La vita è un "Caos calmo"

Scritto da Alessandra Cicalini il 24-08-2009

Ci sono situazioni nella vita che ci costringono a prenderci una pausa, anche quando non vorremmo. Una delle più traumatiche succede a Pietro Paladini, il protagonista di “Caos calmo” di Sandro Veronesi, vincitore del Premio Strega nel 2006 (ben prima della crisi che il premio letterario ha attraversato quest’anno). In una mattina di fine estate, Pietro perde improvvisamente la sua compagna, mentre lui è impegnato a salvare un’altra donna che sta rischiando di affogare tra le onde di una spiaggia toscana.
Pietro resta solo con la loro bambina di dieci anni (molto importante nella storia) e si trova a doversene occupare come mai gli era capitato fino a quel momento. Tutti lo guardano con dispiacere, tutti pensano che stia soffrendo moltissimo, invece lui non sente nulla. Pagina dopo pagina, Veronesi ci fa entrare nel mondo di quest’uomo affermato (è il direttore di una pay tv) da una prospettiva veramente unica.
Per cercare di capire perché non sente nulla, Pietro prende a restarsene seduto su una panchina, sotto la scuola di sua figlia, convinto che sia il modo migliore per starle accanto.

Così, giorno dopo giorno, davanti alla panchina si avvicendano colleghi, fratello e cognata e una ragazza molto sportiva e carina che porta a spasso il suo cane. E poi c’è il bimbo down che crede di riuscire ad aprire l’auto di Pietro al suo passaggio, mentre è Pietro che fa scattare il telecomando per rinnovare il gioco procurandosi la gratitudine della madre.

“Caos calmo” non è un libro perfetto (per averne una recensione autorevole leggete l’articolo di Antonella Cilento su “L’indice”),
però ho scelto di parlarvene per due ragioni: fa riflettere su temi grandi come la vita e la morte senza essere pesante e poi è in perfetta sintonia con il tema di agosto.

Pietro Paladini subisce uno shock, certo, però è molto originale l’idea di “smaltirlo” seduto sulla panchina di un parco, mentre il tempo passa e le foglie ingialliscono e cadono.
Personalmente, ritengo migliore il libro del film, uscito un paio d’anni dopo, però se non avete voglia di leggerlo (magari perché le vostre ferie sono già finite e non siete in vena di letture un po’ malinconiche),
potreste provare a guardarlo. Ai tempi si era fatto un gran parlare di una scena giudicata forte (ma forse solo perché il protagonista era incarnato da Nanni Moretti, in un ruolo obiettivamente inedito per il regista di “Caro diario”),
ma nel film c’è molto altro.

Dal nostro punto di vista, c’è qualcuno che riesce a prendersi una pausa e a ripartire, ecco tutto.
Ogni tanto bisogna fermarsi e dirsi, come Rossella Ohara in Via col vento”, “domani è un altro giorno”.
E per Pietro il domani arriva, come succede sempre.
Buona lettura, amici, e buona continuazione della pausa, se potete…

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