Giugno, il mese giusto per fare "comunità"
Scritto da Stannah il 06-06-2008
Considera con gioia, ma anche con timore, che le tue azioni possono venire prese ad esempio da altri (dal calendario di Manfredi Fischetti)
“Emozionante, anzi toccante”: una bella ragazza scura di capelli giudica così la parata per la festa della Repubblica organizzata ieri a Roma, all’altare della patria. La dichiarazione sorridente e solare è raccolta da un cronista di un tg mentre intorno piovono gocce stanche.
Se questa ragazza era lì, evidentemente aveva piacere di osservare i militari in assetto da cerimonia mescolandosi tra le centinaia di persone assiepate sotto gli ombrelli. Quella piccola grande folla, evidentemente, non faceva parte della maggioranza degli italiani che, in base a un sondaggio pubblicato sul Corriere della Sera il giorno precedente alla ricorrenza simbolo dell’Italia del secondo dopoguerra, ignora le origini e le ragioni della festa.
In verità, forse anche molti dei presenti lì ai Fori imperiali non sapevano proprio per bene il perché di questa festa e tuttavia volevano esserci, per curiosità, amor di patria o più semplicemente, per desiderio di sentirsi almeno per una volta parte di una comunità.
E del resto, non c’è niente di più umano del bisogno di far parte di un gruppo. L’appartenenza restituisce l’identità: lo dicono anche sociologi, antropologi e filosofi. Diversamente non si spiega come mai, per esempio, di solito chi entra in un ristorante semi-deserto, tende a piazzarsi al tavolo più vicino a quello già occupato.
Ci piace stare “vicini vicini”, insomma, a meno di non essere profondamente misantropi!
Gli uomini cercano anzi sempre nuovi sistemi per comunicare e incontrarsi. Saltando direttamente ai nostri giorni, sappiamo quanto internet abbia rivoluzionato le relazioni sociali.
Prima c’era solo la posta elettronica e solo qualche smanettone più provetto sapeva già parlare via computer utilizzando il microfono e le casse.
Con il passare degli anni, la possibilità di dialogare in tempo reale con persone sparse in tutto il pianeta (e anche fuori!) è diventata una realtà accessibile anche ai meno esperti di bit e reti digitali.
Qualunque mezzo si usi, in definitiva, l’obiettivo è sempre il solito: conoscere altre persone, altre realtà per informarsi, certo, ma anche per dialogare e farsi nuovi amici.
E siamo al Web 2.0, la nuova (ma già vecchia per i più evoluti!) era di Internet. In che cosa consiste, in sintesi estrema? Nel crearsi una vetrina personale sulla Rete. Semplice, no?
Chi “si apre un blog”, insomma, espone al mondo i propri gusti, le proprie idee, i propri scritti, le proprie foto, insomma tutto se stesso. Perché farlo?
I motivi, ovviamente, cambiano da persona a persona e da contesto a contesto. Magari c’è chi di mestiere fa l’artista e vuole farsi conoscere nel modo più diretto (ed economico) passando dalla Rete.
Oppure c’è chi vuole farsi nuovi amici e decide di mettersi in gioco con il suo diario online.
Infine ci siamo noi, i “blogger aziendali“, che cerchiamo di creare comunità tra le persone che gravitano intorno al nostro mondo.
Ci piace l’idea che dietro una qualsiasi attività, anche di tipo lavorativo, ci siano degli esseri umani. Non c’è niente di più magico di un’amicizia che nasce per caso, magari con l’ausilio di un cavo ethernet e di una connessione veloce, e che d’improvviso ci cambia la qualità della vita.
La capacità di dare che si nasconde dietro ognuno di noi, anche il più scontroso, è grande, ed è altrettanto meraviglioso sapere che la si può coltivare anche usando i mezzi che la tecnologia ci offre.
Per tutte queste ragioni, abbiamo deciso di dedicare il mese di giugno al “fare rete”, su internet innanzitutto, ma non solo.
Ci auguriamo che il tema appassioni anche voi.
Se volete, raccontateci dei vostri incontri, delle vostre esperienze di comunità, reali e virtuali. Saremo felici (e onorati) di pubblicarle!