Musicoterapia, per curarsi e per conoscersi meglio
Scritto da Stannah il 02-02-2010
Ci sono certi giorni in cui vorremmo ascoltare solo musiche lente e rilassanti; in altri, invece, ci serve energia e scegliamo un brano più movimentato. A seconda delle età e dei gusti, punteremo su Mozart o i Rolling Stones, ma è piuttosto probabile che se asseconderemo il nostro stato d’animo otterremo l’effetto sperato. È certo, infatti, che le note abbiano un potere benefico: lo sostiene la musicoterapia, studiata in corsi ad hoc e utilizzata anche negli ospedali.
Succede per esempio nel Lazio, nelle cliniche dell’Istituto traumatologico italiano. Destinatari, in questo caso, i bambini che fruiscono degli ambulatori specifici creati in neuropsichiatria infantile; ma la musicoterapia può essere usata positivamente anche sugli anziani, per le terapie di riabilitazione cognitiva, e sui disabili, per quelle di tipo motorio.
La disciplina, inoltre, avrebbe effetti benefici anche nei casi di stress grave e di disturbi dell’umore.
Non si tratta, naturalmente, di costringere i pazienti a imparare a suonare, ma di trovare una nuova forma di comunicazione con se stessi e con gli altri attraverso il fluire delle note. Del resto, lo diceva anche Oliver Sacks, il grande neurologo che abbiamo più volte citato sul nostro blogzine.
Personalmente, credo che abbia ragione. Voi che cosa ne pensate? Vi fareste mai curare con la musica? In quali circostanze la ascoltate? Raccontatecelo, anche sotto forma di melodia!