Referendum 12 e 13 giugno, guida al voto
Scritto da Alessandra Cicalini il 08-06-2011
Con il sì definitivo della Corte Costituzionale dato giusto ieri, anche il referendum sul nucleare si avvia al responso dei cittadini di domenica e lunedì prossimi. Sono dunque quattro i quesiti sui quali siamo chiamati a votare: perché la consultazione abbia efficacia è però necessario che raggiunga i seggi il 50 per cento più uno degli italiani sopra i diciotto anni. In totale, gli elettori chiamati alle urne sono oltre 47 milioni, più gli oltre 3,2 milioni residenti all’estero, che però hanno già votato. Ma su che cosa siamo chiamati a dire sì o no? E soprattutto con quali effetti? Vediamolo insieme.
I primi due quesiti riguardano la gestione dell’acqua. Il primo è contenuto nella scheda di colore rosso e riguarda la “Modalità e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica”. Chi vota sì dà il proprio consenso ad abrogare alcune norme che oggi permettono di affidare la gestione dei servizi pubblici locali a operatori economici privati.
Il secondo quesito è contenuto nella scheda di colore giallo e mira all’abrogazione delle norme sulla determinazione della tariffa per l’erogazione dell’acqua, nel cui importo oggi si calcola anche l’interesse del 7% richiesto ai cittadini dai gestori dei servizi idrici come remunerazione del proprio capitale investito.
Il terzo quesito verte invece sulla dibattutissima materia nucleare, tornato di grande attualità soprattutto dopo l’incidente alla centrale giapponese di Fukushima. Chi vota sì si propone di eliminare le norme oggi in vigore (benché di recente sospese dal Governo) sulla costruzione di centrali nucleari sul nostro territorio nazionale. La scheda in questo caso è di colore grigio.
L’ultimo quesito riguarda infine il cosiddetto legittimo impedimento, diventato legge lo scorso anno. Votando sì, si torna alla situazione precedente, ossia si elimina la possibilità per il Presidente del Consiglio di non comparire in udienze penali che lo riguardano per precedenti impegni istituzionali. La scheda del quarto quesito è di colore verde.
Come è noto, nel nostro ordinamento giuridico i referendum sui quali possiamo esprimerci noi cittadini sono di tipo abrogativo (tolto il caso delle modifiche costituzionali che prevedono la possibilità di ricorrere a referendum confermativo, in un ben determinato caso). Perché abbiano effetto, insomma, devono prevalere i sì, purché si raggiunga il quorum sopra citato.
Comunque la si pensi sulle materie oggetto di consultazione popolare, è tuttavia importante acquisire tutte le informazioni utili per espletare quel che è ancora considerato come un diritto-dovere di ciascuno di noi. Tra l’altro, in questo caso è possibile ritirare ai seggi solo le schede per cui si intende votare.
Per esprimere i propri sì o no, occorre essere in possesso della tessera elettorale (chi l’ha smarrita può richiederla all’ufficio elettorale del Comune di residenza aperto per tutto il periodo della consultazione) e di un documento d’identità valido.
Anche per i referendum, inoltre, valgono le leggi sul voto a domicilio previste per tutte le le elezioni italiane, oggetto di un approfondimento ad hoc del nostro Gaetano De Luca.
Chi, infine, vive a Milano, potrà dare il proprio voto su altri cinque quesiti dedicati a viabilità, Expo, verde pubblico, risparmio energetico e riattivazione del sistema dei Navigli: in questo caso, però, si tratta di referendum propositivi proposti lo scorso autunno dall’associazione di cittadini Milano si muove per stimolare l’amministrazione comunale a legiferare su materie di particolare interesse per la collettività.
Prima del voto di domenica e lunedì (i seggi resteranno aperti dalle 8 alle 22 del 12 e dalle 7 alle 15 del 13 giugno) c’è ancora qualche giorno: chi non si fosse ancora fatto un’idea ne approfitti nelle prossime ore. Poi, basteranno pochi minuti in coda ai seggi e la gita al mare scorrerà più serena.