Sarah Colombo e il "Centro" amico degli anziani
Scritto da Stannah il 02-10-2013
Intervista di Alessandra Cicalini
Sarah Colombo ha ancora qualche scampolo di permesso per maternità, ma appena può sembra ben felice di tornare al suo lavoro al Centro Maderna, la cooperativa sociale di Stresa (in provincia di Verbania) che gestisce l’unico centro di documentazione nazionale sul mondo degli anziani. Del resto, la coordinatrice dell’area formazione ha cominciato la sua carriera professionale come animatrice della terza età, confluendo molto presto nella struttura. Delle origini di questo luogo e delle attività che lo caratterizzano ha parlato con Muoversi Insieme nell’intervista che segue.
Quando è nato il Centro Maderna?
Ufficialmente nel 1988, ma le origini erano state già gettate durante gli anni Settanta dall’associazione di volontariato “Pro Senectute” di Omegna.
Di che cosa si occupava l’associazione?
Faceva animazione per anziani, in un periodo storico in cui non esisteva ancora l’idea dell’anziano come risorsa, oggi diventata comune. Il merito di capire l’importanza del loro impegno è di Alessandro Marco Maderna, da cui il nome del nostro Centro.
Chi era?
Alessandro Marco Maderna era un gerontologo milanese venuto a Omegna per caso, in vacanza. Era un medico atipico, come scriviamo anche nella nota biografica sul nostro sito, dotato di una grande sensibilità. A suo giudizio, era importante far conoscere all’esterno le attività della Pro Senectute, di cui poi divenne presidente, perché non andassero disperse e potessero essere condivise da altri. Dopo la sua morte, nel 1986, la sua volontà è stata esaudita.
Siete molti cambiati dalla nascita?
Certamente: all’inizio avevamo la nostra banca dati, ma per potervi accedere era necessario venire da noi a consultarla. Con l’avvento di internet e grazie alla convenzione con il ministero Affari sociali, tutti i nostri materiali sono consultabili gratuitamente, ma soprattutto abbiamo avviato anche altre attività.
Quali?
Facciamo ricerca sociale, attraverso una fitta rete di collaboratori, e poi abbiamo un’area formazione, destinata agli operatori dei servizi per gli anziani, i familiari e gli anziani stessi.
Come si svolgono i vostri corsi?
Di solito ci rivolgiamo agli enti che gravitano nel mondo della terza età, dalle strutture residenziali ai sindacati: sono loro che poi ci commissionano le attività formative.
Quali sono i temi che affrontate?
Per esempio il passaggio dalla vita attiva alla pensione, come facciamo già da qualche anno con il Centro di ricerca Euratom di Ispra: in questo caso i destinatari sono i pensionandi e i loro coniugi. Il momento del ritiro dalla vita attiva, infatti, è particolarmente delicato: all’inizio si crede di avere più tempo a disposizione per fare moltissime cose, ma poi pian piano subentra la sensazione della perdita di un proprio ruolo nella società e si rischia il crollo. Nei nostri corsi cerchiamo di evitarlo.
C’è qualche progetto nuovo su cui state lavorando in questo periodo?
Sì, al progetto europeo “Ring”, acronimo di TransferRING Supports for Caregivers”, di cui è capofila il Comune di Torino, in questo momento in fase di sperimentazione. Si tratta di un kit composto da un dvd curato da noi, una guida realizzata dallafondazione Sospiro di Cremona e di un programma psico-educazionale rivolto alle persone che hanno in cura, a casa o in istituti residenziali, anziani affetti da demenza senile.
Qual è l’obiettivo di questo progetto?
Sostenere i “caregiver”, innanzitutto i parenti ma non solo loro, nel gestire la quotidianità loro e degli anziani di cui devono occuparsi. In questo momento stiamo verificando con i formatori di varie parti d’Italia la validità del nostro kit per capire come eventualmente riadattarlo.
Tra i destinatari potrebbero esserci anche le badanti?
Certamente, essendo una risorsa indispensabile del nostro Paese: il problema emergente è proprio il sostegno a tutti i diversi tipi di caregiver, tra cui vanno annoverate anche le badanti.
Perché i caregiver sono il problema emergente?
I servizi esistenti non riescono purtroppo a garantire ospitalità a tutti gli anziani non autosufficienti, per questo motivo il peso della loro cura ricade in molti casi sui familiari, spesso già avanti con gli anni anche loro. Non a caso si dice infatti che siano proprio loro le seconde vittime della malattia di chi assistono.
Non è quindi possibile tracciare un identikit unitario degli anziani di oggi?
No, anche se è vero che sono aumentati di gran lunga gli over 65 pieni di interessi e di vitalità. Il problema è che oltre a loro ci sono anche le persone anziane malate. Oggi, oltretutto, gli operatori del settore hanno una buona preparazione di base. Semmai, le difficoltà vengono dopo.
In che modo?
Chi lavora nei servizi residenziali è a rischio costante di “burn-out”, ossia di crisi: una formazione che li aiuti davvero dovrebbe puntare sul recupero della motivazione al lavoro, sul cosiddetto “saper essere”, ed è quello che cerchiamo di fare noi.
Com’è composta invece la vostra banca dati?
Da una serie di riferimenti bibliografici corredati da un abstract e legati a parole chiave, tratti da fonti cartacee e online. In più, siamo in contatto con altri centri di documentazione.
Perché avete inserito l’abstract?
Per offrire un sunto del tema trattato dal nuovo documento inserito, che aiuti chi ne ha bisogno a farsene un’idea prima di leggerlo fino in fondo.
Chi si rivolge a voi? Anche privati cittadini?
Per quanto riguarda la banca dati, la usano un po’ tutti, dagli operatori agli studiosi e giornalisti fino ai familiari. Per il resto, lavoriamo sempre in collaborazione con altri enti, anche se poi, in effetti, capita che chiami qualcuno e che ci racconti la sua storia. Per questo motivo, stavamo pensando anche di dare vita a un forum, ma gestirlo è impegnativo e noi non vogliamo deludere nessuno. Staremo a vedere: del resto, il nostro sito è in continua espansione.
Qual è l’ultima novità?
Il focus su un tema d’interesse per gli anziani, a cura di un giornalista, mentre nell’area news, esistente da parecchi anni, è possibile trovare sempre nuovi spunti sfiziosi sul nostro mondo.