Un angelo per amico? Basta immaginarlo!
Scritto da Stannah il 10-12-2010
Molti italiani hanno approfittato della recente festività dell’Immacolata Concezione per prendersi qualche giorno di vacanza, replicando così anche in casa propria l’atmosfera natalizia già visibile nelle vetrine e strade addobbate. Molto amati, soprattutto dai bambini, sono l’albero e il presepe. Quest’ultimo appartiene alla tradizione nazionale molto più del primo, anche se, con il mutare della società, non è affatto detto che chi lo realizza sia un credente. Degli angeli che annunciano un’era migliore, infatti, avrebbero bisogno tutti gli esseri umani: il problema è riuscire a riconoscerli e a goderne dell’influenza positiva. A dirlo, con parole molto più dotte, è la nostra Luciana Quaia nell’articolo che pubblichiamo oggi nell’area Magazine, settore Psicologia. l’esperta ripercorre le origini storico-psicologiche dell’angelo, soffermandosi sul concetto di immaginazione. Per rinascere a nuova vita, bisogna recuperare questa facoltà tipica degli umani, troppo spesso soffocata dall’eccessivo egocentrismo imposto dalla società dei consumi.
In un certo senso, bisognerebbe credere che qualcuno, lassù o da qualche altra parte, vegli su di noi per darci una seconda possibilità. In realtà, precisa la nostra psicologa, recuperando la capacità di emozionarci, saremo proprio noi stessi gli artefici della nostra rinascita.
Voi che cosa ne dite? Vi piacerebbe intraprendere nuovi percorsi di vita? Vi capita di pensarci più spesso in questo periodo dell’anno? Raccontateci le vostre emozioni: faremo finta di essere i vostri angeli…
Leggi l’articolo di Luciana Quaia