Vacanze "buone" per chi ha un reddito basso
Scritto da Alessandra Cicalini il 08-03-2010
In tempi di viaggi “low cost”, si dà per scontato che tutti possano prendere e partire. La realtà è invece diversa, soprattutto tra le famiglie numerose a basso reddito. In loro favore è intervenuta già dal 2001 una legge, la numero 135, che ha introdotto il concetto di “buoni vacanze assistiti da contributo statale”.
La norma è frutto della nascita, anche nel nostro Paese, del cosiddetto turismo sociale, “finalizzato alla crescita, all’arricchimento e alla valorizzazione sociale e culturale dell’uomo”, secondo la definizione che ne dà il sito internet ministeriale. In concreto, alle famiglie si dà la possibilità di fruire di buoni vacanze che permettono sconti anche consistenti per i loro viaggi: il resto della quota è pagata dallo Stato.
Per ottenerli, è necessario rispettare però alcuni requisiti e presentare per tempo la domanda.
Ad esempio, possono accedere ai buoni vacanza i nuclei composti da quattro e oltre persone aventi un reddito familiare inferiore a 25 mila euro. In questo caso, il buono massimo ottenibile è di 1.230 euro, per cui la quota da versare in banca per la propria vacanza sarà di 676,50 euro. Il contributo potrà essere versato una sola volta all’anno per ciascun nucleo familiare anche se, qualora se ne utilizzasse solo una parte, “l’avanzo” di contributo non andrà comunque perso.
Per quest’anno, una prima tranche di 2.681 famiglie ha fatto richiesta dei buoni vacanze nel periodo indicato dal ministero del Turismo (dal 20 gennaio al 12 febbraio scorsi),
ma “sono disponibili fondi per altre domande”, si precisa in un comunicato stampa.
Per dare davvero sostanza al “turismo sociale” non basta però che ci siano le famiglie povere: dall’altro lato devono esserci tour operator disponibili a collaborare. Ai fruitori dei buoni viene infatti consegnata una guida ai b&b, alberghi, campeggi, ristoranti e quant’altro faccia accoglienza turistica che abbia sottoscritto la convenzione apposita con lo Stato. Chi aderisce, ha diritto a propria volta ad alcune agevolazioni, ed è questa una delle ragioni che il Ministero sottolinea per spingerle a entrare nel circuito del turismo sociale. Anche in questo caso, peraltro, sul Web vengono fornite tutte le informazioni necessarie per accreditarsi, compreso un manuale per “l’operatore convenzionato” contenente una sezione di “faq” per chiarire tutti i dubbi del caso.
Si tratta di un’opportunità in più per favorire l’incontro con altri luoghi e persone, anche se qualcuno ha notato che l’agevolazione per i single a basso reddito è maggiore rispetto a quella data alle famiglie numerosissime. E d’altra parte, dicono gli stessi critici, di famiglie con oltre 5 figli non ce ne sono più moltissime in Italia. Comunque la si pensi, conviene guardare il bicchiere mezzo pieno e provare a fare domanda: un viaggio è sempre una grande occasione di crescita, da soli o con un esercito di parenti.