Bevande alcoliche: sì, solo in quantità controllata

Scritto da Angela Maria Messina il 14-04-2010

Nelle Linee guida per una sana alimentazione italiana si parla anche di bevande alcoliche, ma prima di analizzare questi prodotti dal punto di vista nutrizionale, prendiamo in considerazione il vino con la sua storia affascinante che ha sempre accompagnato l’uomo nel corso dei secoli.
Il vino è infatti una bevanda antichissima, forse nata per un caso e conosciuta già dal tempo dei Sumeri  e degli Assiri Babilonesi, mentre Greci, Etruschi  e Romani lo consideravano un regalo degli dei. Durante l’Impero romano, moltissimi erano i vini prodotti nel bacino del Mediterraneo, e in particolare in Italia: bianchi, rossi, secchi, abboccati, leggeri e pesanti a bassa e ad alta gradazione alcolica.
Il vino veniva conservato in anfore e consumato addolcito con il miele e profumato con foglie di rosa, viola e cedro, cannella e zafferano. Il vino a Roma, come già in Grecia, si beveva mescolato con acqua, molto probabilmente a causa della sua altissima gradazione alcolica dovuta alla vendemmia tardiva, mentre Celti e Germani bevevano vino puro e non resinato né annacquato.
Nel mondo mediterraneo si utilizzavano per bere ampie coppe che permettono di assaporare meglio con l’odorato i forti aromi della bevanda, mentre nel Nord Europa si preferiva bere il vino in bicchieri alti e stretti, che riducono l’evaporazione.
Il modo medievale e moderno di bere il vino discende dal lento convertirsi del mondo romano ai gusti “barbari”, già nel corso dell’età imperiale.
Nel corso dei secoli, poi, le tecniche di vinificazione si sono affinate fino ai giorni nostri e ancor oggi l’Italia, insieme ad altri Paesi dell’area mediterranea, è uno dei maggiori produttori di vino.
Il vino, se assunto in piccole dosi durante i pasti, sembra esercitare qualche effetto favorevole per la nostra salute, in particolare sull’apparato cardiocircolatorio, perché contiene alcune sostanze che  favoriscono la circolazione e contrastano l’invecchiamento cellulare. Ciò, grazie agli antiossidanti e alle sostanze polifenoliche, presenti soprattutto nel vino, ma anche nella birra, seppur in minore quantità.
Alcuni studi hanno dimostrato che chi è abituato a un regolare e moderato consumo di vino e birra, bevande a bassa gradazione alcolica, tende a vivere più a lungo e ad avere un minor rischio di sviluppare alcune malattie croniche rispetto a chi non beve o a chi lo fa in maniera eccessiva.
Sembra infine che, per esercitare questo effetto protettivo, abbiano importanza  anche le modalità di consumo di vino: è sempre preferibile bere vino durante i pasti o immediatamente prima o dopo aver mangiato. Questa abitudine tipicamente mediterranea aiuta a rallentare i tempi di assorbimento dell’alcol evitando di affaticare il fegato che deve trasformare l’alcol in una sostanza innocua per l’organismo.
Anche se ognuno di noi ha una diversa tolleranza all’alcol, in ogni caso se si desidera consumare del vino bisogna essere moderati: è meglio  non superare  i 2-3 bicchieri al giorno per l’uomo e i 1-2 per la donna. Il nostro organismo è in grado di sopportare l’alcol senza evidenti danni, ma si deve rimanere in determinati limiti; bere invece quantità eccessive di alcool provoca seri danni all’organismo e in particolare al sistema nervoso centrale e periferico, al sistema digerente con danni al pancreas e al fegato, al sistema cardiovascolare.
Sulle etichette di qualsiasi bevanda alcolica è riportato il contenuto di alcol, che viene indicato in gradi, cioè in volume su 100 ml. l’alcol, principale costituente delle bevande alcoliche, ha un elevato potere energetico (7 chilocalorie per grammo); nei vini da dessert, negli aperitivi a base di vino, nella birra sono contenuti anche una certa quantità di zuccheri, che nel vino sono presenti in maniera trascurabile e praticamente assenti nei super alcolici tipo brandy, grappa, whisky.
Ad esempio un bicchiere di vino, di circa 150 ml, con una gradazione alcolica di 12,5 gradi, apporta circa 112 chilocalorie, contro le  279 di un aperitivo di 22 gradi, mentre un bicchierino di 50 ml di brandy ha un apporto calorico di 115 chilocalorie.
l’alcol, quindi, pur non essendo una sostanza che svolge particolari funzioni nel nostro organismo, apporta una notevole quantità di calorie che si sommano a quelle fornite con gli alimenti. Ecco perché è meglio ridurre o eliminare l’assunzione di bevande alcoliche soprattutto in chi è sovrappeso o obeso.
Ovviamente in determinati periodi della vita come l’infanzia, l’adolescenza, la gravidanza
e l’allattamento, l’assunzione di alcol sarebbe da evitare completamente. Nella persona anziana diminuisce l’efficienza dei sistemi di trasformazione dell’alcol e per questo bisogna avere ancora più attenzione nel ridurre ulteriormente le quantità.
Quando ci si mette alla guida o si utilizzano apparecchiature per le quali bisogna mantenere la massima attenzione, non si dovrebbe bere in quanto i riflessi e la coordinazione vengono alterati già dopo il primo bicchiere. 
Se si assumono farmaci, anche se si tratta di comuni farmaci da banco, è importante parlarne con il proprio medico per verificare se l’alcol non interagisca con il loro effetto.
Per finire: chi sta bene, gode di buona salute, non è in sovrappeso, può concedersi il piacere di consumare bevande alcoliche, preferibilmente vino, con l’accortezza di farlo durante i pasti e in misura moderata e non in modo troppo ravvicinato. Grappa, whisky, vodka, brandy sono bevande ad alta gradazione alcolica che solitamente vengono consumate fuori pasto: bisogna stare molto attenti nel loro consumo, soprattutto se avviene a stomaco vuoto.

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