Malattia di Alzheimer, dare aiuto a chi aiuta
Scritto da Stannah il 20-09-2010
Nei momenti più difficili non si dovrebbe restare da soli. Purtroppo, però, ai familiari degli anziani colpiti da Alzheimer o da altre forme di demenza senile capita non di rado di sperimentare la solitudine. Per questo motivo, la XVII Giornata mondiale dell’Alzheimer che torna come ogni anno il 21 settembre, domani per voi che leggete, è stata dedicata proprio ai bisogni di chi cura. Del delicato tema parla Luciana Quaia, nell’articolo che pubblichiamo oggi nell’area Magazine, settore Psicologia. La nostra esperta si sofferma sui gruppi di auto-mutuo aiuto, giudicandoli come il principale sostegno alle famiglie alle prese con la difficile riorganizzazione della vita quotidiana imposta dalle nuove esigenze del malato.
Prendere coscienza di aver bisogno di una mano non è sempre così scontato: ce l’aveva detto anche Luigi Bergamaschini, il geriatra milanese che si occupa dei familiari degli anziani con diagnosi di decadimento cognitivo. I gruppi di auto-mutuo aiuto possono essere un valido supporto perché al loro interno le relazioni tra i membri sono alla pari. In Italia c’è voluto più tempo che in altri Paesi per la loro affermazione, ma adesso gli esempi positivi sono numerosi.
Voi che cosa ne pensate? Vi piacerebbe raccontare le vostre esperienze ad altre persone che vivono situazioni simili o vi sentite a disagio nei gruppi? Leggete l’articolo e diteci la vostra: magari potreste sperimentare innanzitutto qui la vostra capacità di mettervi in dialogo con gli altri. Vi aspettiamo.
Leggi l’articolo di Luciana Quaia