Danilo Mainardi e la passione per gli animali

Scritto da Stannah il 02-10-2013

Alessandra Cicalini

Danilo Mainardi 2Ogni giovedì, una piccola preziosa rubrica pubblicata sul settimanale delCorriere della Sera allieta i lettori amici degli animali, senza distinzione di specie, razza, colore e dimensioni. A condurla, con penna fine e profondamente rispettosa delle creature tratteggiate, è Danilo Mainardi, etologo e zoologo, docente emerito di ecologia comportamentale all’Università Ca’ Foscari di Venezia e presidente onorario della Lega italiana protezione degli uccelli. Il professore è anche autore di libri divulgativi dagli emblematici titoli come “L’intelligenza degli animali” o “Il cane secondo me”, due soli esempi che fanno capire che tipo di rapporto abbia con i soggetti dei propri studi questo affabile signore di origine milanese nato nel 1933.

Quando è nata la sua passione per gli animali? Da bambino, forse?
Sì, sono certo che mi sia nata da bambino piccolissimo, fin dai miei primi ricordi. Eppure sono nato a Milano, dove di animali ce ne erano pochissimi. Devono essere senz’altro stati i miei genitori ad avermi trasmesso, col loro esempio, questo amore che non mi ha mai lasciato.

Spesso si parla del valore della pet-therapy per le persone anziane o malate: secondo lei, è una vera rivoluzione nel rapporto uomo/animale o solo una moda?
No, non è solo una moda. Certi animali hanno caratteristiche tali per cui il contatto con esseri umani produce uno stato di benessere e, per certe malattie, possono essere effettivamente terapeutici.

Le capita mai di pensare che gli animali siano decisamente superiori agli umani? In caso positivo, come riesce a recuperare fiducia nelle nostre (presunte) capacità raziocinanti?
Sì, mi capita spesso e, credo, molte volte mento un po’ a me stesso per recuperare fiducia nelle nostre capacità raziocinanti. In realtà, esse sarebbero una buona partenza, anzi ottima, il problema è che la nostra specie è caratterizzata anche da notevoli spazi di irrazionalità.

Nello scorso numero di “Sette” ha illustrato la bella fotografia dei cigni sulla spiaggia di Hokkaido poco prima del disastro nucleare: come pensa si possa uscire dal dilemma di una società in piena emergenza ambientale ma incapace di rinunciare alle proprie comodità tecnologiche spesso estremamente “energivore”?
Penso che la causa all’origine di tutti i guai della nostra specie sia che si è andata riproducendo in un modo insostenibile, tale da diventare una vera anomalia ecologica. Tutti i nostri problemi nascono dal fatto che siamo in troppi per questo pianeta.

Ha nipoti? Ha mai tenuto a loro o a bambini in generale lezioni di etologia/zoologia? Come reagiscono? Quali domande le fanno?
Sì, ho nipoti, alcuni già piuttosto grandi. Ad ogni modo tutti i bambini, da piccoli, sono estremamente curiosi di conoscere gli animali e fanno sempre domande magari ingenue ma comunque intelligenti. Sono convinto che molti bambini perdano questa curiosità, che è loro innata, perché i genitori non li assecondano.

Con la Lipu organizza ancora campagne o altre attività? 
Da parecchi anni mi hanno nominato presidente emerito, il che in pratica fa sì che io sia a loro disposizione. Quando mi chiamano, cioè spessissimo, per campagne e altre attività, faccio di tutto per accontentarli.

Quali sono le specie di uccelli più a rischio? Come possiamo proteggerle?
Non vorrei ora farle un elenco di specie, anche perché la grande maggioranza delle specie di uccelli è in uno stato di sofferenza. Credo che, in linea di massima, più che occuparci delle specie in quanto tali, bisognerebbe occuparci di mantenere il più naturale ed equilibrato possibile l’ambiente in cui vivono.

Le piace più scrivere di animali o disegnarli?
Dipende, in ogni modo mi è più facile scriverne. Non sempre infatti riesco a ottenere risultati che mi soddisfano quando li disegno.

Secondo lei, le donne sono più sensibili degli uomini al destino dei nostri amici non umani?
Direi di sì, secondo la mia esperienza.

È vegetariano? In caso positivo, la consiglia come scelta a beneficio della nostra salute e di quella della terra?
Non sono completamente vegetariano, anche se mi piacerebbe esserlo, per motivi di salute, perché ho sofferto di una grave anemia e sono costretto ogni tanto a mangiare un poco di carne. A ogni modo, credo che la nostra specie non sia naturalmente vegetariana, basta studiarne l’anatomia (per esempio i denti) e la fisiologia. Certo che sarebbe meglio mangiare molta meno carne. Come le ho già risposto, anche questo problema del consumo di carne trova la sua causa remota nel sovraffollamento, che ha costretto l’umanità a distruggere buona parte della natura e a praticare sugli animali domestici metodi di allevamento che provocano in essi grande sofferenza. Secondo me, non è il mangiare gli animali il problema eticamente più sbagliato, ma la mancanza di rispetto e di attenzione quando sono vivi, la scarsa volontà di regalare loro una vita e poi una morte priva di sofferenza.

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