Part time agevolato per chi è vicino alla pensione: come funziona?
Scritto da Stannah il 14-10-2016
Dal 2 giugno 2016 è operativa la possibilità di fare richiesta all’INPS del part time agevolato dei dipendenti vicini al pensionamento, come esplicitato in una norma delle legge di stabilità 2016.
Il part time agevolato è una misura sperimentale per promuovere l’invecchiamento attivo attraverso un’uscita graduale dal mondo professionale, riducendo le ore lavorative – per un massimo di 3 anni – fino al momento del ritiro suddividendo i costi tra Stato, datore e lavoratore.
Tale opportunità ha lo scopo di alleggerire l’impatto dell’aumento dell’età di pensionamento e di incentivare il “cambio generazionale” affiancando i giovani nuovi assunti a persone anziane con comprovata esperienza.
I requisiti che il lavoratore deve avere per vedere applicata la norma sono:
- Praticare nel settore privato da dipendenti (non possono accedere impiegati pubblici)
- Avere un contratto a tempo pieno ed indeterminato
- Essere iscritto all’assicurazione generale obbligatoria o alle forme sostitutive o esclusive della medesima
- Maturazione entro il 31 dicembre 2018 del diritto alla pensione di vecchiaia (66 anni e 7 mesi, quindi i nati entro il 31 maggio del 1952)
- Possedere già al momento della domanda 20 anni di contributi
- Accordo con il datore di lavoro (la trasformazione del contratto in part time può essere legittimamente rifiutato dal datore di lavoro)
Il procedimento per fare la domanda consiste nel:
- Richiedere le certificazioni all’INPS del raggiungimento dell’età pensionabile e dei versati contributi minimi
- Stipulare un accordo sul nuovo contratto con il proprio datore di lavoro (con una riduzione di orario dal 40% al 60%)
- Notificare l’accordo alla competente Direzione Territoriale del Lavoro, la quale deve autorizzare o rifiutare la domanda entro 5 giorni. Se non si ricevono risposte entro questo periodo di tempo l’autorizzazione è da considerarsi accordata.
- Dopo aver ricevuto l’autorizzazione dal DTN (o comunque dopo i 5 giorni minimi) il datore di lavoro può presentare la domanda all’INPS tramite il modulo di istanza on-line “PT-284”.
Una volta approvato il contratto, il medesimo avrà valenza a partire dal primo giorno del periodo di paga mensile successivo.
Ma quali sono i vantaggi e gli svantaggi? Per il lavoratore il vantaggio è la riduzione delle ore lavorative senza che la pensione ne risenta. L’assegno pensionistico, infatti, rimane immutato come se la persona avesse lavorato full time tutto il tempo: sarà lo Stato a coprire i contributi non versati. Come svantaggio c’è la riduzione dello stipendio percepito, che verrà calcolato in base al nuovo numero di ore, con una perdita di più del 20% sulla retribuzione.
Il datore di lavoro invece avrà come pro il non dover più versare lo stipendio completo al dipendente pur continuando ad usufruire, anche se in maniera ridotta, dell’esperienza e della professionalità acquisite dalla persona negli anni. Di contro però, in caso vi fosse la necessità di coprire le ore vacanti, si troverà costretto a sostenere l’onere di una nuova assunzione.