Dedicato a Tullia Zevi e alle vittime della Shoah
Scritto da Stannah il 27-01-2011
Tra gli insegnamenti che Nathania Zevi ha ricevuto dalla nonna Tullia, la gran signora dell’ebraismo italiano scomparsa a quasi 92 anni sabato scorso, spicca quel bicchiere di vino rosso da mandar giù prima di un impegno importante. A scriverlo, è proprio la nipote, in un ricordo commovente e assai ben scritto, pubblicato sul Corriere della Sera sotto il ritratto ufficiale d’obbligo in casi come questo. Non poteva esserci, forse, persona più indicata della giovane giornalista laureatasi giusto l’anno scorso alla Columbia University per celebrare colei che nel 1987 ha stipulato l’accordo ufficiale tra lo Stato e gli ebrei d’Italia, in qualità di Presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, un ruolo che ha ricoperto dal 1983 al 1998. Proprio con Nathania, infatti, Tullia Zevi ha scritto la sua autobiografia edita da Rizzoli nel 2007. In Ti racconto la mia storia l’ex musicista, corrispondente per il giornale israeliano Maariv per trent’anni, parla di antifascismo, certo, ma anche dei suoi anni giovanili, quando, suonando l’arpa, incontrò Frank Sinatra e Leonard Bernstein. Una vita affascinante che, come dice Nathania, ha scelto elegantemente di spegnersi quando i suoi affetti più cari erano riuniti per lo Shabbat, la preghiera del sabato in cui si leggono i dieci comandamenti. Ancora di più, Tullia Zevi se n’è andata alla vigilia della Giornata della Memoria, celebrata oggi in tutta Italia, ma già da giorni sulle cronache nazionali. La dama insignita nel 1992 dal titolo di Cavaliere della Croce è scampata alla Shoah grazie alla lungimiranza dei suoi genitori, emigrati negli Stati Uniti dalla Francia quando Tullia aveva solo diciotto anni. Non tutti hanno avuto la sua fortuna, come lei stessa sapeva. Un privilegio che però ha speso proprio per tenere viva la memoria di chi non ha potuto raccontarlo.
Dedichiamo questo post a lei e alle vittime della più grande tragedia del Novecento.