La pioggia prima che cada

Scritto da Stannah il 14-01-2008

Tutti abbiamo una vita da raccontare. Agli amici, ai figli, ai parenti.
c’è anche una vita che si racconta a se stessi. La propria vita ricordata e rivisitata.
Magari scorrendo le fotografie cui teniamo di più.


Si snoda così la storia di La pioggia prima che cada: passeggiando tra venti fotografie, istanti importanti nella vita di Rosamund.
Un viaggio della memoria affidato, attraverso un registratore, alle orecchie di chi saprà coglierne il valore.


Jonathan Coe scrive come se le parole, tutte quelle del vocabolario, fossero sue e a ogni suo cenno si accomodassero sulla pagina in modo da formare disegni privi di spigoli.
Pagina dopo pagina, il libro ci fa entrare nella vita della protagonista. Spingendoci, coinvolgendoci, entusiasmandoci. A volte, addirittura facendoci preoccupare per lei.
Proviamo le sue passioni, ci facciamo le sue domande sull’esistenza, la accompagniamo passo dopo passo. Fino a incontrare la verità, alla fine del libro. E allora ci accorgiamo che le orecchie cui erano destinate tutte quelle cassette registrate sono le nostre.


Personalmente ho amato molto questo libro perché si fa amare. Di un amore morbido.
Diverso da quello che ho provato per altri libri di Coe. In “La pioggia prima che cada” c’è qualcosa di ognuno di noi. Ed è impossibile non percepirlo.


Tra tutte le pagine, non posso non segnalare una parte: una vacanza raccontata con tanta intensità e uno stile che fa pensare a un flusso continuo di parole, una voce di velluto ed emozioni forti sotto pelle.
Quell’energia unica che, certi giorni, si accumula sotto le nuvole e dentro di noi. l’energia della pioggia prima che cada.


Fabrizio Ballabeni