La storia di Maria, la piccola decoratrice di Apricena
Scritto da Alessandra Cicalini il 26-06-2009
Maria è una bambina molto sensibile: lo dice la sua mamma, ma non è il genitore che parla, almeno non solo. Con le sue mani irrigidite da una malattia che le ha fatto perdere l’udito e via via anche la mobilità, Maria realizza delle decorazioni di rara bellezza (guardate per esempio la foto qui a sinistra). Chi non ne sa niente, lì per lì non capisce di avere davanti pezzi unici che non riuscirebbero neanche a un “normodotato”. Maria è un’artista, punto e basta, e come tale è destinata, probabilmente, a non essere compresa, comunque non subito, dalla gente comune. Lei però dice che sì, una mostra con le sue tegole argentate, i fiori dipinti e le anfore decorate la farebbe anche, ma non ha molto tempo, perché deve studiare: il prossimo anno frequenterà la seconda media, quindi l’aspetta un altro anno molto impegnativo. La madre di Maria, alla quale abbiamo rubato il nome per celare quello della sua bambina, racconta che il primo anno di medie è stato duro, per lei, ma ce l’ha fatta a restare al passo con i suoi compagni. “Siamo contentissimi”, commenta la mamma, “solo che adesso è molto stanca, non vediamo l’ora di andare al mare!”.
Da quando si è ammalata, Maria e sua madre, che vivono ad Apricena, in provincia di Foggia, passano l’estate a Silvi Marina, in Abruzzo: “Mio marito ci raggiunge i fine settimana, ma lì abbiamo trovato un’altra famiglia e non ci sentiamo mai sole”. L’estate scorsa la figlia di una vicina si sposava, così, tutte insieme, Maria compresa, hanno dato una mano a confezionare le bomboniere. “Una volta è uscita con la sposa ed è tornata tardissimo!”, prosegue sua madre. Maria ama stare con le ragazze più grandi, forse per la sua grande intelligenza e forse anche perché la prima persona che l’ha introdotta all’arte della decorazione si era appena diplomata all’istituto d’arte. “Mi ricordo che le ho trovate sedute a decorare il mobile: hanno lavorato moltissimo e da allora Maria le è rimasta molto affezionata”.
Dalla prima opera, la piccola artista ha fatto molta strada, ma soprattutto è cresciuta: “In questo periodo comincia a vedersi diversa e nota che le sue coetanee escono con l’amichetto, si truccano… anche lei un’estate s’è innamorata e l’ha raccontato in un diario!”. Anche se scrive molto lentamente, Maria ama esprimersi anche così: “Sa usare il computer, lo usa per studiare e per chattare”. Maria è una ragazzina del suo tempo, insomma, e non si vede affatto come una disabile: “Non ama molto andare al centro sociale – sottolinea sua madre – dove pure ha frequentato altri corsi di decorazione. Quando lo fa, va a salutare gli amici, poi va via”.
Maria non può stancarsi troppo né ammalarsi, per questo sua madre è consapevole di doverle stare molto vicina. “Ogni tanto, però, devo allontanarmi per forza, perciò ho cercato di farmi dare una mano da ragazze fidate”. E, come capita spesso nelle situazioni più difficili, il suo bisogno di sicurezza è stato esaudito. Maria non dimenticherà mai il giorno in cui ha conosciuto Felicetta, la ragazza che le ha insegnato a decorare: “Era il sedici febbraio del 2004, le tre del pomeriggio”, ha scritto una volta per fissarsi per sempre quel momento.
Anche Felicetta, che da poco è diventata mamma, difficilmente dimenticherà la sua magnifica allieva. Accomiatandosi da lei, poco prima di sposarsi, le ha scritto un biglietto che Maria conserva come una reliquia. Felicetta gliel’ha fatto trovare nascosto nel regalo, un tagliatutto da usare in cucina, il loro personalissimo atelier: “Ci sono persone che non si dimenticano mai: tu sei una di queste. Mi hai dato tanto. La tua amica Felicetta”.
Il grazie era sottinteso. Noi vogliamo scriverlo, invece: grazie, Maria, continua così. Un abbraccio affettuoso da tutta la redazione di “Muoversi insieme”.