Sfida ai fornelli per la Festa del Papà
Scritto da La Redazione il 19-03-2014
Un po’ di storia
La Festa del Papà è una ricorrenza celebrata nel mondo intero, ma forse non tutti sanno come sia realmente nata. Tutto ebbe inizio nei primissimi anni del Novecento negli Stati Uniti. La prima documentazione ufficiale risale, infatti, al 5 luglio 1908 quando a Fairmont, piccola cittadina della Virginia Occidentale con poco meno di 20.000 abitanti, fu organizzata la prima festa in onore dei papà. Nonostante l’idea “madre” sia degli abitanti di Fairmont, il merito del riconoscimento ufficiale di tale ricorrenza è da attribuire a Sonora Smart Dodd, figlia del veterano della guerra di secessione americana William Jackson Smart.
Il pensiero le balenò in mente quando, durante un sermone in chiesa, si parlò del recente riconoscimento della Festa della Mamma. La giovane, che nutriva una profonda stima nei riguardi del padre ed era ignara dei festeggiamenti che già si tenevano a Fairmont, sentì il bisogno di istituire una festa simile dedicata ai papà. Forte della sua convinzione, si recò al Comune di Spokane, paesino dello Stato di Washington, dove viveva, e propose il 5 giugno, giorno di nascita del padre, come data per la Festa del Papà. Il Comune acconsentì, scegliendo però la terza domenica di giugno. Fu così che il 19 giugno 1910 fu organizzata per la prima volta quella che noi tutti oggi conosciamo come Festa del Papà.
Con il passare degli anni la Festa del Papà diventò così popolare da diffondersi in tutta la Nazione. Nel 1916, infatti, il presidente Woodrow Wilson inviò un telegramma a Spokane in cui lodava la Festa del Papà e nel 1972, il presidente Richard Nixon stabilì ufficialmente che la Festa del Papà si tenesse ogni anno la terza domenica di giugno.
Qualche data
In Italia la Festa del Papà è festeggiata, come in molti altri paesi di tradizione cattolica, il 19 marzo, giorno di San Giuseppe. In realtà non è sempre stato così. In passato, infatti, a San Giuseppe, patrono dei falegnami, si festeggiava mettendo in vendita tutti i tipi di giocattolo di legno e i bambini ne ricevevano in dono uno dai genitori. Solo dal 1968, anno in cui il pontefice decretò il giorno di San Giuseppe come Festa del Papà, furono i padri a essere festeggiati e i figli a fare loro un regalo.
La zeppola di San Giuseppe
La zeppola di San Giuseppe è il dolce per eccellenza della Festa del Papà. Dolce tipico della tradizione napoletana, la zeppola vanta molteplici varianti regionali. Ciò che accomuna tutte queste prelibatezze è un impasto simile a quello dei bignè o dei krapfen farcito con creme e/o marmellate.
La storia della nascita della zeppola di San Giuseppe affonda le sue radici in epoche molto lontane, addirittura nell’antica Roma. Il 17 marzo, infatti, i Romani erano soliti festeggiare le Liberalia, feste in onore delle divinità del vino e del grano. In onore di Bacco e Sileno si bevevano fiumi di vino e si mangiavano grandi quantità di frittelle di frumento.
Nella sua versione moderna la nascita della zeppola di San Giuseppe è attribuita a diversi soggetti: c’è chi sostiene che siano opera del convento di San Gregorio Armeno, chi crede che siano state inventate dalle monache della Croce di Lucca e chi dalle monache dello Splendore, famose per creare un dolce diverso a ogni festività.
Tuttavia, la ricetta originale vuole che la zeppola di San Giuseppe altro non sia che una pasta bignè fritta dal gusto neutro, guarnita con una crema dolcissima, su cui si poggia la nota aspra di una ciliegia sotto spirito o di un’amarena. La prima testimonianza scritta di cui abbiamo notizia risale al 1837 ed era contenuta nel trattato di cucina di Ippolito Cavalcanti Duca di Buonvicino, celebre gastronomo napoletano dell’epoca.
Le varianti regionali nel resto d’Italia
Nel Lazio e a Roma in particolar modo la zeppola di San Giuseppe è meglio conosciuta come bignè di San Giuseppe. Si tratta di dolci frittelle di pasta choux ripiene di golosa crema pasticciera che possono essere sia fritte che al forno.
Nell’Italia del nord, nello specifico in Emilia Romagna, dolce tipico della festività sono le raviole emiliane. Le raviole sono fagottini di pastafrolla a forma di mezzaluna, ripiene di marmellata di prugne o di mele cotogne, spolverate di zucchero a velo. La confettura di prugne è un ingrediente molto comune nei dolci emiliani ripieni, per via dei numerosi pruneti della zona.
In alcune regioni del centro Italia, soprattutto in Toscana e Umbria, sono invece diffuse le cosiddette frittelle di riso. Da mangiare rigorosamente fritte, sono a base di riso cotto nel latte e uva passa o canditi a piacere.
Infine nel Sud d’Italia troviamo altre due golose varianti. Di origine palermitana sono gli sfinci di San Giuseppe, gustose e morbide frittelle coperte da una delicata crema di ricotta e gocce di cioccolato, pistacchi tritati, ciliegie e scorze d’arancia candita. Da Catania, invece, provengono le crispelle di Riso, meglio conosciute come zeppole di riso nel resto della Sicilia. Secondo gli antichi testi di alcuni cronisti catanesi sarebbero state le suore benedettine del convento di Catania a realizzare per prime nel XVI secolo questi prelibati dolcetti.
Adesso mano ai fornelli e auguri a tutti i papà!