Qualità della vita a piccoli passi... d'argento

Scritto da Alessandra Cicalini il 20-05-2009

DARE VITA AGLI ANNILa scienza lo ripete già da qualche tempo: vivere sempre più a lungo, ormai, non è più un sogno. Lo dimostrano i molti centenari festeggiati un po’ in tutta Italia, l’ultima in ordine di tempo, ma non certo d’importanza, è Rita Levi Montalcini, da noi già celebrata in un post.
Il traguardo “quantitativo”, però, non basta: come ripetono spesso medici e scienziati, il motto “dare vita agli anni” significa garantire anche maggiore qualità al pezzo di esistenza in più strappato al ciclo del tempo. Tutto sta a capire come arrivare a questo risultato.
Proprio al “come” punta il progetto “Passi d’argento”, promosso dal ministero della Salute in collaborazione con il “Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie”.
Partito l’anno scorso, il progetto si concluderà nel 2010 e si suddivide in due fasi: il prossimo anno partiranno Calabria, Campania, Abruzzo, Lazio, Molise, Marche e Veneto; mentre dalla fase attuale sono interessate Sicilia, Toscana, Liguria, Valle d’Aosta, Emilia Romagna, Puglia e Umbria.
Quest’ultima è la regione capofila del progetto.
Responsabile amministrativa della Regione cuore verde d’Italia è Micaela Chiodini che spiega: “In questo periodo stiamo somministrando le interviste agli ottocento anziani over 65 selezionati secondo precisi criteri statistici in tutte le Asl umbre“.
In molti casi le interviste verranno svolte faccia a faccia dagli operatori incaricati dalle aziende sanitarie perché, come si legge sul profilo del progetto, “negli anziani non funziona l’intervista telefonica”.

Le domande vertono d’altronde su aspetti medici e psicologici molto delicati: dalla rielaborazione delle risposte degli intervistati l’indagine, tra altri aspetti, cercherà di avere un quadro più preciso sulla qualità della vita oggettiva e percepita, sui bisogni e la qualità dei servizi sanitari, sui fattori di rischio per la salute, compresa quella mentale, e sui casi di demenza.

Una volta scattata la fotografia il più nitida possibile degli anziani partecipanti al progetto, si proverà a ripetere periodicamente il sistema di rilevamento adottato dalle regioni partecipanti, come ha annunciato il ministero della Salute proprio in questi giorni.
“Dopo la fine dell’estate dovremmo aver acquisito tutte le interviste”, prosegue Chiodini, “quindi si tratterà di caricarle e di rielaborarle”. Verosimilmente, i risultati definitivi si avranno per la fine dell’anno, dopodiché l’Umbria potrebbe organizzare una giornata di studio per presentarli.

OKLa Regione non è nuova a indagini sulla terza età: l’anno scorso ha pubblicato i risultati dello studio pilota condotto nella Asl di Orvieto, base dei rilevamenti che si stanno conducendo in questi mesi. Non solo. Riferisce infatti la funzionaria umbra: “La Liguria ci batte quanto a numero di anziani, ma negli anni scorsi noi ci siamo distinti anche per altri studi, per esempio quello sulla non autosufficienza che verteva sulla possibilità di limitare l’istituzionalizzazione attraverso l’erogazione di un assegno alle famiglie che avevano anziani in casa”. L’epilogo, in questo caso, non è stato dei migliori:
“Purtroppo anche chi poteva percepire l’assegno ha preferito istituzionalizzare i propri anziani, perché avevano bisogno di cure continue”, aggiunge. Al risultato sperato, forse, si potrà arrivare con la ricerca oggi in corso, perché una qualità della vita duratura si conquista un poco alla volta: a piccoli “passi”, per l’appunto.