Scrittori "over age" in un libro "tardivo"

Scritto da Stannah il 21-10-2009

Quando si parla di un artista, spesso, proprio negli ultimi anni della sua vita, sembra di scorgere delle novità. Giorgio Morandi, per esempio, verso la fine della sua esistenza decise di rarefare le sue bottiglie sempre di più, assottigliandone i contorni e utilizzando solo la china. Cambi di rotta di questo genere hanno condotto i critici letterari a parlare di “stile tardo”, ossia di un particolare “mood” che coglie molti artisti al raggiungimento della vecchiaia. Sulla presenza di questa cifra strettamente legata all’incedere degli anni è concorde la casa editrice “Transeuropa” che ha da poco pubblicato “Over-age”, ossia la raccolta di racconti di undici scrittori esordienti over 65.
Partito due anni fa, il progetto si rivolgeva a tutti gli amanti della penna che non avessero potuto, per le ragioni più svariate, dedicarsi prima alle proprie velleità letterarie. La scelta degli autori non è stata facile, come racconta il curatore Giulio Mozzi. Tra i rischi c’era di ospitare “solo” memorie personali, della guerra o della giovinezza perduta. E invece “Over-age” è davvero sorprendente per la varietà dei contenuti e degli stili utilizzati.
Tra tutti spicca la scrittura di Roberto Pusiol, inventore del neologismo “gerontolescente”; ma non scherza neanche il noir senza speranza di Gloria Gerecht, la prima delle due sole autrici presenti nella raccolta. Il curatore conferma: lo “stile tardo” esiste, nella ricercatezza della lingua, nel disincanto e nei ricordi di famiglia, il più delle volte frammenti di un’Italia che non c’è più. C’è infine un’altra caratteristica tipicamente “tarda”: tolti alcuni passaggi di struggente commozione, gli autori mostrano tutti una sobria ironia, come se il tempo avesse davvero levigato caratteri e guai.
Voi che cosa ne dite? Trovate qualche differenza tra i vostri beniamini da giovani e da anziani? Diteci la vostra. Ma prima: buona lettura!

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