Apprendimento passivo, un'arma in più a beneficio degli anziani?

Scritto da Stannah il 13-06-2011

Dopo un trauma fisico, è spesso possibile recuperare la mobilità degli arti praticando la cosiddetta ginnastica passiva. Il nostro organismo è infatti capace di rimettersi in moto anche senza sforzi volontari. In maniera analoga, di recente alcuni scienziati dell’Istituto di Neuroscienze cognitive di Bochum, in Germania, hanno sostenuto che un meccanismo simile si attiva anche nella mente nel processo di apprendimento. Possiamo, in altri termini, imparare nozioni nuove a prescindere dal desiderio di ampliare la nostra cultura di base. Come? Attraverso un’adeguata esposizione passiva a stimoli sensoriali e visivi.
Pensiamo a quali importanti conseguenze potrebbe avere la veridicità di una tesi del genere anche per gli anziani. Per molti di loro, il decadimento cognitivo è una realtà contro cui spesso si lotta ad armi impari. E se fosse possibile aiutarli a contrastarlo attraverso una “ginnastica passiva” per il loro cervello?
Per ora, lo studio tedesco ha prospettato l’utilizzo della propria teoria a beneficio delle persone che non possono impegnarsi in un apprendimento classico, per esempio i bambini affetti da una grave disabilità fisica. Chi ci dice, però, che non si possa usarlo anche nelle terapie riabilitative di un anziano con la mente “ferita” da una patologia neurologica o degenerativa?
Voi che cosa ne dite? Battete un colpo se ne sapete più di noi!

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