Invecchiamento della popolazione. Come invecchiano gli italiani?

L’Istat definisce l’Italia il secondo paese più anziano al mondo. Come dovrebbero prepararsi gli italiani alla vecchiaia?

Scritto da Stannah il 07-08-2018

Vivere tota vita discendum est […]

Ci vuole tutta una vita per imparare a vivere […]

Seneca (De brevitate vitae, VII,3)

L’Italia è un Paese che sta lentamente, ma inesorabilmente invecchiando. Metà della popolazione ha più di 45 anni, mentre il tasso di natalità è tra i più bassi al mondo con meno di un bambino nato per coppia. Contemporaneamente, l’aspettativa di vita è sempre più lunga e dunque la curva di invecchiamento della popolazione sempre più accentuata. Considerando tutti questi elementi, ci domandiamo:

È importante arrivare preparati alla fatidica terza età? Probabilmente sì. Vediamo perché.

Terza età. Questa (s)conosciuta?

Non esiste un’età unica ed esclusiva che marchi il passaggio dalla “seconda” alla “terza” età. In generale possiamo dire che la collettività inizia a considerare anziani gli individui che ne fanno parte quando cambia il loro ruolo all’interno di essa. Andare in pensione o diventare nonno/a sono due situazioni tipiche per cui si viene automaticamente considerati anziani. Altri segnali che indicano l’ingresso di una persona nel mondo della terza età sono prettamente fisici o estetici: l’incremento dei capelli bianchi, l’ingresso in menopausa per le donne e in andropausa per gli uomini, una maggiore debolezza fisica in generale.

Domanda: conosciamo davvero a fondo questa “nuova” età della vita? Quali sono ad oggi le problematiche che la collettività deve inevitabilmente affrontare?

Ecco i numeri: il Rapporto Osservasalute 2017

Dall’articolo de Il Sole 24 ore che analizza il rapporto Osservasalute 2017 emerge che: l’Italia è tra i primi Paesi al mondo con il maggior numero di persone over 65; è il Paese che ha la percentuale più alta di over 65 rispetto alla popolazione dei 15-64 enni. Infine il nostro Paese è ben sopra la media europea, secondo al mondo per invecchiamento solo al Giappone.

Tra gli over 65 che hanno preso parte allo studio (dalla ricerca sono escluse tutte le persone che vivono in strutture protette), una percentuale elevata di essi ha difficoltà oggettive nello svolgere le attività di tutti i giorni.

Grafico Stannah- Limitazioni dei 65-74 enni nello svolgere determinate azioni quotidiane

Chi ha le limitazioni illustrate sopra può contare, paradossalmente, su di una rete di supporto più debole rispetto ai coetanei che si dichiarano non affetti da particolari limitazioni quotidiane. E le percentuali aumentano se aumentiamo la classe di età.

Un altro aspetto importante analizzato nei dati raccolti dal rapporto Osservasalute riguarda la percezione del dolore e la presenza di disturbi depressivi.

Nella sezione invecchiamento dello stesso rapporto, si raccomanda di investire in prevenzione e informazione, rivolgendo azioni specifiche alla popolazione tra i 65-74 anni, essendo: “Un gruppo demografico dalle buone potenzialità che, peraltro, vanno migliorando con il progressivo subentrare in questa classe di età di generazioni più istruite e più attente alla propria salute.

Il dato che preoccupa in tutto ciò è che, parallelamente all’aumento dell’aspettativa di vita, nascono meno bambini. Quindi, tra alcuni decenni il rapporto tra popolazione attiva e non attiva sarà sempre meno favorevole. La rete di supporto familiare che attualmente si prende carico dei propri cari, cercando di attutire l’effetto delle limitazioni sopra elencate, si indebolirà ancor di più. In questo caso dovrà essere il welfare statale che si dovrà prendere cura delle persone che avranno meno autonomia nella gestione delle faccende quotidiane.

Come vediamo dal grafico, camminare per 500 metri, salire o scendere le scale sono tra le maggiori difficoltà che incontrano gli italiani over 65. Si dovranno prevedere nuove forme di accompagnamento e supporto nell’acquisto di ausili che permettano a tutti di vivere in sicurezza più a lungo e in casa propria, e lavorare sulla corretta informazione e prevenzione di incidenti e cadute.

Siamo preparati all’invecchiamento della popolazione?

I dati sull’invecchiamento della popolazione italiana non sono una novità. Se ne parla ormai da alcuni anni. Ma siamo preparati ad affrontare questo nuovo scenario sociale? Stiamo facendo qualcosa per preparaci?

Invecchiamento attivo

In un passato, non troppo lontano a dire il vero, la vita media si protraeva fino ai 60-65 anni. Gli ultrasessantacinquenni erano rari. In due secoli circa lo scenario è cambiato. Si può tranquillamente affermare che per la prima volta nella storia umana, la maggior parte degli individui possono ambire a vivere fino a 100 anni ed oltre.

In meno di duecento anni sono stati concessi 20-30 anni di vita extra. Questo grazie alla ricerca, all’educazione, all’accesso alla salute.  Ma, come possiamo impiegarlo al meglio questo bonus?

Sentiamo ancora parlare di anti-ageing invece che di active ageing. Dobbiamo pensare all’invecchiamento come risorsa imprescindibile, un’opportunità per le aziende e per la rete sociale, dobbiamo riformulare nuove forme di lavoro, volontariato ed impegno per la collettività.

Bibliografia:

In Italia abbiamo il più alto tasso di over 65. Come stanno i nostri anziani? Il sole 24 ore

Rapporto Osservasalute 2017– Osservatorio Nazionale sulla salute nelle regioni italiane

Istat: Italia in declino demografico, più vecchi e soli – ANSA

Vivere fino a 120 anni è possibile, la guida per arrivarci in buona forma – Corriere della sera

Trasformare la longevità in benessere individuale e socialeAlessandro Rosina per Osservatorio Senior

Collaborare tra generazioni rende vincente l’ItaliaAlessandro Rosina per Osservatorio Senior

 

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