Vacanze, alla ricerca del tempo perduto
Scritto da Luciana Quaia il 21-07-2010
Tempo d’estate, tempo per sé. Ma cos’è davvero il tempo, ora che possiamo percepirlo fuori dalle fatiche del lavoro? Sta diventando sempre più complicato distinguere fra il tempo personale, misurato sul nostro vissuto, e quello dell’impegno, in genere lavorativo, inesorabilmente misurato da orologio, agenda e calendario.
A fare chiarezza ci vengono in aiuto gli antichi greci che offrivano alcune chiavi di comprensione valide anche oggi.
Infatti, proponevano due parole per distinguere queste diverse percezioni del tempo: Chronos, che interpretava il tempo nel suo aspetto quantitativo e, quindi, legato allo scorrere delle ore e Kairos, che ne coglieva il suo aspetto qualitativo, ovvero il tempo come il momento propizio o la buona occasione per dare senso alla storia vissuta, un tempo cioè dove succede sempre qualcosa di speciale e non solo finalizzato al risultato di una certa azione.
Per recuperare Kairos diventa essenziale abbracciare la lentezza, strumento indispensabile per riconquistare il rapporto con il pensiero e l’immaginazione ed essere disposti a creare il giusto vuoto dentro per poterlo riempire con quell’abbondanza di vita da gustare che i nostri sensi non sono più abituati a cogliere.
Che fare per raggiungere la dimensione Kairos del tempo cercando di essere noi a decidere cosa farne? La vacanza è senz’altro un’opportunità.
Viaggiare è ormai diventato un’industria: cerchiamo almeno qualche occasione per farlo in modo non stressante, ritrovando un ritmo più consono al proprio modo di essere.
Provo a farvi qualche proposta concreta, parlandovi di un libro, di una meta e di una tipologia umana in cui riconoscersi.
Siete del genere “radical-pigro” e avete deciso di rinunciare definitivamente agli incubi dei trasferimenti agostani insieme a migliaia di simili che arrancano nella calura estiva all’assalto dei mezzi di trasporto?
Vi consiglio il divertente libro di Peter Mayle Un anno in Provenza, in cui una coppia di coniugi inglesi racconta esilaranti avventure sull’acquisto e la ristrutturazione di una vecchia casa in quella magnifica regione di Francia. Fra pantagruelici pasti, pittoresche descrizioni dello stile di vita provenzale e considerazioni sul capriccioso clima meteorologico, vi convincerete dell’idea che talvolta lo “stare fermo” può essere più balsamico che intraprendere nuove iniziative.
E per non astenervi del tutto da un sano vagabondaggio in cui contemplazione e rilassamento fanno da padroni, potreste scegliere un itinerario di tutto relax a contatto con una natura bucolica e relativamente popolata grazie all’amplissima gamma di tour proposti dalla rete ferroviaria svizzera. Qui il treno può davvero rappresentare un rifugio protetto per percepire il tempo secondo la vostra maniera. Qualità e accoglienza di prim’ordine, coincidenze perfette tra un treno e l’altro, offerte di prezzo vantaggiose su lunghi e brevi periodi, fantasie itineranti per la gola (il treno del cioccolato, il treno del gruyère) e per gli occhi (escursioni su viadotti ad altezze vertiginose, treni a cremagliera per raggiungere i ghiacciai).
Siete tipi introversi-meditativi?
Vi suggerisco il libro di Roger-Pol Droit, Piccola filosofia portatile, 101 esperimenti di pensiero quotidiano capaci di generare stupore o scenari inaspettati nelle piccole cose di ogni giorno (sentirsi eterni, pensare a tutti i luoghi del mondo, stare su un’amaca, considerare l’umanità come un errore, togliersi l’orologio, per citarne solo alcuni).
Andare per conventi o monasteri può diventare la vostra meta e non solo per la pace misteriosa che vi si trova.
Spesso fuori mano, edificati in un contesto che pare non aver mai conosciuto i rumori degli affanni quotidiani, i monasteri rappresentano, con la loro scelta del silenzio e della meditazione, isole di quiete che diventano mete ideali per chi desidera percorrere itinerari interiori sulle tracce della propria storia. Accanto al “conosci te stesso”, se curare l’anima è importante, anche il corpo reclama la sua parte: le antiche ricette dei conventi sono famose per la loro genuinità e la loro segretezza mirata ad evitare che altri possano appropriarsene. E così tra un fratello elisir, una sorella tisana e un’arte culinaria di alto livello, benessere e spiritualità trovano la giusta convivenza per risanarti da ogni logorio della modernità.
Siete tipi naturalisti? Leggete assolutamente Terra Madre di Carlo Petrini, corredato dallo splendido dvd di Ermanno Olmi. Qui si sostiene che il futuro del cibo sarà il futuro della Terra e che il duro lavoro dei contadini potrà salvare il mondo perché in sintonia con le leggi della Natura anziché del mercato.
Un viaggio itinerante presso centri di agricoltura biologica o villaggi ecologici diventa il modo migliore per unire soggiorni salutari a seminari tematici al fine di ripristinare un legame in armonia con la natura e le sue energie; per scoprire le proprie capacità grazie a un nutrito programma di corsi di manualità e creatività; per praticare turismo equestre, mountainbike, tiro con l’arco, trekking.
Inoltre, se avete fatto del biologico la vostra filosofia di vita, sarete certamente interessati a visitare aziende agricole o fattorie che danno un reale contributo alla salvaguardia ecologica con moderne tecniche di coltivazione a basso impatto ambientale. Le produzioni biologiche di ortaggi, frutta, erbe aromatiche, miele, cereali, formaggio, olio, vino arrivano direttamente dalla terra alla tavola degli ospiti per solleticare il palato con sapori naturali e “puliti”.
Nonostante tutto, Chronos insiste e potete concedervi solo un mordi e fuggi? Perché non scegliere Città di Castello durante il secondo o terzo week-end di ottobre? Qui, ogni anno, la Fiera delle Utopie Concrete presenta, grazie a progetti ed esperienze provenienti dai luoghi più disparati, le possibili tendenze di una conversione ecologica dell’economia e della società.
Forse non sarà un rimedio assoluto e probabilmente non si riuscirà a trovare del tutto il proprio centro, ma la scelta di un viaggio un po’ più ai margini del turismo tradizionale consentirà sicuramente di onorare il significato di questa parola.
Secondo il Dizionario etimologico della parola italiana di Cortelazzo Zolli, infatti, vacanza deriva dal latino vacare, ovvero essere vuoto, trasformato poi in essere libero e aver tempo di occuparsi di qualcosa. A ben guardare, anche libero, dal latino licere (licenza) ci rimanda all’idea di potersi svincolare dal lavoro, dai doveri e dalle regole per abbandonarsi al piacere e all’agio. In inglese la parola holiday (holy=santo; day=giorno) ci dà ulteriore conferma che la vacanza rappresenta un momento sacro.
Non ultimo, Chronos ci dice poco più di 30.000 se sei donna, poco meno di 29.000 se sei uomo: sto parlando della speranza di vita media alla nascita dell’italiano di oggi tradotta in giorni.
Ricordiamoci che Kairos ci invita a considerare ognuno di questi giorni come il “tempo opportuno”. Buone vacanze a tutti!