli italiani cominciarono ad annoiarsi, sia di dover trovare continuamente nuovi adepti cui regalare il mostro vegetale, sia di bere quotidianamente quella bevanda frizzantina. Nel giro di pochi mesi tutti o quasi tutti i funghi cinesi finirono negli scarichi del wc e gli italiani si dimenticarono del fungo cinese.

Di seguito il testo della canzone Stu fungo cinese scritta e musicata da Renato Carosone

E’ giunta la Pechino
int’ ‘a ‘nu vaso
‘na cosa misteriosa.
Nun c’è bisogno cchiù di medicine,
l’ha detto un mandarino
che l’ha purtata ccà!
Ritornello:
‘Stu fungo cresce, cresce, dinto ‘o vaso
e chianu, chianu fa ‘nu figlio ‘o mese!
Quanno ‘na sposa
beve l’infuso
sente ‘na cosa
e dice: Eè!
Coro.
Cos’è, cos’è, cos’è, ‘stu fungo cinese?
Che cresce, cresce, cresce, cresce dinto ‘o vaso
e chianu, chianu, trase, trase, trase
dinto ‘o core
e dinto ‘o core
cresce ammore mio pe’ tte!
e ammore tuio pe’ mme!
co’ ‘o fungo cinese!
Nun piglià penicillina,
nun piglia streptomicina,
piglià ‘o fungo ogni matina!
Ma stu fungo è traditore
comm’ ‘a femmena in amore
ca si nun ‘a saie piglià
chella piglia e se ne va!
Per finire:
Chella piglia e se ne va!

Il breve ritorno dell’alga del Nilo negli anni 90 e la moda del kombucha oggi

Nell’anno 1955 il fungo cinese è progressivamente sparito dalle case, ma non è scomparso completamente dal territorio italiano. Secondo alcune fonti è ricomparso negli anni settanta e ottanta sotto forma di catena di Sant’Antonio, ma il suo più importante revival è avvenuto negli anni novanta, tanto da meritarsi di nuovo una copertina (quella dell’Europeo il 15 giugno 1994). L’essere, però, aveva cambiato nome: da fungo cinese ad alga del Nilo o alga egiziana.

Ma è il tè kombucha, fenomeno hipster partito a fine anni ottanta dagli Stati Uniti, ad aver cancellato definitivamente dalle cronache quel fenomeno nazional popolare, un poco sempliciotto ma molto romantico, del fungo cinese nostrano. Simile per principio attivo al tè fermentato originato dal fungo cinese, il tè kombucha si può acquistare online su Amazon in formato disidratato, per produrselo direttamente in casa, oppure già pronto e confezionato. Gli sono state riconosciute alcune proprietà benefiche, come per esempio di essere antiossidante, anti batterica e antifungina; stesse proprietà condivise con Kefir e Yogurt e anche con l’essere misterioso degli anni 50!

In fondo, i nostri antenati sedotti dall’alone misterioso di quell’essere dalle presunte origini orientali e dalle vantate virtù terapeutiche, non avevano del tutto torto.  E poi nessuno ha ancora dedicato una canzone al tè kombucha, mentre Stu fungo cinese resterà immortale.

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